Domenica scorsa è stato pubblicato un mio articolo a proposito del problema della progressiva scomparsa dei ghiacciai http://enordest.it/2022/07/10/clima-fra-30-anni-sara-unaltra-italia/e, sulla scorta della tragedia occorsa sulla Marmolada, ho raccontato alcune cose che riguardano i cambiamenti climatici e le relative conseguenze sullo stato delle nostre montagne, con specifico riferimento allo stato di salute dei ghiacciai. In realtà, così come ho scritto, si tratta di situazioni che hanno una loro ciclicità e che, mutuando un vecchio ma sempre bellissimo Edoardo Bennato, sono nient’altro che: “. . . situazioni che, stancamente, si ripetono senza tempo . . .”. In questo articolo, invece, voglio “cantare” le meraviglie delle nostre montagne, con particolare riferimento alle Dolomiti. Patrimonio talmente unico al Mondo da essere annoverate tra i tesori UNESCO.
Come sono fatte

Il sito naturale Patrimonio Mondiale comprende nove sistemi montuosi nelle Alpi italiane, una serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale: Pelmo e Croda da Lago; Marmolada; Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine; Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave; Dolomiti Settentrionali, un gruppo montuoso composto da quattro aree principali: le Dolomiti di Sesto-Cadini, i gruppi di Braies-Senes-Fanes con le Tofane, il Cristallo e le Dolomiti Cadorine; Puez – Odle; Sciliar, Catinaccio e Latemar; Dolomiti di Brenta; Bletterbach, il tutto suddiviso tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia.
Le Dolomiti. Dove un tempo c’era il mare ora c’è un patrimonio UNESCO

Dove prima c’era un mare, circa 250 milioni di anni fa hanno avuto origine Le Dolomiti, create dall’accumulo di conchiglie, coralli e alghe. Questi sedimenti si sono trasformati in roccia e il successivo scontro tra la placca tettonica europea e quella africana ha fatto emergere le rocce innalzandole di oltre 3000 metri sopra il livello del mare e, considerando che dal punto di vista geologico, l’Italia fa parte della placca euroasiatica, che è costantemente spinta in direzione Nord da quella africana, c’è da immaginare che, più o meno entro i prossimi mille anni, l’aspetto della nostra penisola cambierà drasticamente.
Le caratteristiche che le hanno fatte diventare patrimonio UNESCO

Cionondimeno, il paesaggio dolomitico rappresenta il modello di uno specifico aspetto del territorio montano. Ed è caratterizzato da una vasta gamma di colori, dovuta ai contrasti tra le fasce verdi dei boschi e dei pascoli d’alpeggio e le cime rocciose, estremamente varie, sia per forma sia per composizione. Dato che si passa da pareti verticali alte fino a 1600 metri a gole profonde dai 500 ai 1500 metri. Moltissime vette dolomitiche arrivano a oltre 3000 metri di altitudine e c’è una enorme presenza di ghiacciai di piccoli e nevai perenni, anche a quote relativamente basse.
Il nome

Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione. Battezzata in suo onore dolomia (carbonato doppio di calcio e magnesio). Proprio per la particolare composizione chimica delle rocce, le Dolomiti stabiliscono con la luce un particolare legame che prende il nome ladino di Enrosadira. Un fenomeno naturale che colora di oro, rosa, rosso, arancio e viola le vette dolomitiche all’alba e al tramonto. In pieno sole poi, le Dolomiti divengono pallide, tanto che, nel nostro folclore regionale, vengono chiamate: “Monti Pallidi”.
UNESCO, ossia patrimonio dell’umanità

La catena delle Dolomiti rappresenta senza alcun dubbio, la principale attrattiva della provincia di Belluno. Le Dolomiti, riconosciute come le montagne più belle del Mondo non solo da noi Italiani ma da chiunque capisca qualcosa di montagne, da qualsiasi nazione provenga. Il 26 giugno 2009 sono state inserite dall’UNESCO tra i beni Patrimonio Naturale dell’Umanità. Grazie a due elementi di valutazione. La bellezza del paesaggio e l’importanza scientifica delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche che danno vita a queste montagne, splendide e uniche. Essere un bene Patrimonio dell’Umanità significa non essere più proprietà di un singolo stato. Ma ricchezza di tutto il genere umano e, quindi, legittima eredità per chi ci seguirà.
La lista dell’UNESCO
In tutta quell’area delle Alpi orientali chiamata Dolomiti, solo 9 gruppi montagnosi sono stati individuati per l’ingresso nella lista stilata dall’UNESCO. Questi sistemi si estendono dalle Dolomiti di Brenta in Trentino alle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave. Al confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia passando per alcune tra le più celebri e celebrate vette dell’alpinismo mondiale. E, soprattutto, attraversando paesaggi di straordinaria bellezza nei territori compresi tra le province di Trento, Bolzano, Udine, Pordenone e Belluno.
Belluno la fa da padrone

Ed è proprio la provincia di Belluno è quella che può vantare la maggioranza delle Dolomiti in generale e dei sistemi UNESCO. Essendone interessata da cinque dei nove gruppi montagnosi totali. Pelmo e Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino, Pale di San Lucano, Dolomiti Bellunesi e Vette Feltrine – sistema all’interno del quale si trovano alcune tra le più belle cime di tutte le Dolomiti come l’Agner e la Civetta. Dolomiti Settentrionali – che annoverano tra gli altri Lagazuoi, Cristallo, Tofane, Antelao, Tre Cime di Lavaredo – e un breve tratto delle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave. Sono una ricchezza paesaggistica e scientifica che tutto il mondo invidia.
Una Fondazione UNESCO a tutela

Inoltre, a coronamento dell’importante ruolo che la provincia di Belluno svolge in questo particolare contesto, Cortina d’Ampezzo – non a caso definita Regina delle Dolomiti – è stata scelta anche come sede operativa della Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO (Fondazione che nasce il 13 maggio 2010 al fine di garantire una gestione efficace del Sito dolomitico).
Referente
La Fondazione rappresenta l’unico referente. Sia per il Ministero dell’Ambiente sia per il Comitato per il Patrimonio mondiale UNESCO. E ha il compito di promuovere la comunicazione e la collaborazione tra gli Enti territoriali che gestiscono e amministrano il territorio definito” Patrimonio dell’Umanità”. Nella “Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale” si legge: “Le Dolomiti sono largamente considerate tra i più bei paesaggi montani del mondo. La loro intrinseca bellezza deriva da una varietà di spettacolari conformazioni verticali che contrastano con superfici orizzontali come cenge, balze e altipiani e che s’innalzano da estesi depositi di falda detritica e rilievi dolci ed ondulati.
Il paesaggio dolomitico: degno dell’UNESCO

Lo scenario caratteristico delle Dolomiti è divenuto l’archetipo del “paesaggio dolomitico”. I pionieri della geologia sono stati i primi ad essere catturati dalla bellezza di queste montagne. I loro scritti, e le successive opere pittoriche e fotografiche, evidenziano ulteriormente lo straordinario fascino estetico di tutto il bene.