Di Francesca Zottis, Vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto, consigliere del PD
La violenza contro le donne rappresenta una piaga sociale e culturale che pervade la nostra società e a dirlo sono i numeri. In questi giorni piangiamo la morte di Giulia e personalmente ringrazio il papà e la sorella per il grande esempio umano e morale che ci stanno dando. Non siamo più abituati ad ascoltare persone miti che usano il linguaggio della chiarezza e del rispetto. Il tema è estremamente complesso e non ci si può limitare a semplificare invece che accettare che non ci sono soluzioni immediate e che dobbiamo abituarci a fermarci, confrontarci oltre che istituzionalmente ad agire con maggiore rapidità.
Il contrasto alla violenza nasce dal rispetto

L’approvazione all’unanimità al Senato delle disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica è un buon punto di partenza. Viviamo una realtà della competizione e del possesso dove non siamo liberi di fallire. Ci confrontiamo con un mondo dove la bellezza estetica della donna rappresenta ancora per molti una dote quando invece l’importanza andrebbe data alla persona in quanto tale. Siamo in una società in cui la donna è ancora vista come valore aggiunto se madre, che ha ancora come stereotipo l’uomo forte, che ci ha abituato che siamo liberi al di là del rispetto altrui. Credo si debba affermare con forza che prima viene il rispetto dell’altro e poi i desideri perché altrimenti saremo noi giornalmente a generare mostri! Il valore della vita e della persona come tali sono basi da cui partire.
Un linguaggio di pace

Dobbiamo ricominciare ad usare un linguaggio di pace, una comunicazione chiara e mite nei contenuti e nei modi, a costruire percorsi di educazione all’affettività e alla convivenza reciproca fatta di no e di si, di successi e fallimenti, di conflitti che possono far crescere e non uccidere. Come donna voglio condividere amore autentico non ricattatorio, non ho bisogno che un uomo si faccia carico di me se non come qualsiasi essere umano. Discutere di parità e del tema delle differenze credo possa essere indispensabile.

È altrettanto evidente che tutto questo si fa attraverso il potenziamento di una rete che guardi alla donna e alla persona dal momento della nascita a quello della morte, nella quotidianità e quando invece deve essere presa in carico perché bisognosa e/o maltrattata. Scuola, famiglia, istituzioni e rete sociale devono costruire insieme percorsi e processi. Credo vadano valorizzati anche economicamente e potenziati i centri antiviolenza e compresa l’importanza dei centri per gli uomini maltrattanti. Penso vada dato spazio alle commissioni pari opportunità e che queste vadano coinvolte nei processi decisionali istituzionali. Il mio sogno da donna è una società che sa migliorare insieme e che veda nelle differenze un punto di forza.
La violenza non deve cedere il passo al rispetto

In questi giorni ho letto molte dichiarazioni e la mia preoccupazione è cresciuta perché anche in questa occasione a violenza troppo spesso abbiamo risposto con violenza. La chiarezza come la giustizia e la pena certa sono doverose, ma non il linguaggio violento e pieno di giudizi. Vicina oggi a Giulia e alla sua famiglia, a tutte le donne morte o che stanno e hanno subito violenza. Lontana da attacchi che dovrebbero far vergognare qualunque essere umano.