Tra l’estate del 1945 e la primavera del 1949 Italo Calvino scrisse una trentina di racconti brevi che uscirono in buona parte su giornali. Nel 1949 Einaudi li pubblicò nella raccolta che venne intitolata Ultimo viene il corvo insieme a una scheda bibliografica realizzata quasi certamente da Pavese. Nel volume compare il racconto autobiografico La stessa cosa del sangue ambientato nei boschi dell’entroterra ligure dove due fratelli si nascondono per sottrarsi alla leva obbligatoria alla Repubblica di Salò. La madre è stata catturata dai tedeschi e «adesso si sarebbero presi per mano, avrebbero camminato smarriti, bambini senza mamma. Invece c’erano tante cose da fare, nascondere le bombe, le pistole, i caricatori, i fucili, i medicinali, gli stampati, nasconderli dentro il covo degli olivi e dietro le pietre dei muri, chè i tedeschi non venissero a perquisire fin lassù, a cercar loro».
La memoria del sangue

Nell’ottantesimo anniversario della Liberazione, quando ormai pochi sono i testimoni che hanno vissuto la Resistenza per poterla ancora raccontare, l’editore DeriveApprodi ha voluto prendere in prestito il titolo di questo racconto di Calvino per un’antologia, uscita da pochi giorni. Ha affidato a Sergio Sichenze l’incarico di chiedere a ventuno scrittrici e scrittori «di misurarsi con la memoria della Resistenza, con la condizione umana che impose un cambio di paradigma: un mutamento del nostro sguardo sul mondo», assumendosi dunque l’onere di continuare a raccontare cosa sia stata la lotta dei nostri partigiani che diedero la vita per un’Italia democratica, liberandola dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista, collaborando con le forze degli Alleati.
L’antologia

L’antologia raccoglie ventuno emozionanti e suggestivi racconti che ci parlano non solo della Resistenza di allora, ma delle quotidiane resistenze dell’oggi. Alle autrici e agli autori è stato chiesto di «rintracciare nei propri vissuti i sedimenti prodotti da quei venti mesi rivoluzionari; una ricerca che reca in sé una domanda: da lì comincia la nostra storia nella storia?, come scrisse Leonardo Sciascia a proposito della Guerra civile spagnola, periodo cruciale per la maturazione ideologica di un’intera generazione cresciuta sotto il fascismo. In che modo la memoria di quella storia nella storia ha teso a scrittrici e scrittori di oggi un agguato nei loro viaggi di carta, facendoli trovare, talvolta o sovente, dall’altra parte» (dalla nota del curatore, Sergio Sichenze).
Ogni partecipante ha ricordato il sangue di tutti

Ognuno dei partecipanti all’antologia ha dato un contributo personale. Non poteva certo esserci una risposta univoca allo spunto suggerito, e questo rende la lettura ancora più interessante. Tutti si sono tenuti ben lontani dalla retorica, dall’immagine idilliaca del “buon” partigiano che mette in fuga il feroce nazifascista, al punto che, quando la narrazione tratta della morte del protagonista il registro stilistico viene mantenuto volutamente sobrio, sostenuto da materiale documentario. Alcuni racconti mettono in luce il tema delle aspettative per “il dopo”, aspettative che portarono purtroppo a delusioni difficili da elaborare. E non viene trascurata una questione controversa come il rapporto a volte difficile tra i partigiani e la popolazione.
Un libro che ci parla di quello che fu “il tempo delle scelte”, quando ciascuno dovette interrogarsi su cosa fare e da che parte stare. Scelte difficili, spesso, coraggiose, sempre. Esempi da tenere presenti in un momento storico che vede vacillare certe conquiste. Perché non si deve permettere che il sacrificio di coloro che combatterono e morirono per la nostra libertà sia stato vano.
L’autore

Sergio Sichenze, nato a Napoli nel 1959, è poeta, narratore, educatore, occupandosi prevalentemente del rapporto tra letteratura e società. Ha pubblicato racconti e raccolte poetiche, l’ultima dal titolo Nodi (Gilgamesh Edizioni 2024). Dal 2019 è membro della giuria del Premio Nazionale di Poesia Terra di Virgilio. Fa parte dell’associazione La Corte dei Poeti di Mantova. Ha vissuto per oltre quarant’anni nel nordest dell’Italia: a Trieste e a Udine. Ora vive in Valdemone, alle pendici dei Nebrodi, affacciato sull’arcipelago delle Eolie.
La stessa cosa del sangue. Racconti con la resistenza, a cura di Sergio Sichenze, Bologna, DeriveApprodi, 2025. [Racconti di: Elisabetta Baldisserotto, Sonia Caporossi, Paolo Crespi, Anna Maria Curci, Luciana De Palma, Cristiano Dorigo, Francesco Forlani, Antonio Fiori, Angelo Floramo, Paolo Gera, Stefano Iori, Eugenio Lagomma, Abele Longo, Irene Pavan, Max Ponte, Orsola Puecher, Maria Teresa Regard, Sergio Sichenze, Enrica Simonetti, Luisa Stella, Pasquale Vitagliano. Con i contributi di Giorgio Mascitelli e Alessandra Pigliaru].
Ottima recensione! Come sempre Annalisa Bruni è bravissima!
Grazie!
Ancora non ho il libro in mano,ma dalla prefazione di Sichenze,e conoscendolo per aver letto i suoi accurati ,creativi,sofferti testi poetici e non,sono già sicura che La stessa cosa del sangue,mi appassionera per i contenuti che condivido per mia antica formazione socio politica