Lunedì 28 aprile è andato in onda su Sky Crime e su Now il docufilm L’impostore — La storia di Alessandro Proto, scritto da Marco Tursi e Egilde Verì. Ripercorre la parabola di un criminale geniale e spregiudicato. Quando ho sentito quel nome la memoria è andata indietro di 10 anni, a quando voleva comprare il Parma e allora sono andata a cercare nel computer di casa, fra quanto è pubblicato e quanto no. Autorizzò il giornalista Vanni Zagnoli a proporre dove collaborasse, da freelance, i documenti con cui manifestava il suo interesse per il Parma: le lettere a Figc, al sindaco di Parma Federico Pizzarotti, alla Lega calcio, a Giampiero Manenti che in quel momento stava acquisendo la società e ben presto si rivelò un bluff. Non ho salvato l’allegato ma almeno il messaggio accompagnatorio, gli indirizzi di posta elettronica, i contatti.
Proto e l’avvicinamento a Zagnoli

Nessuna volontà di generare caos, all’epoca, nessuna vicinanza a lui. Proto aveva cercato Zagnoli nei giorni precedenti quel 16 marzo, lamentandosi di un titolo de Il Giornale e allora parlarono a lungo. Qualche riga la piazzò sulla testata milanese, una su Il Messaggero. Si sentirono anni più tardi per ipotizzare un’intervista. Nel 2019 il suo arresto a Como, due anni più tardi la condanna per truffa ed estorsione. Un truffatore in giacca e cravatta, gentilissimo e anche di successo con le donne. Abbindolò persino la sua fidanzata.
La mail di Proto

Questa era la mail che inviò.
Oggetto: Manifestazione di interesse NON vincolante per PARMA FC
Data: 16 marzo 2015, 17:58:08 CET
A: <info@proto-group.com>
———- Messaggio inoltrato ———- Da: “Proto Organization”
Data: 02/mar/2015 17:05 Oggetto: Manifestazione di interessa NON vincolante per PARMA FC A:
Cc:
> Egregio Signor Sindaco, > > come indicato dalla Sua segreteria, siamo con la presente, a comunicarLe una manifestazione di interesse per quanto riguarda il dossier PARMA FC. > > Il nostro gruppo opera a livello internazionale su piu’ settori e da qualche anno a questa parte stiamo valutando l’acquisto di squadre di calcio professionistiche in Italia. > > Avevamo provato con il Torino nel 2010 con una offerta vincolante al Presidente Cairo di 40 mln di euro che ci venne rifiutata. > > Da allora non abbiamo piu’ perseguito nell’acquistare squadre in Italia. Vista la situazione attuale del Parma FC, saremmo interessati a valutare le carte ASAP per poter prendere una decisione ed eventualmente subentrare il prima possibile. > > Attendiamo una Sua cortese risposta chiedendoLe la cortesia di tenere riservata la presente manifestazione di interesse. > > Ovviamente, siamo in grado di fornire tutte le garanzie economiche e finanziarie che ci verranno richieste. > > Cordiali saluti > > > > PROTO GROUP Ltd > > LONDON – UK > 40, Berkeley Square > W1J5AL > T. +44 20 3514 7689 > F. +44 20 3514 7690 > > > NASSAU- BAHAMAS > Gilingam House > PO Box N-7543 > East Bay Street > T. +1 516 855 7680 > F. +1 516 323 0019
Quel messaggio di 10 anni fa venne accompagnato dalla proverbiale nota di riservatezza.
Il presente messaggio, corredato dei relativi allegati, contiene informazioni da considerarsi strettamente riservate ed è destinato esclusivamente al destinatario sopra indicato, il quale è l’unico autorizzato ad usarlo, copiarlo e, sotto la propria responsabilità, diffonderlo. Chiunque ricevesse questo messaggio per errore o comunque lo leggesse senza esserne legittimato è avvertito che non è legalmente consentito trattenerlo, copiarlo, divulgarlo, distribuirlo a persone diverse dal destinatario ed è pregato di rinviarlo immediatamente al mittente distruggendo l’originale.
Tutti gli inganni di Proto
Si appoggiava all’avvocato Maurizio Bignani, di Milano, ottennero quell’appuntamento. Il Parma sarebbe fallito senza di lui.
La sede inglese è durata un anno e mezzo, sino al 2017. Un Proto group oggi figura in North Haven, Connecticut, Stati Uniti. Chissà se è sempre di Alessandro…
Repubblica ha dedicato alla sua storia una pagina a firma di Silvia Fumarola dal titolo Alessandro Proto, il venditore di bugie. La sua storia in un docufilm. “Ha ingannato media, imprenditori e cittadini, costruendo un impero di bugie con l’arte della finzione. Racconta l’ascesa e il crollo di un personaggio affascinante e pericoloso.
Se ne occupa anche Repubblica
Sempre il quotidiano romano pubblica online il video dell’anticipazione inviata da Sky.
Fa un certo effetto vedere su Sky Crime questa storia un mese e mezzo dopo il documentario sul metodo Di Bella, per la cura antitumorale. Era una strategia discussa, osteggiata dal ministero della sanità. Che per esempio si risentì quando uscì un articolo su Il Messaggero di Roma, datato Modena, che ripercorreva quanto andato in onda sul tg3 dell’Emilia Romagna. Il caso da fine anni 90 divise l’Italia, comunque aveva una base scientifica.
Nella fattispecie di Proto, invece, solo bugie.
Il bello è che lui stesso ne ricavò un libro: “Io sono l’impostore”, scritto assieme al giornalista freelance Andrea Sceresini, nel 2017, per Il Saggiatore.
Proto, ovvero come truffare la gente
Questa è la sinossi, ovvero la sintesi.
Regola numero uno: per avere successo non occorre fare i fatti, basta inventarli e poi convincere gli altri che siano veri. È stata questa la folgorazione che ha portato alla ribalta l’impostore più visionario della storia italiana. Nato nei quartieri di Milano dove imperversavano Renato Vallanzasca e le Brigate rosse, a diciassette anni fugge dalle combriccole criminali di via Padova e dai primi bucomani del Parco Lambro per vendere enciclopedie porta a porta nella provincia bergamasca. Venti anni più tardi il suo nome spicca per la prima volta sul Corriere, accanto a quelli di due insospettabili clienti: George Clooney e David Beckham. È l’inizio di una scalata inarrestabile. Il suo nome è Alessandro Proto e, anche se non ce ne siamo accorti, ci ha fregati tutti.
Da Milano a Lugano, da Parigi a Londra e a New York, l’impostore ha fatto affari con Donald Trump e i padroni della Terra, ha scalato aziende dal fatturato milionario, risollevato le sorti della stampa nazionale, terrorizzato i politici con le sue ambizioni presidenziali e ha ispirato il protagonista di Cinquanta sfumature di grigio. Ha sedotto, con grazia e superbia, alcune delle donne più belle del pianeta, mentre un elegante manipolo di adepti incravattati ne seguiva pedissequamente le gesta. Ma il suo più grande successo rimarrà un altro: non aver fatto assolutamente niente di tutto questo. Alessandro Proto non è mai stato il finanziere, l’imprenditore, il politico, il dongiovanni che ha sempre dichiarato di essere. Ha fatto tremare l’Italia nascosto dai vetri del suo uffi cio milanese, dal quale notte e giorno rilasciava interviste e comunicati stampa su imprese leggendarie ma totalmente inventate. Dal Corriere al Sole 24 Ore, dal Daily News al Mundo, i giornali hanno fatto a gara nel raccontarle, senza mai verificare le fonti. E tutti ci abbiamo creduto.
Proto e le menzogne
Io sono l’impostore è la storia vera di Alessandro Proto, l’uomo che ha incarnato l’epica della menzogna, l’apologia del sogno e l’archetipo della postverità, e che ora ha deciso di svelare in questo libro tutti i suoi inganni. Una storia tanto riprovevole quanto straordinaria che ci espone a due reazioni pericolose e inconciliabili: la condanna inflessibile della falsità, oppure l’illuminazione impudente che ognuno di noi possa diventare, seguendo queste regole, l’uomo o la donna che ha sempre sognato.
Lì Alessandro Proto si definiva un imprenditore e businessman italiano. Nel 2001 ha aperto in Svizzera la sua prima agenzia di consulenze immobiliari. Con il 2010 inizia ad acquisire visibilità in veste di consulente di star internazionali come George Clooney, e poi Mel Gibson, Emma Watson e Leonardo Di Caprio. Nel 2011 prova la scalata alla presidenza del Torino Fc e diventa il proprietario del quotidiano Pubblico. Con il 2012 ha offerto 150 milioni di euro per comprare La7. Nel 2013 si è candidato alle primarie del Pdl. Nello stesso anno è stato arrestato per truffa e aggiotaggio. Tutti i suoi successi si sono in seguito rivelati il frutto della sua fantasia e della mancata verifica delle fonti da parte dei giornali.
Dal carcere alla visione del docufilm

Da allora, è la nostra chiosa, ha avuto varie condanne. Nel 2021, il tribunale di Brescia gli ha inflitto 6 anni e 8 mesi per estorsione, truffa e riciclaggio. Questa volta la vittima è una 36enne svedese.
A lungo era stato residente a Lugano, nel 2017 la segreteria di stato della migrazione (Sem) aveva emesso un divieto d’entrata in Svizzera fino al 2022. Aveva anche patteggiato 4 anni per aver spillato 130mila euro a una donna malata di cancro.
Chissà se dal carcere avrà apprezzato il docufilm su di sè.