Ottavio Bottecchia fu il primo italiano a vincere il Tour de France cento anni fa: correva l’anno 1924, il 20 luglio. Ottavio (in quanto ottavo figlio, era un’altra Italia) nacque nella provincia di Treviso e fu un eroe della Grande Guerra, premiato con una medaglia di bronzo al valore militare per l’impegno sul Piave. Venne fatto prigioniero tre volte dagli austriaci, ma seppe fuggire cavandosela sempre. Tornato alla vita di tutti i giorni, diventò un carrettiere nel suo territorio, San Martino di Colle Umberto. Mestiere che svolgevano alcuni dei suoi tanti fratelli. Il ciclismo in poco tempo gli diede la popolarità e gli cambiò la vita.
I francesi dell’Automoto erano alla ricerca di un uomo che aiutasse Henri Pelissier

I francesi della squadra “Automoto” necessitavano di un corridore italiano che aiutasse il loro beniamino Henri Pelissier ad aggiudicarsi finalmente il Tour. Scelsero il promettente ma già noto Giovanni Brunero, che rifiutò ma pare che suggerì lui stesso il nome del possibile sostituto. Proprio Bottecchia.
Ottavio Bottecchia nell’edizione 1923 conquista tappe e indossa la maglia gialla

Nell’edizione del 1923 si mise subito in evidenza, conquista tappe e indossa la maglia gialla. Le corrispondenze dei giornali italiani glorificano le imprese di questo sconosciuto italiano che mette in riga i francesi sulle strade di casa loro. La “Gazzetta dello Sport” decide di sostenerlo economicamente, lanciando una sottoscrizione tra i lettori che vede anche il contributo del Duce Benito Mussolini.
Nella tappe Nizza-Briançon Ottavio Bottecchia deve dare l’addio ai sogni di gloria

Nella tappa tra Nizza e Briançon, sulle Alpi, Bottecchia però sta male e deve dire addio ai sogni di gloria. Scende addirittura di sella, sta troppo male, non ce la fa a proseguire la corsa che poteva incredibilmente vincere. Quel Tour doveva essere di Pellissier: il veneto fu probabilmente avvelenato. Lo spiegò il belga Leon Scieur, vittima della stessa vigliaccheria: prese un caffè da uno spettatore sul Tourmalet e rimase incosciente e ospite, per una settimana, in una clinica. Pellissier, ça va sans dire, vinse.
1924: la squadra coprì di denaro Ottavio Bottecchia

La squadra, però, lo coprì di denaro. Così Bottecchia rimase a correre per loro anche nelle stagioni successive. E trionfò nel 1924, cento anni fa esatti, al Tour, all’età di trent’anni. Il primo italiano. Avremmo potuto vincere prima, ma i più grandi campioni di casa nostra, Costante Girardengo e Alfredo Binda su tutti, snobbano sempre la maglia gialla, preferendo riposarsi in Italia o ottenere altri ingaggi. E i francesi soffrivano enormemente lo snobismo azzurro.
Ottavio Bottecchia divenne un mito

Bottecchia divenne un mito per i francesi ma soprattutto per gli italiani. Eravamo all’inizio del ventennio fascista, la sua figura si prestava facilmente alla strumentalizzazione: l’italiano che conquistò non uno, ma due Tour de France. Già, perché il veneto, ormai ricco e popolarissimo, vinse anche nel ’25. Una storica doppietta consecutiva per Botescià, come veniva chiamato dai transalpini, mai più riuscita a nessun ciclista italiano.
Nel 1927 cambia la vita di Ottavio: il 23 maggio un’auto ha investito e ucciso il fratello Giovanni

Fino a questo punto una storia di grande successo, in un’Italia ancora molto contadina e povera. Ma il 3 giugno del 1927 tutto cambia repentinamente. Pochi giorni prima, il 23 maggio, un’auto ha investito e ucciso il fratello Giovanni, mentre stava facendo un giro in bicicletta. Quel 3 giugno il campione esce di casa – abitava in Friuli – per un allenamento da solo, perché non aveva trovato compagni disponibili ad accompagnarlo.
Il 3 giugno l’incidente o l’aggressione? Bottecchia si è spento il 15 giugno 1927

C’è caldo e l’allenamento non va come dovrebbe, ma decide di proseguire. Quel giorno doveva “fare distanza”. Fino a che si sente male. Si ferma, si butta in un prato e perde sangue dalla bocca e dalla testa. Un contadino lo soccorre, ma non c’è più nulla da fare. In ospedale si scopre che aveva subito delle fratture alla base cranica, alla clavicola ed escoriazioni multiple. Tutte queste cose, solo su un lato. Sarà quindi caduto dalla bici nel corso della giornata? Ma questa è integra, non ha un graffio. Può essere caduto da fermo, riportando così tante ferite? Il mistero s’infittisce, mentre il campione si spegne il 15 giugno, dodici giorni dopo il misfatto.
Un pestaggio delle camicie nere sulle cause della morte di Bottecchia?

Tante le ipotesi. Il dolore per la morte del fratello unita a condizioni di salute già barcollanti da un pezzo. Un pestaggio delle camicie nere (tesi esternata da un sacerdote in punto di morte). Un contadino che lo colpì con una pietra in testa per aver rubato il suo raccolto (altra testimonianza offerta da un agricoltore poco prima di morire, molti anni dopo).
In Francia ipotizzarono vicende sentimentali, giro di scommesse o un omicidio su commissione. Ma Ottavio sussurrò la parola “malore”

La stampa francese ci ricamò sopra e suggerì altre piste: strane vicende sentimentali, un giro di scommesse, un omicidio su commissione. La famiglia non credette a nulla di tutto ciò e sposò la tesi del malore e della caduta fatale a bassa velocità. Anche perché nei pochissimi momenti di lucidità che ebbe durante i soccorsi, Ottavio Bottecchia, il bicampione del Tour, accennò proprio la parola “malore”. “Bottecchia” nell’immaginario collettivo divenne, quasi cento anni fa, un mistero e anche un marchio di biciclette, tuttora in attività.
A San Martino di Colle Umberto è stato inaugurato il museo in onore di Ottavio Bottecchia

Adesso a San Martino di Colle Umberto la Pro loco capitanata da Tiziana Gottardo è stato aperto un museo con tutte le memorie che è stato possibile reperire. Sul campione è stato girato un cortometraggio dal giornalista di RaiSport Franco Bortuzzo. Piazza Marconi a San Martino di Colle Umberto, a pochi metri dalla casa natale del celebre ciclista Ottavio Bottecchia e dal Museo Ottavio Bottecchia, farà da cornice venerdì 19 luglio alla prima assoluta di “Maglia gialla”. Ieri sera (venerdì 19 luglio), l’incredibile storia di Ottavio Bottecchia”, è stato interpretato nello spettacolo teatrale voluto dalla Pro Loco di Colle Umberto e ideato dal Centro Teatrale Da Ponte di Vittorio Veneto.