E’ Angelina Mango con la canzone “La noia” la vincitrice del 74° Festival della canzone di Sanremo. Si è imposta su Geolier, Annalisa, Ghali e Irama. Figlia del famoso cantante Mango, morto durante un concerto quando lei era una bambina, Angelina nata a Maratea ha 23 anni. Il vincitore è stato proclamato alle 2.30 del mattino.
I vincitori. Brava Angelina Mango

1) Angelina Mango – “La noia”
2) Geolier – “I p’me, tu p’te”
3) Annalisa – “Sinceramente”
4) Ghali – “ Casa mia”
5) Irama – “Tu no”
La classifica dal sesto al trentesimo posto
6) Mahmood- “Tuta gold”
7) Loredana Bertè – “Pazza”
8) Il Volo – “Capolavoro”
9) Alessandra Amoroso – “Fino a qui”
10) Alfa – “Vai”
11) Gazzelle – “Tutto qui”
12) Il Tre – “Fragili”
13) Diodato – “Ti muovi”
14) Emma – “Apnea”
15) Fiorella Mannoia – “Mariposa”
16) The Kolors – “Un ragazzo una ragazza”
17) Mr. Rain – “Due altalene”
18) Santi Francesi – “L’amore in bocca”
19) Negramaro – “Ricominciamo tutto”
20) Dargen Damico – “Onda alta”
21) Ricchi e Poveri – “Ma non tutta la vita”
22) Bigmama – “La rabbia non ti basta”
23) Rose Villain – “Click boom’’
24) Clara – ‘’Diamanti grezzi’’
25) Renga e Nek – ‘’Pazzo di te’’
26) Maninni – “Spettacolari”
27) La Sad – “Autodistruttivo”
28) Bnkr 44 – “Governo Punk”
29) Sangiovanni – “Finiscimi”
30) Fred De Palma – “Il cielo non ci vuole”
Finalmente è finito il Festival più lungo della storia
E’ stato come se la Rai avesse voluto propinarci in una volta sola i 70 anni della televisione e i 100 anni della radio. Era quasi impossibile sopportare di più.

La vigilia è stata densa di polemiche, quelle ormai fanno parte del Festival. Talvolta anche sgradevoli e indegne di una grande manifestazione, come i fischi a Geolier vincitore della serata delle Cover. Una pagina squallida con insulti razzisti all’interprete napoletano e alcuni spettatori che hanno lasciato la sala. Triste constatare che anche nei nostri spettacoli più popolari, dal calcio alla canzone, minoranze di imbecilli riescano a lasciare il segno senza che spesso si possa fare niente.
Pagare un biglietto dà diritto allo spettacolo non alla volgarità e all’offesa. E’ un diritto di chiunque dire che un cantante, una canzone, una squadra non gli piace; non è un diritto insultare e offendere; peggio ancora quando alla base dell’insulto c’è il razzismo, la presunzione di essere migliori, superiori, in virtù di chissà quale privilegio: la latitudine, il portafoglio, il colore della pelle? Raramente in un’occasione così festosa si è scivolato così in basso.
Tornano i Jalisse ma come ospiti

Tornano al Festival per segnalare il ritorno, come ospiti, dei Jalisse, la prima volta dopo la loro vittoria a Sanremo 27 anni fa. Da allora ci hanno sempre provato senza successo, mai accettata una loro canzone. Ci ha fatto piacere rivederli, perché se lo meritavano.
Resta il grosso problema di una manifestazione che monopolizza l’Italia, per una settimana non si parla di altro, la Rai invade ogni angolo di ogni rete a ogni ora. Non si parla di altro, solo di Sanremo. E il resto dei programmi è piegato a sua maestà il Festival, film visti in tv almeno venti volte, repliche delle repliche. C’è mancato poco che anche a Chi l’ha visto? si cercasse qualche cantante sparito dal radar del Festival.
Anche se ha vinto Angelina Mango (bella novità) non è più lo stesso festival

Non è più la più grande rassegna musicale italiana dalla quale uscivano le canzoni che ci accompagnavano nell’anno; è qualcosa di diverso: una gigantesca rassegna di tutto, con ospiti strapagati, promozione di programmi, e 30 cantanti onestamente troppi. Non si può dilagare fino a coprire l’intera settimana. Conta lo share, come se accertare che 6 o 7 italiani davanti alla tv e puntati esclusivamente sul Festival fossero la fotografia del Paese reale. Un tempo il Festival di Sanremo era l’Italia, assieme alla Nazionale di calcio, la cosa semplicemente più nazionalpopolare di questa Italia. Oggi non lo è più. In prima fila non c’è l’italiano, medio ci sono i due “maestri” di Poltrone e Sofà.
E poi minacciano di chiedere l’intervento del Governo per il ballo del quaqua con uno spaesato John Travolta preso in giro da Russel Crowe. Al Gladiatore non hanno dato nemmeno il tempo di scatenare l’inferno, avevano già fatto tutto da soli. In fondo, Sanremo è Sanremo.
I “nostri” inviati

Anche quest’anno Francesca, Sara, Alberto, Alessandro e Francesco hanno seguito Sanremo per voi. Seguono per www.enordest.it il Festival da anni e sempre hanno individuato in anticipo la canzone che avrebbe vinto, l’hanno detto e scritto naturalmente prima dei verdetti. Fanno questo per passione, i nostri cinque fanno mestieri diversi: chi insegna, chi lavora in grandi istituzioni pubbliche, chi è informatico, chi è orgogliosamente pensionato. Hanno competenze musicali, qualcuno di loro suona con orchestre classiche. Tutti e cinque amano scrivere.
Ecco i loro commenti e le chat scambiate nelle ultime due serate del Festival.
Venerdì 9 febbraio, la serata dei Duetti e anche qui Angelina Mango fa la sua figura
Alberto: Annalisa voleva fare vedere che non è solo hit, sai che non sono male.
Francesca: Mio Dio la giacca Mon Cherie… Umberto Tozzi…un po’ spompo
Sara: Però ha sempre stile
Francesca: Le so tutte. Gloriaaaaaaa…. Ha saltato una strofa!
Sara: Ecco. Ma lo amiamo lo stesso
Alessandro: sentiamo Vecchioni, con Alfa, senti ed è più vecchio di Tozzi.
Sara: Ma sa il greco e il latino… A sentire queste canzoni e i loro testi provo una profonda pena per le canzoni in gara.
Francesca: mi sono piaciuti moltissimo
Francesco: e ora Lorella. Oddio le sigle di Fantastico. Sugar sugar.
Alberto: con Fiorello, lei è sempre brava senza essere esaltata
Francesca: i Bunker che sono sei, con Pino d’Angiò reduce da una malattia, a differenza di Tozzi si ricorda le parole.
Sara: Ossignore santo, Cocciante. Qui Irama fa il figurante, non ha le note basse degne.
Francesca: Cocciante si è esaltato, sta dando la benedizione urbi et orbi in musica
Alessandro: alla Mannoia fanno cantare Occidentalis Karma di cui si era dimenticata metà parole tempo fa a un concerto
Sara: Grandi mi sono piaciuti. C’è poco da fare, chi sa stare sul palco si vede.
Alessandro: sentiamo i Santi Francesi con Skin in Allelujia di Leonard Coen…
Alberto: Superstecca. Il Santo Francese l’ha pure guardata male
Sara: le loro voci stanno malissimo insieme. E’ venuta fuori tutta un’altra canzone. Skin non è fatta per questo genere
Alessandro: Amadeus ma che giacca sembra di stare al Grammy del porno. Arisa poi sembra vestita da pornodiva. Ma che senso ha mettere sta canzone?
Alberto: solo per perdere tempo. Non è obbligatorio farlo. Ma vediamo i Ricchi e Poveri con Paola e Chiara.
Sara: almeno sono tornati in quattro: i ricchi e le povere
Francesca: Angela e Angelo sono più vivi di ‘ste altre due. Ma si avvicina Ghali vestito da fattucchiera. Bravo però. E’ stato presentato come omaggio a Cotugno
Sara: comunque ha un senso, anche simbolico. Ma lui sa cantare. Però, ecco il truce momento di Poltrone e sofà.
Alberto: Oh là Ivana Spagna. Terrore, per un attimo l’ho presa per un’altra
Francesca: il maestro Vessicchio! E pure i Jalisse e … grande Fiorello
Sara: per fortuna che son seduta. Fra Vessicchio e i Jalisse troppe emozioni
Alessandro: fermi tutti, la mitologica Bertè che canta Tenco
Alberto: Ma non l’ha giù incisa? Io ricordo di averla sentita cantare questa canzone con arrangiamento di Fossati. Forse più di 40 anni fa
Francesca: Geolier è acclamatissimo, mi lascia un po’ perplesso. Però Gigi D’Alessio no, pietà.
Sara: Sarà che noi ci esaltavamo per i Pitura Freska e quelli di Spaccanapoli li perculavano.
Francesca: Geolier ha vinto la serata cover. Stai a vedere che tocca rifare il pronostico
Francesco: dopo un terzo ascolto direi che le canzoni migliori per me sono quelle di, in ordine sparso, Mango, D’Amico, Annalisa, Mahmood e Ghali.
Sabato 10 febbraio, la serata conclusiva. I nostri inviati avevano già puntato su Angelina Mango
Alberto: Hanno appena comunicato il programma, la premiazione sarà alle 2,30 del mattino!
Francesca: sono pazzi?
Alberto: nella classifica attuale Geolier è primo davanti a Mango, Annalisa e Ghali, Irama e Mahmood, la Bertè è ottava. Si sentono fischi sonori, Amadeus fatica a contenere il pubblico
Francesca: tutti fischiano indignati, ci sarà da divertirsi stasera
Sara: Mi piace assai il colore dell’abito di Bigmama. Le unghie meno
Alberto: poi ho visto il vestito di Dargen tempestato di cuoricini e nulla è rimasto lo stesso. Comunque canta male e anche la canzone non è bella
Alessandro: Ma Cheope quante ne ha scritte? E chi è?

Alberto: Cheope è il figlio di Mogol. Alfredo Rapetti viene da una famiglia di noti parolieri, il padre è Mogol, pseudonimo di Giulio Rapetti, quello del sodalizio artistico con Lucio Battisti. Il nonno era Mariano in arte Calibi scrisse i testi di note canzoni, da Vecchio Scarpone alle Colline sono in fiore. Ognuno di loro sceglie uno pseudonimo per non essere associato al padre.
Sara: Michael Jackson e Domenico Modugno fusi in Fiorello.
Francesca: ci sono anche la Venier e Lino Banfi
Sara: e alle 23.36 Gigliola Cinquetti canterà Non ho l’età.
Sara: Ah, dimenticavo! Mio nonno ha fatto la guerra in Libia con lo zio della Cinquetti. Sono stati catturati dai francesi e si sono fatti la prigionia assieme diventando amici
Francesca: potevi andare tu Sanremo a raccontare aneddoti
Sara: sarebbe stato meno palloso di certe ospitate.
Francesco: vado a morire sulla collina per Dargen
Sara: ecco il Volo in black. L’inizio è scopiazzato da Sakamoto
Francesca: favolosa la Bertè. Voglio quegli occhiali. E le stecche della Bertè sono rock come lei. Le hanno dato il premio della stampa.
Francesco: ha detto la Bertè in un’intervista che spera di vincere per andare all’Eurovision in Svezia solo per rompere le scatole all’ex marito Borg.
Sara: dire qualcosa sulla giacca di Mahmood e per la prima volta vediamo indossata la tuta gold, ma quanto fighi sono i Santi Francesi? E la canzone è pure bella.
Alessandro: Roberto Bolle, grande! E’ una statua classica. Missionario della danza.
Francesca: chi è questo? Ha i disegnini tatuati sulle braccia. Ciao amore della mamma vai a letto.
Francesco: i 60 anni di Non ho l’età
Sara: Attacco terribile, la voce non è più quella di prima
Alessandro: sembra ci godano a distruggere i bei ricordi
Francesco: uno poteva stare a casa con la sua dignità e invece chiama Amadeus e ciao vieni a demolire il tuo mito… Amadeus pifferaio incantatore
Francesca: Ghali è vestito da Goldrake
Sara: i Ricchi e Poveri avvolti di rosso, un po’ fuori del tempo.
Alessandro: resto solo con Geolier, direttore d’orchestra D’Alessio, tutto in casa Mi è piaciuta Angelina Mango è anche caduta e si è rialzata subito con un sorriso
Francesco: Ma 30 cantanti sono troppi, davvero troppi. Non dico di tornare a 16 anche con Fazio, ma almeno scendere a 24. Qui non si finisce più, è l’una di notte di domenica e ne mancano ancora cinque, il prossimo è Mr Rain che non è male.
Alessandro: il primo Festival che ricordo mi pare avesse pochi cantanti, sei o sette, ognuno cantava almeno due canzoni. Ma finiva presto. Allora era la radio a trasmettere tutto e l’indomani scendevi in strada e sentivi già cantare le canzoni più orecchiabili…
Alberto: ne ho visto di tutti i colori, ho visto tatuaggi di ogni genere e in ogni parte, ho visto ospiti arrivati solo per promuovere la prossima fiction. La Rai usa il festival come pubblicità a ogni passo e poi sono tutti lì a voler denunciare lo “scandalo” delle scarpe di Travolta.
Francesca: Non potevo andare a dormire senza vedere gli abbonati in prima fila, quelli che hanno vinto il concorso: 4 vincitrici su 25 mila domande arrivate alla Rai. Adesso che le ho viste e ho sentito che le canzoni le conoscono tutte, posso anche chiudere e andare a dormire.
Francesco: un altro vestito come gli alieni dei vecchi film di fantascienza. Si chiama Fred de Palma canta ‘Il cielo non ci vuole’, difficile che lo vogliano vestito così! Anche a Sangiovanni, nonostante il nome, da quelle parti non deve andare bene: canta ‘Finiscimi’.
Per fortuna ogni tanto c’è Fiorello che inventa qualcosa. Ma l’una è già passata da un pezzo.
Questi giovani sembrano tutti durissimi, indossano vestiti che sembrano di latta, tatuati, pieni di orecchini, antitutto e poi si sciolgono commossi ringraziando mamma papà fratelli e correndo giù dal palco per abbracciare i parenti in platea.
A chiudere, trentesima in gara, Rose Villain che la sera prima si era distinta per qualche stecca. La parola ad Alberto che sa tutto
Alberto: Rose Villain, milanese, è figlia del fondatore del marchio Tucano, Franco Luini. Si è diplomata in musica al conservatorio di Los Angeles specializzandosi in musica rock. Cantava in un gruppo chiamato The Villain dal quale ha preso il nome. Ha completato gli studi teatrali a Broadway. E’ sposata con un produttore discografico. Mi sono preparato. Pensavo: chi non è andato a Los Angeles a studiare musica?