I luoghi assorbono e conservano, in qualche modo, la memoria di coloro che li hanno vissuti o anche solo attraversati. Probabilmente è per questa ragione che da sempre esiste una specie di turismo che ha le caratteristiche del pellegrinaggio. Bulzoni ha pubblicato lo scorso anno il volume I luoghi di Pier Paolo Pasolini, a cura di Stefano Pifferi e Carlo Serafini, che raccoglie gli atti del convegno omonimo tenutosi a Viterbo il 7 dicembre 2022 presso l’Università degli Studi della Tuscia (Disucom).
Chi ha amato un poeta, uno scrittore, un artista, un musicista, uno scienziato o qualche altra persona che l’ha fatto appassionare per la propria opera, facilmente, appena può, deciderà di andare a vedere la sua casa, le strade dove ha passeggiato, la città che l’ha visto nascere e/o quelle che l’hanno accolto durante la sua vita. Questi pellegrinaggi hanno dato vita a libri che li raccontano: pensiamo per esempio a La scrittrice abita qui, di Sandra Petrignani (Vicenza, Neri Pozza, 2002) oppure a Le case dei miei scrittori, di Éveline Bloch-Dano (Torino, add editore, 2019).
7 interventi per ricordare Pier Paolo

Nel libro sono raccolti i sette interventi che hanno voluto approfondire la figura del poeta, scrittore e regista attraverso un punto di vista originale. Pasolini era un cittadino del mondo, grande e appassionato viaggiatore che tuttavia rimase sempre legato ad alcuni luoghi precisi. Prima di tutto Bologna, la città natale dove compì gli studi e Casarsa della Delizia, dove trascorse gli ultimi anni della seconda guerra mondiale e dove visse la fondamentale esperienza intellettuale dell’Academiuta di Lenga Furlana. Poi Roma, dove fuggì il 28 gennaio 1950 in seguito ai noti fatti di Ramuscello che lo portarono a dover affrontare un processo per atti osceni in luogo pubblico e naturalmente la Tuscia, dove decise di acquistare la Torre di Chia per farne la sua ultima dimora. E poi anche Ostia, tragico luogo del suo assassinio.
I luoghi della formazione

Un panorama composito e denso di sfaccettature, dunque, che viene aperto da Gabriella Palli Baroni, tesa a indagare I luoghi della formazione poetica e artistica: Bologna e Casarsa della Delizia (pp. 11 -26), affiancata da Angelo Favaro con il saggio «Dove… era nato il mio amore»: locus amoenus e spazi reali e dell’ideale nei romanzo friulano incompiuti di Pier Paolo Pasolini (pp. 27-50).
Il rapporto con la Capitale viene ricordato da Filippo Grazzini nel testo Pasolini e una topografia dantesca di Roma (pp. 51-66) mentre alcune mete dei suoi numerosi viaggi sono protagoniste in due saggi: L’odore dell’altrove: Pasolini e l’India, di Stefano Pifferi (pp. 67-80) e La Grecia assoluta di Pier Paolo Pasolini. Alcune note, di Francesca Sensini (pp. 81-93).
Rosella Lisoni dedica il suo studio a Pasolini e la Tuscia: Chia, il cinema, l’Università (pp. 95-109). Conclude il volume il saggio di Carlo Serafini, Idroscalo di Ostia: la morte, il simbolo, l’eredità (pp. 111- 126).In

In appendice un breve testo di Roberto Villa, Gli Orienti di Pasolini. Sulla collezione fotografica, che seguì la troupe del film Il fiore delle mille e una notte ad Aden in Yemen, ne documentò le riprese e che curò una mostra fotografica a latere del convegno viterbese.
I luoghi di Pier Paolo Pasolini, a cura di Stefano Pifferi e Carlo Serafini, Roma, Bulzoni editore, 2023.
Non ho conosciuto Pier Paolo ma sentito parlarne e tanto. Abito vicino ai luoghi dove il predetto ha vissuto e precisamente vicinissimo a Ramuscello di S. Vito al Tagl. luogo dei fatti processati presso la Pretura di S. Vito al Tagl. Altro potrò dirlo a voce.
Mandi.
Forse avete dimenticato l insegnamento a Ciampino dove incontro, in qualità di studente, Vincenzo Cerami
Mio padre Severino è stato alunno e amico di Pasolini e partigiano anche visto che portava i viveri al fratello di Pasolini come noto assassinato dai tedeschi. Mio padre mi ha sempre raccontato di bene di Pasolini percorrevano insieme 11 km in bici x andare a scuola e tanti x tornare col caldo e col gelo e spesso si fermava a mangiare a casa di mia nonna specie quando c erano i fagioli. La signora Susanna la mamma di Pasolini era amica di mia nonna. Per difendere il fratello di Pasolini mio padre seppur ragazzino fu fermato e bastonato a sangue dai tedeschi ma nn rivelò mai dove si nascondevano nel bosco i partigiani e chiaramente il fratello del poeta .Fu Pasolini a incoraggiare mio padre a partecipare a un concorso di poesia che vinse ma la poesia forse finita nei registri di classe o chissà in cosa altro fu annoverata a Pasolini e così è rimasta . Ad un giornalista che intervistò anni fa mio padre fu riferita questa cosa ma aimé il mio papà prematuramente è volato in cielo e quando fummo contattati nuovamente nn ricordavo il nome della poesia, pazienza. Posso cmq dire che mio padre ha sempre raccontato di bene del suo professore e della sua immensa umanità era l unico ad avere le scarpe da calcio eil mio papà era mancino quindi Pasolini prestava a lui la scarpa sinistra e la destra la teneva lui x giocare. Quando si seppe della fine tragica del professore mio padre soffrì tantissimo. Oratore e incantatore così definito nel senso più più alto dei termini nella mia famiglia ha avuto sempre un ricordo d onore.
Passaggio sbagliato,Guido il fratello di ppp,fu ucciso dal partigiani rossi della sezione osoppo o nome simile,e non dai tedeschi dove lei afferma.Fu ucciso da questi assassini pure il fratello di De Gregorio,tanto per raccontare la storia giusta e non con gli occhi del colore.Credo che la mamma Susanna non li abbia mai dimenticati ,credo proprio odiati.
Il fratello di PPP fu fucilato dai partigiani rossi,e non dai tedeschi.La mamma Susanna credo non lo abbia mai perdonati.Tanto x raccontare la storia vera Grazie
Si dovrebbe scrivere anche della partecipazione di Pasolini alle manifestazioni e lotte contadine dei mezzadri del sanvitese, per un più giusto riparto dei prodotti, per l’accesso alla proprietà della terra ( la terra a chi la lavora! ). Pasolini era di Casarsa della Delizia ma frequentava assiduamente la frazione di S.Giovanni ( affiggeva nella bacheca della Loggia i suoi manifestini) e la vicina San Vito al Tagliamento, la sua frazione di Prodolone ( quest’ ultima luogo ove ora abito ).
Silvio Valdevit Lovriha
Pasolini personaggio troppo complesso per poterlo descrive in poche righe. Abito a Codroipo a 10 minuti di auto da casarsa e vado spesso a portargli un saluto dov’è sepolto, in quel luogo riesco a trovare un po’ di pace soprattutto pensando all’ eredità intellettuale che ha lasciato a tutti noi cmq a parte visitare i luoghi dove è vissuto credo che la cosa migliore da fare sia studiare tutta la sua opera e recitare dentro di noi (come fece Roberto Saviano) , ” l’ IO SO ” del suo e del nostro tempo. O.S.
“…Pasolini era un grande artista lui si amava la cultura, non tirava sanpietrini come alcuni sessantottini, Pasolini è morto presto, troppo presto per capire che quell’uomo non lo amava che quell’uomo lo tradiva.” -da sono un artista che vive a nord-est. Cantando Pasolini-
Quando PPP è stato ucciso, io ero una bambina di quattro anni, ma da quando lo ho “conosciuto” lo ho amato e “riconosciuto”. Ha saputo parlare e trattare la politica con la poesia, lui Anima speciale di rara Bellezza e Sapienza meriterebbe studio maggiore nelle scuole e non solo.