Una settimana zigzagando tra allenatori scelti a caso. Ormai non si pensa più alla tattica ma al ritorno di immagine.
Quegli allenatori scelti a caso, senza una logica

Alexander Blessin è stato un giocatore appena discreto, in Germania, come tecnico 8 anni di giovanili nel Lipsia. In prima squadra, solo all’Ostenda, in Belgio, era quindicesimo, in un campionato di secondo piano. Al Genoa arriva solo perchè il gm è tedesco, Johannes Spors. Una scelta assurda. Molto più dell’ingaggio di Shevchenko, discreto ct dell’Ucraina.
L’esonero di Sheva, appunto

3 punti in 9 partite, ma una buona prova contro il Milan, in Coppa Italia. Non andava preso ma meritava un pizzico di tempo in più. La voglia di estero del Genoa, cercava Bruno Labbadia, tedesco di Lenola, provincia di Latina, è un buon allenatore ma non ha mai lavorato fuori dalla Germania, era pure un rischio.
Il ritorno di Marco Giampaolo, alla Sampdoria

Lo rivoleva già il trevigiano Carlo Osti, che ha ripreso la responsabilità tecnica, e dunque ottiene l’esonero di Roberto D’Aversa, che invece il ds Daniele Faggiano avrebbe difeso all’infinito.
Vent’anni fa, l’errore di Gresko in Lazio-Inter 4-2, la Juve campione d’Italia

Movimento simile, da sinistra, di Alex Sandro, e i bianconeri perdono un trofeo. Pirlo aveva meritato supercoppa e coppa Italia, Allegri non sta facendo meglio.
La morte dell’ex arbitro Alberto Michelotti

Il racconto da casa sua, per due ore, l’anno scorso: “Portiere sino ai 25 anni, il tifo per l’Atalanta, i fratelli. Gonella mi rubò la finale mondiale del 1978, in Argentina”.
E giusto un mese fa, a Parma, ero andato a casa del fratello Giorgio, che raccontava le trasferte insieme, la conoscenza dei grandi personaggi, l’arte del dialetto.
La Supercoppa italiana all’Inter

Il primo trofeo italiano per Edin Dzeko, a quasi 36 anni, alla settima stagione in A. E il quarto per Simone Inzaghi, a 45 anni: aveva allenato solo la Lazio, prima di subentrare a Pioli, in A, nel 2016, veniva da 6 stagioni nel settore giovanile, il percorso che dovrebbe fare ogni tecnico – meglio in serie C e B -, piuttosto che partire dall’alto come tanti, solo perchè erano noti da calciatori, in particolare perchè giocatori offensivi.
La morte dello spagnolo Francisco Gento, bandiera del Real Madrid

A 88 anni. Era uno degli ultimi sopravvissuti della squadra leggendaria, dalle 5 coppe dei Campioni di fila. Aveva 6 parenti calciatori, un record.
Sci

La rinascita di Giuliano Razzoli, a 37 anni, reggiano, dalla storia unica, 12 anni dopo l’oro olimpico andrà a Pechino e potenzialmente è persino da podio. Ha uno zio missionario.
La vivacità del pattinaggio su ghiaccio

L’argento agli Europei del meranese Daniel Grassl nel singolo, miglior risultato italiano della storia continentale, a parte i due ori e un argento di Fassi, negli anni ’50. E poi il terzo posto nella danza di Guignard-Fabbri, sono allenati da Barbara Fusar Poli, la tigresse, come veniva chiamata dalla tv francese quando cadde ai Giochi di Torino 2006, da favorita, con Maurizio Margaglio.
Il controesempio di Marco Melandri

L’ex pilota di motogp, ravennate. “Ho preso il virus – racconta – perché ho cercato di prenderlo e, al contrario di molti vaccinati, per contagiarmi ho fatto una fatica tremenda. Mi sono dovuto contagiare per necessità, dovendo lavorare e non considerando il vaccino un’alternativa valida”. Poi ha detto che era una sola battuta, certo ha capito che gli conveniva la retromarcia, intanto ha già perso almeno un contratto pubblicitario.
Basket

Il giocatore di Cantù Robert Johnson licenziato perchè no-vax, è il primo caso in Italia, ma il mondo è pieno di sportivi congedati perchè rifiutano i vaccini.
Due begli esempi

Scherma, l’allenamento congiunto fra olimpici e paralimpici, nella spada, a Tirrenia. Immaginiamo come sarebbe nei vari sport se si potessero allenare assieme le nazionali assolute e quelle dei paralimpici.