La Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, presieduta da Renato Brunetta, sta strutturando la sua attività nel panorama veneziano ed internazionale con l’avvio della prima edizione della Biennale della Sostenibilità, che si articolerà con eventi diversi sui temi dello sviluppo sostenibile del territorio, fino al prossimo 25 novembre.
L’inizio della Biennale della Sostenibilità

Il calcio d’inizio è stato dato dalla conferenza, che si è tenuta nello splendido salone degli Squadratori dell’Arsenale, “Il MOSE e gli altri: la difesa dalle mareggiate nel mondo” che ha voluto mettere a confronto le esperienze veneziane in materia di compatibilità e sostenibilità uomo natura con quelle sviluppate in altre aree del mondo.
Il nucleo delle attività della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità è infatti quello di studio, sperimentazione ed analisi delle esperienze in materia di sostenibilità, intesa nella sua accezione più vasta di complessiva capacità di sviluppo di attività e di sistemi di coesistenza tra l’ambiente naturale e quello umano e sociale, confrontandole e sviluppandole in un’ottica internazionale.
Tanto pubblico per la Biennale della Sostenibilità

Numeroso e competente è stato il pubblico internazionale dei partecipanti che hanno assistito al dibattito moderato dal direttore generale di Corila Pierpaolo Campostrini, e che nella sua fase introduttiva ha visto la presenza del Presidente della Fondazione Renato Brunetta, del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, del consigliere regionale Francesca Scatto e del Comandante dell’Istituto di Studi Marittimi Militari e Comandante del Presidio della Marina Militare di Venezia Andrea Petroni, ai quali è giunto un saluto video del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
Brunetta apre i lavori e parla del MOSE

Il presidente Renato Brunetta, nell’avviare le riflessioni, ha evidenziato come il MOSE sia al contempo un’opera di assoluta rilevanza ingegneristica ed un grande strumento di sostenibilità ambientale, la più grande opera di sostenibilità che il nostro paese può mostrare al mondo.
Il valore intrinseco dell’opera va ben oltre quello tecnico, per il quale risulta comunque la più grande opera di idraulica mobile della storia dell’umanità, e deve ricercarsi nel suo dato di risposta alle acque alte veneziane e, al contempo ed inevitabilmente, ai problemi che le grandi aree costiere mondiali vedranno profilarsi nel loro prossimo futuro.
Oltre il 70% della popolazione mondiale vive lungo le coste o in aree portuali costiere e, nel prossimo secolo si troverà a rischio sopravvivenza, per il progressivo ed inarrestabile sollevarsi dei livelli medi dei mari.
La necessità di adottare sistemi di salvaguardia fisica delle città costiere è oramai un’emergenza mondiale che pone Venezia ed il Mose al centro della scena; aver realizzato un sistema di tale complessità – che ha finalmente dimostrato la propria efficienza ed importanza convalidando l’idea che possa dare sicurezza e vivibilità alla città di Venezia per i prossimi cento anni – costituisce un esempio di sostenibilità che Venezia vuole dare al mondo. È un bene pubblico che chiederemo all’Unesco venga riconosciuta come opera della cultura mondiale.
Con questa opera e con la capacità di averla progettata e gestita, l’Italia potrebbe regalare al resto del mondo i suoi brevetti, la sua tecnologia, la sua manifattura e la sua sicurezza. Grazie al Mose non è più il mondo che salva Venezia ma è Venezia che salva il mondo, ha concluso con orgoglio il presidente.
Il MOSE

Il sistema Mose, dove il termine sistema si è caricato di significati politici ed economici di inedita gravità, ha comunque dato corso – dopo oltre trent’anni nei quali i costi diretti ed indiretti sono stati di oltre quindici miliardi di euro – ad un’opera che è oramai in campo per restarci e per rendere diversa la vita dei veneziani.
La Laguna: una realtà unica con le sue complessità

La realtà lagunare veneziana, dove la terza laguna al mondo per estensione e la prima per insediamenti umani ospita una città delicatissima e fragile, ha una dimensione ambientale e sociale assolutamente unica e incomparabile, che richiede parametri unici, di gestione, approccio e salvaguardia; la contemporanea e contestuale presenza di straordinarie risorse ambientali, insediamenti umani e produttivo industriali rilevanti e di una città patrimonio mondiale per i suoi inarrivabili beni culturali e storico artistici, ne fanno una realtà unica anche relativamente alle necessità della sua sostenibilità complessiva.
Il portato delle sperimentazioni veneziane, proprio in relazione alla loro complessità, consentono di utilizzare le sue esperienze in altre realtà mondiali che vivono problematiche assimilabili
La sessione tecnica della Biennale della Sostenibilità

Nella parte tecnica del convegno, dopo gli interventi degli attuali responsabili della gestione delle opere di salvaguardia di Venezia, il Commissario Straordinario Elisabetta Spitz, il Provveditore alle Opere Pubbliche del Triveneto Tommaso Colabufo, il Direttore del Consorzio Venezia Nuova Hermes Redi ed il Caporeparto della Direzione marittima del Veneto Claudio Manganiello.
Esperti da tutto il mondo

Gli esperti internazionali che hanno operato per la definizione di problematiche idraulico ambientali similari a quelle lagunari, sono intervenuti. Evidenziando le misure che – nelle diverse realtà territoriali – sono state realizzate.
Dall’Olanda, dal Regno Unito, dagli Usa e dal Giappone hanno presentato le proprie esperienze e idee in tema di salvaguardia dei centri urbani. Parlando delle soluzioni ingegneristiche in grado di difendere con efficacia la città, della pianificazione dello sviluppo socioeconomico che la salvaguardia ambientale consente di prevedere. Ed, infine, delle possibilità offerte dalle soluzioni tecniche, (dighe, sistemi idraulici ed opere ingegneristiche), che possono consentire di guadagnare quel tempo necessario a concepire e realizzare nuove soluzioni di protezione quando l’innalzamento del mare lo renderà non più funzionale.
Le testimonianze

Le testimonianze portate da Marc Walraveeen, Consulente del Ministero delle Infrastrutture e gestione delle Acque dell’Olanda, da Adam Robinson, Direttore del progetto Boston Barrier del Regno Unito, per il quale è responsabile dei sistemi di tutela fluviale del Tamigi per la salvaguardia della città di Londra, da Coraggio Maglio, Vicepresidente e Capo idrologia e idraulica DCCM del Texas, da Jens Figlus, professore del Dipartimento di ingegneria oceanica dell’Università A&M Texas ed infine da Nobuyuki Tsuchiya, Direttore del Centro di Ricerca Lungofiume Giappone hanno perfettamente reso la dimensione della sfida e la portata dell’esperienza veneziana.
Tutti i contribuiti sono innervati dalla tensione che le comunità scientifiche si trovano ad affrontare nel rispondere alle necessità di tutela e salvaguardia. Tanto delle aree ambientali e fisiche che delle comunità sociali ed umane interessate. Coinvolte come sono nel turbine delle frenetiche mutazione ambientali, con le quali è in corso una faticosa ed affannosa sfida.
Paolo Costa chiude la Biennale della Sostenibilità

Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Paolo Costa, già Ministro del Lavori Pubblici, già Sindaco e Rettore, già presidente della commissione trasporti del parlamento europeo ed attualmente membro del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione. Che, dalla vastità delle sue esperienze e con le capacità di visione che lo caratterizzano, ha definito il presente ed il futuro del Mose nelle sue molteplici ed intercambiabili dimensioni.
Il Mose può e deve essere considerato un’opera scientifico tecnica di assoluto livello internazionale. Per la quale ben potrebbe essere richiesto il riconoscimento Unesco quale patrimonio culturale dell’Umanità. Ma che, soprattutto, può consentire al nostro paese di giocare una rilevante parte nella geopolitica mediterranea. Attraverso la messa a disposizione gratuita del knowhow a favore di quelle realtà statuali che, dovendo affrontare le gravi sfide ambientali del futuro, non possono contare sulle tecnologie e gli investimenti necessari, si pone l’Italia al centro di un sistema virtuoso di relazioni internazionali. Tese alla salvaguardia ambientale ed alla sostenibilità globale.
Il giudizio della von der Leyen

Una realizzazione concreta del concetto di Venezia quale Capitale Mondiale della sostenibilità che, come ha recentemente detto il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ‘Venezia è una meraviglia del mondo’, invera quella definizione di Venezia, città mondo, la più antica città del futuro.