Il concetto che si esprime attraverso la realizzazione delle cosiddette ”città-spugna” mira alla trasformazione degli spazi urbani in sistemi capaci di assorbire, filtrare e gestire l’acqua in modo naturale ed efficiente, così come fanno le spugne in natura.
Il costante aumento della popolazione, che è sempre più urbana, causa una serie di problemi all’ambiente, tra i quali la cementificazione costante che ha come effetto secondario (ma non troppo!) l’impermeabilizzazione del suolo, l’inquinamento idrico e atmosferico e l’aumento delle inondazioni.
Cosa s’intende per città-spugna

Il concetto di “città-spugna (in inglese: sponge city), ha avuto origine in Cina nei primi anni del 2000, quando alcuni ricercatori svilupparono un sistema innovativo per gestire le risorse idriche meglio di quanto non si fosse fatto fino a quel momento.
Con la progettazione di strutture architettoniche specifiche, è possibile raccogliere la pioggia e indirizzarla verso falde acquifere o bacini di raccolta artificiali, nei cosiddetti “rain garden” (in italiano, “giardini della pioggia”).
Questo approccio senz’altro ecologico offre un supporto fondamentale, recuperando l’acqua piovana e destinandola a una serie di altri usi: contribuisce a facilitare la crescita delle radici anche sotto le superfici pavimentate, migliorando così la salute dei (sempre troppo pochi!) alberi presenti nelle nostre città e, grazie alla conservazione dell’acqua, mantiene rigogliosi i numerosi giardini previsti da questo modello urbano, garantendo così un ambiente più sano e vivibile per i residenti.
Cosa sono i rain garden

La caratteristica maggiormente distintiva delle città-spugna è la presenza di ampie aree verdi, non solo quindi dei “rain garden”. Questi giardini sono progettati in modo da avere una struttura a bacino, ovviamente a un livello inferiore rispetto a quello delle superfici circostanti; grazie a questo accorgimento, durante i temporali l’acqua piovana si raccoglie nei bacini. I diversi strati presenti nel terreno scelto appositamente perché ha questa caratteristica, drenano l’acqua gradualmente e la depurano, per mezzo della filtrazione naturale, da molteplici inquinanti presenti. Le piante messe a dimora nei “rain garden” sono tendenzialmente quelle tipiche di quel luogo, selezionate per meglio adattarsi alle condizioni locali e favorire la biodiversità. Così facendo, si contribuisce alla gestione sostenibile delle acque piovane e anche alla conservazione degli ecosistemi naturali che sono presenti.
Migliore qualità dell’acqua con la città-spugna?

Le città-spugna rappresentano una soluzione innovativa per contribuire a risolvere una serie significativa di problemi ambientali. Innanzitutto, grazie alla realizzazione di parchi fluviali, di tetti verdi e di bacini di raccolta delle acque piovane, contribuiscono a ridurre il rischio di inondazioni; ma non solo: consentono di rallentare il deflusso delle acque e di ridurre il lavoro dei sistemi di smaltimento delle stesse, aiutando a prevenire allagamenti e danni agli edifici e alle infrastrutture cittadine. Inoltre, grazie all’utilizzo di aree verdi – giardini e parchi – si favoriscono i processi naturali di filtrazione dell’acqua da parte del terreno, perché agiscono come veri e propri filtri naturali, eliminando molte sostanze inquinanti dalle acque piovane e riducendo il livello di quelle che finiscono nei corsi d’acqua e nelle falde acquifere.
Anche la biodiversità se ne avvantaggia

La realizzazione di nuovi parchi e giardini con il conseguente aumento della vegetazione presente nelle aree urbane, fornisce nuove “case” per molte specie, sia vegetali sia animali. Il che, tra l’altro, aiuta a preservare la diversità biologica nelle città, ma anche migliora l’equilibrio ecologico, riducendo il bisogno dell’intervento dell’uomo, di solito apportatore più di danni che di vantaggi! Un altro beneficio sta nella riduzione dell’eccessivo accumulo di calore nei centri abitati; le città-spugna favoriscono la riflessione della luce solare e la traspirazione delle piante, contribuendo a ridurre la temperatura dell’ambiente, elemento che porta al risparmio energetico nei sistemi di raffreddamento.
Con la città-spugna ci guadagniamo tutti

Anche dal punto di vista economico e da quello sociale, le città-spugna comportano vantaggi. I sistemi di raccolta delle acque piovane e le tecniche di irrigazione a basso consumo riducono il consumo di acqua potabile e apportano un importante risparmio energetico nelle attività di pompaggio e di trattamento delle acque. Inoltre, creando parchi e giardini, si promuovono la socializzazione, il benessere psicofisico e l’inclusione sociale, migliorando la qualità della vita dei cittadini e rigenerando anche le aree urbane interessate.
Alcuni esempi in Italia e nel mondo

Una volta tanto, non sono stati gli USA a essere i precursori ma lo è stata la Cina Tra i primi esempi significativi di città-spugna si annovera la città di Wuhan che, nel 2015, è diventata la prima città cinese ad adottare il concetto di città-spugna.
In Europa, la palma d’oro è di Copenaghen, che ha già avviato un programma ventennale di prevenzione delle inondazioni. Tra le iniziative più rilevanti, infatti, c’é la realizzazione di un bacino per la raccolta delle piogge.
Venendo al nostro Paese, un esempio davvero interessante è Modena, che ha aderito al progetto Grow Green (Il progetto Grow Green, iniziato nel 2017 e durato 5 anni e mezzo, si è posto l’obiettivo di migliorare la resilienza idrica e climatica e fronteggiare fenomeni come inondazioni, alluvioni e isole di calore, tramite l’utilizzo di Nature-Based Solutions (NBS), strumenti che usano la natura e le funzioni naturali degli ecosistemi sani per affrontare le sfide ambientali e quelle legate ai cambiamenti climatici), avviando un’analisi dettagliata dei suoi sistemi di drenaggio urbano, che è servita da base per lo sviluppo di una strategia mirata a prevenire gli allagamenti, gestendo in modo ottimale le acque piovane e le risorse idriche.
Pavimentazioni ecologiche e acque piovane

Per trasformare una città in una città-spugna, si devono mettere in atto azioni di progettazione e implementazione mirate. Chi le progetta, dice giustamente che asfalto e cemento rendono impermeabili le superfici, ostacolando il naturale deflusso delle acque meteoriche. Perciò, la prima cosa da fare è ridurre l’uso di quei materiali e cercarne di alternativi. Tipo le pavimentazioni permeabili, per esempio utilizzando il cosiddetto “calcestruzzo poroso”. Questo tipo di calcestruzzo permette un’elevata permeabilità all’acqua, consentendo alla pioggia di filtrare attraverso la superficie e penetrare nel terreno sottostante, seguendo il suo corso naturale, non accumulandosi in superficie, evitando la formazione di pozzanghere e riducendo anche il rischio di incidenti stradali.