Come i corsi sulla motivazione sono solo un business per riempire le tasche di commerciali che si rivolgono ai creduloni. In questo articolo ti svelerò 3 importanti questioni che cambieranno il tuo modo di vedere la motivazione. C’è stata sicuramente almeno una volta nella vita in cui hai sperimentato un calo di motivazione. Certo, ci sono attività che “senti” più di altre, e il solo farle ti genera piacere e anche un certo grado di spinta ad andare avanti. E ce ne sono altre per le quali cui proprio non ce n’è, a meno che tu non riceva uno stimolo dall’esterno da parte di una persona di cui ti fidi.
Sono momenti che accadono

Momenti come questi capitano, e ti chiedi dov’è finita tutta la tua forza di volontà, quella capacità di agire che tanto vorresti. Qualcuno l’ha persa, qualcuno fatica a ritrovarla, altri, forse, non ce l’hanno mai avuta. Eppure sai che sarebbe importante e invece niente da fare, o vince il divano o vince facebook. Dovresti mettercela tutta e guardarti allo specchio soddisfatto, e ti ritrovi titubante sul lascio tutto o spengo anche il telefono. Dovresti avere quel sano orgoglio che ti permette di fare il primo passo, quello più difficile, anziché restartene fermo a fissare il vuoto. Momenti come questi capitano. Non solo a te. Qualcuno una volta mi disse: “la motivazione è come la doccia, ogni tanto te ne devi farne una.” Sul fatto di lavarsi con regolarità mi trovo molto d’accordo. Sulla questione motivazionale, invece, ritengo importante aprire una porta e guardare le cose da una prospettiva diversa, perché tu possa cogliere il senso più profondo di questo concetto.
Primo motivo per non credere ai corsi sulla motivazione

Prendila in questo modo. C’è una parte di te che ha la capacità innata di auto-motivarsi, eredità dei nostri antenati, secondo cui l’istinto “attacca o scappa” era il solo presente nel tuo cervello. E c’è una parte di te in cui la capacità di allenarsi e restare motivato (per sopravvivere, come minimo) si è spenta grazie all’uso della tecnologia. Esatto, una parte del tuo cervello riusciva a creare automotivazione perché era spinta all’azione, al ricercare, alla scoperta. Ma oggi, quasi il 99% dei tuoi bisogni sono indotti e soddisfatti prima ancora che tu possa sentire l’irrefrenabile desiderio di attivarti per raggiungerli. È tutto a portata di click. “Gran comodità” penserà qualcuno, e per certi versi lo è. Ma per altri, come la spinta all’automotivazione no. Perché? Semplicemente perché ti ha reso pigro.

Secondo motivo: la motivazione va allenata da soli
“Si ok Luca, ma se una cosa non mi appassiona…” Affermazione lecita anche se discutibile secondo l’equipe di ricerca dell’Università di Verona: la passione si può allenare e quindi coltivare. Come? Agendo. Continua ad allenarti, a fare, a impegnarti in ciò che fai, e con i primi risultati che otterrai inizierai ad appassionarti. Affinché ciò venga rinforzato crea un contesto sociale, o meglio relazionale, legato alla tua passione: sul lavoro potrebbe essere un obiettivo di team, nella vita privata un qualcosa che sia “dimostrabile” ai tuoi amici o familiari.
Terzo motivo: scienza

Dopamina. La ricompensa, ma anche l’attesa della ricompensa è già ricompensa. È un gioco di parole che porta con sé una grande verità. Ripensa a quando da bambino hai compiuto qualcosa di molto difficile, come andare con la bici senza rotelle. Ora pensa alla seconda volta che ci sei riuscito: ma stavolta pensa al momento in cui sei salito in sella, non all’aver fatto quelle 10 pedalate in equilibrio. Il fermento era già massimo nell’istante in cui ha detto a qualcuno “guarda, so andare senza rotelle” e hai assaporato la vittoria. La passione è emotiva, e quell’emozione passa attraverso la ricompensa. Quindi, impegnati a fare qualcosa che non sia troppo facile (zero dopamina) o troppo complicato (sottozero dopamina), ma che sia stimolante. E per stimolante potrebbe essere anche orientare la sveglia 10 minuti prima del solito – per qualcuno lo è davvero! -.
Il discorso meriterebbe pagine e pagine di approfondimento, ma per il momento, se stai cercando motivazione, considera che se speri di ottenerla dall’esterno sarà sempre molto debole e prima o poi non ti servirà più.
Comincia con lo sforzarti e fare quel primo passo. Difficile sì, ma il successo arriva dopo il sudore.
Dai il tuo meglio, ecco l’unica formula magica che funziona.