Il giorno dopo, 26 aprile, a Venezia c’era di nuovo il boom di giornalieri. Si ripagava il ticket, e infatti vai con addii al celibato, giro dei bacari, ombra tour che hanno di nuovo invaso la città, assieme al turismo becero, quello che arriva con i panini imbottiti, lattine e soprattutto non visita i musei. Ne sanno qualcosa scatolettisti e borseggiatori. Si sono presentati puntuali a Piazzale Roma e alla Stazione, dopo le 16, quando scadeva l’orario ticket. Almeno loro, rispettosi. I dati della prima città al mondo che fa pagare un biglietto di ingresso, sono stati visti con benevolenza dalla stampa. Non è successo nulla di speciale a parte qualche centinaia di contestatori che poco hanno influito al successo del primo esperimento.

Zuin soddisfatto per la città dove si fa pagare per entrare

Sindaco soddisfatto, assessore al Bilancio, Michele Zuin, che incassa 78 mila euri (ma le oltre 300 persone mobilitate per la giornata costano di più..) con la promessa che a fine anno si arriverà a due milioni di incasso netto e probabilmente all’aumento del ticket fino a 10 euro. Per il momento non si è messo a bilancio l’arrivo imminente delle decine di contestazioni legali di molti avvocati, più o meno di chiara fama, a dare battaglia in base all’art.16 della nostra Costituzione (“Ogni cittadino può circolare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”).
Una città da pagare che potrebbe diventare un esempio

Questione tutta da verificare. In provincia di Bolzano, al lago di Braies, dal 2023 c’è il numero chiuso e la prenotazione obbligatoria. In Sardegna, già dal 2020 (causa Covid) venne confermato e prorogato il numero chiuso a Baunei. Mentre nella Cala dei Gabbiani e Cala Biriala è fissato il numero a 300 bagnanti con prenotazione obbligatoria. Invece, per accedere a Cala Goloritze, raggiungibile soltanto a piedi o in barca, bisogna pagare un ticket di 6 euro. All’isola del Giglio, per continuare con gli impedimenti, puoi accedere solo se garantisci il parcheggio a pagamento per almeno una settimana. In Spagna, la città di San Sebastian, nei Paesi Baschi, sta riflettendo sull’esperimento veneziano per decidere il possibile ticket. Così anche la città dalmata di Dubrovnik (Ragusa).
Venezia ha dunque gli occhi del mondo puntati addosso

Corrispondenti tedeschi, che risiedono comodamente in città, hanno già sputato veleno contro l’amministrazione locale. Sul Corriere, l’editorialista Gramellini con il fondo: “L’emendamento Sprtitz”, di solito collega molto ironico e ficcante, ha dimostrato una certa superficialità verso Venezia, criticando i poveri 10% di turisti giornalieri che hanno pagato il ticket. “Il suo nome in codice è: il solito fesso”, scrive. Invitiamo il torinese Gramellini a circolare nelle calli veneziane intestate. Nella sua savoiarda Piazza Castello, questo non succederà mai.
Ecco i numeri ufficiali del giorno dopo: 113 mila registrazioni, 15.700 paganti, 97.600 esenti

Un prof. Di Ca’Foscari, Salvatore Russo, fa delle riflessioni profonde. In fondo Venezia è una città con 37 mila appartamenti, 23 mila seconde residenze e circa 8 mila locazioni turistiche (abusive a parte…). Per il docente “questo è solo un segnale”, il ticket cambia poco la realtà. “Sempre meno residenti, posti letto per turisti in crescita costante, picchi sempre più alti di oltre 100 mila visitatori al giorno, bollino nero continuo, prezzi alle stelle”. Per vivere e/o comperare casa. Per cui il ticket, conclude il prof. Russo “non servirà a cambiare le cose”, ovvero la trasformazione definitiva di un “parco urbano architettonico”. In fondo 5 euro per visitare Venezia li abbiamo tutti….