Ho tra le mani la raccolta poetica di un’esordiente, Vanessa Toffolo. S’intitola Sui passi del tempo e mi ha commosso: per il desiderio di raccontare e raccontarsi, nonostante il versificare talora acerbo; per la sincerità con cui si offre ai suoi lettori, per l’intensità epidermica con cui l’autrice sente i giorni, si lascia stupire (e così stupisce).
Poesia si, ma non per tutti

Ripenso a quanto, troppo spesso, la pratica dello scrivere perda per via questo entusiasmo, fino all’estrema sintesi. Certo, la fulminea epifania ungarettiana è un miracolo raro, ed è altresì vero che si scrive troppo, i più convinti di saper poetare, non appena si pubblichi un documento cartaceo o, peggio, lo si posti su un social. Troppo, perché la caduta del versificare rimato ha lasciato il passo alla struttura libera, lasciando tutti (o la maggior parte degli apprendisti stregoni) convinti che sia sufficiente andar a capo ogni tanto, per dichiarare lo status di poeti.
Vanessa e il suo scrivere

Eppure Vanessa ha il dono, raro, di una scrittura limpida, su un impianto biografico riconoscibile. È la sua vita che pone in gioco, le gioie ed i dolori, tutto. Così, paradossalmente, i suoi testi venati d’ingenuità risultano un diario fedele ed utile. Per lei, donna, e per tutte le altre.
Vanessa poeta delle donne

Quelle che crescono da sole i figli, tra mille sensi di colpa e intuizioni geniali; quelle che hanno un amore o che l’hanno perduto. Per ogni amicizia coltivata come un giardino e conservata come un tesoro. Per l’essere in natura.
Fotografia e versi

Allora, certe volte, conta di più l’affascinante racconto dell’esistenza rispetto ai purismi della critica. L’aver accompagnato i suoi testi con gli scatti fotografici di Giò Tarantini, dà all’opera di Vanessa Toffolo un sapore ancora diverso: scene di vita vissuta, qualche ritratto dell’autrice e dei suoi affetti più cari, fanno di questa silloge, edita da Pagine nel novembre 2021, un lavoro composito, più un libro d’artista che una raccolta di poesie.
Vanessa e la vita

E c’è spazio per tutto, nel racconto, in quel tempo che passa inesorabile ed avvincente, sempre diverso perché l’autrice ne intuisce il dono. La forte componente affettiva si accompagna ad una sorta di lucore estatico, una meraviglia costante: per la «gioia immensa» o per la «solitudine frenetica quotidiana», per la «speranza di salvezza» o per le «fortuite conoscenze» che la vita ci offre.
Un cuore di cristallo

Costante è la cura dell’animo femminile, di quel «cuore di cristallo» – forse una delle immagini più forti dell’intero lavoro di Vanessa – pronto a lasciarsi scaldare dal contatto umano, ma destinato a frantumarsi in mille pezzi se calpestato, umiliato. Esiste, nel fraseggiare di questa autrice, un orgoglio solido per la propria identità, un coraggio dell’essere donna che ne fa un esempio di chiarezza.
Vanessa e l’armonia del futuro

Ha voglia di ballare ancora, nonostante tutto; ha voglia di mettersi in gioco. Esiste un’armonia profonda in ogni verso, che non deriva dalla tecnica, ma dalla percezione di una dimensione altra, più profonda. «Guardami / dritta negli occhi – scrive – Scrutami / senza paura (…)».
Mi piace, di Vanessa, l’andare attraverso; attraverso il tempo e i sentimenti del mondo. Lo ritengo, da commentatrice, una piccola grande magia piena di futuro.
Chi è Vanessa

Nata e cresciuta a Venezia, classe ’73, oltre a scrivere ama anche dipingere, disegnare e vivere in mezzo alla natura.
Grazie Francesca… mi sono commossa a leggere le sue parole… 🥰