Il protagonista del nuovo romanzo di Paolo Ruffilli, studioso di Pessoa, si reca a Lisbona per un convegno dedicato allo scrittore portoghese. La narrazione procede con andamento circolare, si apre e si chiude in aeroporto, con un volo che inizia e conclude un’avventura non solo intellettuale, ma fortemente emotiva e sentimentale.
Quando si ama un autore o un’autrice non si può fare a meno di percorrere i suoi luoghi, per viverli, ascoltarli, respirarli, come se in essi si potesse ritrovare e quasi possedere la sua anima. I pellegrinaggi letterari ci portano, per esempio, a sedere per un intero pomeriggio al bar dell’Algonquin Hotel, a New York City, sorseggiando un cocktail, per “incontrare” Dorothy Parker; oppure a passeggiare per Bloomsbury, a Londra, ascoltando le vibrazioni lasciate da Virginia Woolf, che ha calcato quelle strade. Oppure ci costringono a percorrere chilometri a Mosca, per cercare le case di Majakovskij, Tolstoj, Cechov, Dostoevskij. A me è capitato.
Ruffilli e il suo sogno

L’incontro con Vita, una donna molto affascinante, infatti, accenderà una passione travolgente che poco alla volta si intreccerà, attraverso citazioni e ricordi, con la relazione tra Fernando Pessoa e la giovane Ophélia Soares Queiroz.
Nel testo si alternano brani in carattere tondo e altri in corsivo, e il lettore, forse inizialmente sorpreso, procedendo comprende che i primi si riferiscono al protagonista e i secondi invece sono tratti da quanto ha lasciato Pessoa: diari, lettere. Due piani narrativi, dunque, che si rincorrono, si mescolano, voci che in qualche modo si compenetrano e si fondono in un’identificazione sempre più coinvolgente.
Passione, desiderio, rigore intellettuale e ricerca del senso più profondo della vita (non a caso questo è il nome della la donna di cui il protagonista si innamora) concorrono a rendere queste pagine di Ruffilli un’esperienza letteraria e intellettuale estremamente profonda.
Ruffilli e Lisbona nel segno di Pessoa

Dalla nota di lettura scritta da Antonio Tabucchi e posta a conclusione del volume, dopo quella scritta dall’autore medesimo, spiega la genesi di questo romanzo che Ruffilli ha pubblicato ben dodici anni dopo la prima stesura e che ha continuato a limare, sempre insoddisfatto della sua scrittura. Oltre un decennio dunque di revisioni, riscritture, per giungere a un libro denso, dove ogni parola è stata cercata e soppesata ad arte, per dare a Pessoa un omaggio degno della sua grandezza. Lo studio lungo e appassionato di Ruffilli sull’inquieto rapporto tra lo scrittore portoghese e Ophélia Soares Queiroz ha dato vita, dunque, non a un saggio, ma a una narrazione romanzesca rigorosamente basata sulla documentazione raccolta.
Lisbona e il suo ruolo centrale

Lisbona ha un ruolo centrale nello svolgersi dei fatti raccontati. Il protagonista (e con lui l’autore stesso) la scopre attraverso l’amico Henrique. «Una Lisbona dal vivo corpo femminile, piena di sapori e di colori anche nel buio, punto terminale e diga costruita nel tempo a reggere la deiezione a occidente dell’Europa verso l’Atlantico e l’ignoto. E, nel suo viaggio verso il sole che tramonta, si fa interprete di quello sforzo per decifrare gli enigmi della vita. Edello stare al mondo che lascia purtroppo la valigia sempre piena d’ombre» (p. 171-172).
Tutte le citazioni di Pessoa sono state tradotte personalmente da Ruffilli sulla versione definitiva delle opere pubblicate dalla casa editrice Ática di Lisbona.
L’autore

Paolo Ruffilli (Rieti 1949), poeta e saggista italiano. Collaboratore di pagine culturali e consulente editoriale, ha esordito con i versi di La quercia delle gazze (1972). Cui hanno fatto seguito tra le altre le raccolte Piccola colazione (1987), Camera oscura (1992), La gioia e il lutto. Passione e morte per aids (2001), dialogo poetico, carico di rimorsi e rimpianti, tra un padre e un figlio malato terminale. É anche autore di saggi letterari (Ippolito Nievo. Orfeo tra gli Argonauti, 1991; Vita, amori e meraviglie del signor Carlo Goldoni, 1993) e curatore di classici italiani e inglesi, nonché traduttore (K. Gibran, R. Tagore e poeti inglesi dei secc. XVI-XVII). Nel 2003 ha esordito nella narrativa con Preparativi per la partenza (Marsilio, 2003), raccolta di racconti. Nel 2020 pubblica con Mondadori Le cose dal mondo.
Paolo Ruffilli, Fuochi di Lisbona. Con una nota di lettura di Antonio Tabucchi, Firenze, Passigli, 2024.
Mi riconosco in questa nota critica di Annalisa Bruni e ritrovo le intenzioni che mi hanno fatto scrivere Fuochi di Lisbona
Grazie!
Grazie!