Per il suo esordio nella narrativa, Alberto Toso Fei, autore di oltre 20 titoli tradotti in diverse lingue che hanno creato con successo un nuovo modo di raccontare Venezia e la sua laguna, attinge alla sua vastissima conoscenza della storia, delle leggende e dei misteri della città. Il suo nuovo libro, il romanzo Il piede destro di Byron pubblicato quest’anno da Marsilio, infatti ammanta di mistero e di fantastico una trama gialla ambientata ai giorni nostri ma che affonda solide radici nel passato, anche piuttosto remoto.
Sulle piste del piede destro di Byron

Chissà se questa sarà solo la prima avventura di un nuovo “investigatore per caso”, il maturo giornalista in pensione Alessandro Nicoli che in futuro darà vita a una serie di indagini, o se rimarrà un episodio isolato nella bibliografia di Toso Fei. I presupposti ci sono tutti: un personaggio ironico e goffo, ma scaltro quanto basta, animato da un invincibile desiderio di andare a fondo risolvendo quello che, a mano a mano che procedono gli avvenimenti, si rivela un enigma.
L’inizio di un incubo

Una gita in barca assieme alla compagna Marina, si trasforma in un incubo che gli riporta alla memoria una vecchia ferita mai rimarginata. A San Giacomo in Paludo, isola della laguna veneziana, tra Murano e Madonna del Monte, lungo il canale detto della Scomenzera San Giacomo, alcuni anni prima si era consumata una tragedia. La sua ragazza, Eliana, era caduta dalla barca ed era scomparsa. Un trauma mai elaborato del tutto. E ora, nello stesso luogo, Nicoli, curiosando nella cappella prospiciente il canale, trova nascosti in una nicchia, un’antica moneta d’oro, la testa di una statua e un teschio privo di mandibola.
Il piede destro di Byron collegamento di più omicidi?

Da qui inizierà una girandola di scoperte e di inquietanti indizi che riveleranno ben due omicidi, “complici” anche alcuni amici del nostro: l’anatomopatologo Renato De Cataldo, Mario Lo Nigro, dirigente in pensione della Squadra Mobile veneziana, Jonathan McCann, restauratore specializzato in materiali lapidei e Laura Mian, giornalista della Gazzetta Veneta.
Che cosa lega le morti violente di un frate esorcista e di una ragazza, omicidi avvenuti a breve distanza in una Venezia soffocata dal turismo e afflitta dall’acqua alta anche in piena primavera?
Due libri misteriosi

E cosa hanno a che fare in questi tragici eventi il famoso ed enigmatico libro Hypnerotomachia Poliphili pubblicato da Aldo Manuzio nel 1499, il progetto del Cronovisore, una specie di macchina del tempo inventata negli anni ‘50 del secolo scorso da Pellegrino Ernetti con il celebre poeta Lord Byron che visse per qualche tempo a Venezia?
La verità sul piede destro di Byron arriva solo girando per Venezia

Nicoli si destreggia in un’indagine che si avvale di frequenti visite alle biblioteche della città, la Marciana, la Querini e quella del Museo Correr, ma che spesso trova ispirazione in sogni inquietanti e premonitori e non potrebbe che essere così, vista la natura onirica dell’antico testo (il titolo tradotto recita: Combattimento amoroso di Polifilo in sogno) che sembra racchiudere qualche indizio per la soluzione dell’enigma. La ricerca della verità porterà Il protagonista anche a Roma, in quella che diventa una vera e propria caccia al tesoro, che, nell’immancabile epilogo, non mancherà di sorprendere il lettore.
L’autore

Alberto Toso Fei discende da un’antica famiglia di vetrai, a Murano dal 1351. Scrittore, saggista e giornalista, ha scritto una serie di titoli tra storia e mito, cronaca e leggenda – tradotti in più lingue e venduti in migliaia di copie. I suoi libri sono come viaggi nel tempo e nella stratificazione della storia.
A partire da Leggende veneziane e Misteri di Venezia – nati dal recupero della tradizione orale, con la raccolta delle antiche storie narrate dagli anziani che rischiavano di andare perdute –, passando per Veneziænigma (vincitore del Gambrinus Mazzotti), il graphic novel Orientalia (disegnato da Marco Tagliapietra), fino all’ultimo I graffiti di Venezia (con Desi Marangon), ricerca unica nel suo genere con la mappatura di oltre seimila graffiti storici a cui Toso Fei ha restituito una narrazione. Per Marsilio ha pubblicato i libri-gioco Venezia – The Ruyi (2014) e Roma – The Ruyi (2016). Il piede destro di Byronsegna il suo esordio nella narrativa.
Alberto Toso Fei, Il piede destro di Byron, Venezia, Marsilio, 2023 (Lucciole)
Grazie Annalisa!
felice che il primo lavoro di narrativa di questo vecchio esordiente ti sia piaciuto. Il giudizio del lettori è stato fin qui lusinghiero e incoraggiante: attendo anche quelli dei lettori di éNordEst. un abbraccio!
Non si finisce mai di esordire, eh?! 🙂 Ci saranno nuove avventure di Nicoli?