Il vento si leva… Bisogna tentare di vivere! Il mio libro apre e richiude l’aria immensa, da rupi audace l’onda in polvere zampilla. Pagine impallidite, volate via! Amo troppo i versi di Paul Valéry per non approfittare di questa pagina festeggiando il nostro ingresso in libreria con il poeta scrittore e filosofo che nasceva in questi giorni, 30 ottobre 1871. Il mese si chiude in bellezza lasciando spazio ad un nuovo periodo altrettanto sfolgorante grazie a due illustri nascite il1o novembre: Antonio Canova e l’indimenticabile scrittore Mario Rigoni Stern che ha saputo narrare i drammi della guerra in prima persona. Pagine che restano nella memoria, gli anni da alpino vissuti in Francia, Albania, Russia e la prigionia in Germania, la solidarietà e la fratellanza tra le persone e la giovinezza nella sua Asiago.
Entriamo in Libreria in compagnia di Valéry, Canova e Stern

Andiamo subito a sfogliare la classifica elaborata come sempre dalla Libreria Lovat, luminoso punto d’osservazione del nordest con le belle sedi a Villorba (Treviso) e Trieste.
Ecco la top 10:
- Follett – Le armi della luce – Mondadori
- Corona – Le altalene – Mondadori
- Maraini – Vita mia – Rizzoli
- Mastroianni – La storia di Cesare – De Agostini
- Rampini – La speranza africana – Mondadori
- D’Avenia – Resisti, cuore – Mondadori
- Ardone – La grande Meraviglia – Einaudi
- Casati Modignani – La vita è bella, nonostante – Sperling & Kupfer
- Allende – Il vento conosce il mio nome – Feltrinelli
- McCarthy – Stella Maris – Einaudi
Maraini si fa sotto

Apriamo la nostra carrellata con la novità del momento che si piazza subito sul podio dopo Ken Follett e Mauro Corona sempre stabili in vetta: Vita mia (Rizzoli) di Dacia Maraini. La cronaca vivida e dolorosa della lunga prigionia in Giappone nel 1943, attraverso gli occhi di una bambina. Gli occhi sono quelli sempre stupendi della scrittrice Dacia Maraini che racconta la drammatica vicenda che la vede coinvolta con la sua famiglia.
Copertina dal bianco e nero struggente, sottotitolo: Giappone 1943. Memorie di una bambina italiana in un campo di prigionia. Dacia a quel tempo ha solo sette anni, vive in Giappone con i genitori e le sorelline. Il padre Fosco insegna all’università di Kyoto e la madre Topazia Alliata è ben integrata nel tessuto cittadino. Il sogno di questa famiglia è la pace con la speranza che la guerra finisca al più presto. Ma tutto si infrange quando i genitori decidono di non giurare fedeltà al governo nazifascista della Repubblica di Salò. Tutta la famiglia viene portata in un campo di concentramento destinato ai traditori della patria. Bisogna ricordare che Hitler e Mussolini erano alleati col Giappone. Inizia un periodo molto difficile tra fame, malattie, vessazioni all’interno di un luogo ostile e terribile assieme ad altri prigionieri.
Il romanzo più intimo della grande scrittrice tenuto nel cassetto per molti anni. Ora queste pagine si aprono per entrare nella memoria di ognuno, attraverso una famiglia che ha lottato pagando di persona per la libertà di tutti.
Cinque donne a caccia della vetta

Ci sono molte scrittrici nella classifica, con titoli che abbiamo imparato a conoscere e leggere nel corso delle settimane. Allora diamo spazio al racconto femminile cercando un elemento che colleghi queste pagine così diverse. Lo ritroviamo nei bambini, i soggetti più fragili ed esposti a tutte le avversità della vita. Lo era Dacia con le sue sorelline, lo sono anche i protagonisti dell’ultimo libro di Isabel Allende sempre ai primi posti del medagliere: Il vento conosce il mio nome (Feltrinelli).
La storia commovente di due protagonisti separati in giovane età e in modo drammatico dalla propria famiglia. Epoche diverse ma lo stesso dolore: Samuel, bimbo ebreo (il padre scompare nel 1938 durante la Notte dei cristalli) e Anita che nel 2019 ha sette anni. Per sfuggire ad un pericolo imminente nella sua terra, il Salvador, cerca rifugio con la madre negli Stati Uniti, ma la nuova politica di separazione famigliare le divide e lei si trova sola in un centro di accoglienza.

Una mamma che è anche una divulgatrice, Valentina Mastroianni. Con la sua vicenda ha emozionato i lettori. Attraverso i social ha cominciato a raccontare la storia dei suoi figli e in particolare quella di Cesare che a diciotto mesi ha perso la vista a causa di una neurofibromatosi. Evento drammatico che Valentina ha affrontato con forza e tenerezza e la completa vicinanza al suo bambino. Da questa testimonianza social è nato il romanzo La storia di Cesare (De Agostini). La copertina del libro descrive al meglio il messaggio dell’autrice: una mamma con il suo bimbo e un cane. Sullo sfondo nuvole bianche, una di queste oscura il volto di Cesare, ma il sottotitolo toglie subito l’inquietudine aprendo alla speranza: “Scegliere a occhi chiusi la felicità”.

Nel medagliere già dalla scorsa settimana troviamo l’ultimo romanzo di Sveva Casati Modignani: La vita è bella, nonostante (Sperling & Kupfer). Si tratta dell’attesissimo quarto e ultimo capitolo della fortunata serie iniziata con “Festa di famiglia” che vede protagoniste quattro amiche inseparabili alle prese con i problemi e le aspirazioni delle donne contemporanee.

L’amore è incomprensibile, una forma di pazzia. Questa frase introduce un’altra suggestione al femminile: Grande meraviglia (Einaudi) di Viola Ardone. E se scoprissimo che meraviglia è il cognome di un giovane psichiatra? Si chiama proprio così uno dei protagonisti del romanzo, Fausto Meraviglia deciso a portare via dal manicomio la giovane Elba, “perché lui i manicomi li vuole proprio chiudere come prevede la legge Basaglia approvata pochi anni prima”. Così scopriamo in quale periodo si muovono i personaggi narrati dall’autrice napoletana. Al suo attivo romanzi di spessore come: Il treno dei bambini e Oliva Denaro. L’incipit di Grande meraviglia è tutto da leggere: “Il mezzomondo è la casa dei matti, ci stanno i cristiani che sembrano gatti: non hanno la coda, non sanno miagolare, però sono gatti. Gatti da legare”.
Un omaggio a Mondadori

Salutiamoci con una interessante annotazione, nella classifica questa settimana brilla per numero di presenze la casa editrice Mondadori. È l’occasione giusta per festeggiare un altro compleanno: il 2 novembre 1889 nasceva il mitico Arnoldo Mondadori che grazie al suo talento riuscì ad imporsi come uno dei principali editori italiani del Novecento. Per la grande eloquenza e la voce bellissima venne soprannominato “Incantabiss” che in dialetto mantovano significa: incantatore di serpenti.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta grazie per questa nuova visita alle librerie Lovat dove ha potuto raccogliere le novità librarie della settimana. Per l’originalità della vicenda, per la sua realtà storica, mi sembra molto interessante la vicenda della famiglia di Dacia Maraini. Io credo che pochissime famiglie italiane abbiano potuto conoscere il Giappone prima della guerra e poi il campo di concentramento. Conosciamo molto dei campi tedeschi, ma anche di quelli americani, inglesi dislocati negli Usa, in India e Australia, ma poco si sa di questo Giappone più nascosto. Non credo che i film americani sul conflitto mondiale siano riusciti a trasmetterci un quadro obiettivo di questa cultura, sia pure coinvolta nella disastrosa guerra. Anche il racconto della scrittrice Valentina Mastroianni sembra molto interessante, almeno dal punto di vista affettivo. Infatti ci commuove per la sua vicenda umana, però leggo che anche in questa vicenda triste c’è sempre un po’ di bene, di speranza, l’amore di una mamma prevale su tutto.