Che cosa ci insegna il mare? Elemento che ci riporta alla nostra vita prima di nascere, quando galleggiavamo protetti in una sacca accogliente, liquida, calda e il mondo fuori di noi era solo una risonanza attutita e lontana. Il mare, che ci culla con dolci onde quando è tranquillo ma può travolgerci e sommergerci quando è in tempesta. Un elemento che ci attrae e ci spaventa, ci accoglie e ci respinge allo stesso tempo.
Il mare per Lorenza

Nel romanzo di Lorenza Stroppa, Cosa mi dice il mare, da poco pubblicato per i tipi di Bottega Errante Edizioni, tutti i protagonisti devono farci i conti, con il mare. La storia si sviluppa tra passato e presente (tra metà degli anni ‘90 del secolo scorso e il 2015) che si alternano in capitoli narrati in terza persona da un narratore onnisciente e altri, in prima persona, dalla voce di Corinne, una donna in fuga da un senso di colpa mai risolto che decide di lasciare marito e figlio per ritrovare se stessa attraverso un viaggio che la riporterà, da Northampton a “casa”, in Bretagna. Non le è servito, per tenere a bada i suoi fantasmi, collezionare sveglie che invadono la sua vita con inesorabile ticchettio.
Un’inquietudine forte come il mare
L’inquietudine monta in lei come la marea e la nuova consapevolezza di non riuscire più a controllare il passato la costringe ad abbandonare tutto, anche il figlio adolescente Roux, senza dare spiegazioni di un simile, traumatico e inatteso gesto. I numeri vengono in soccorso al ragazzo, contare qualsiasi cosa (le fessure di una tapparella, le piastrelle del bagno, le assi del parquet, ad esempio) diventa un modo, ossessivo, di sopravvivere all’abbandono, di impegnare la mente per non farsi sommergere dal dolore e dall’assenza.
Ma sveglie e numeri non sono le uniche ossessioni da cui sono posseduti i protagonisti del romanzo
Anche gli oggetti restituiti dal mare diventano oggetto di collezionismo compulsivo, da parte di Blanche, amica d’infanzia di Corinne, che a Douarnenez, sulla costa bretone, diciotto anni prima, insieme al padre Arthur, ha creato in una grotta una sorta di museo di tali reperti.
Come non pensare, a questo punto, alla straordinaria mostra “Treasures from the wreck of the unbelievable“ di Damien Hirst, ai suoi resti incrostati che riproducevano, in una fantasia artistica, il ritrovamento di un tesoro che il mare ha corroso e modellato di concrezioni?
Perché il mare prende ma poi restituisce

Anche se il corpo di Blanche e del fidanzatino Ric, lei suicidatasi gettandosi da un faro e lui affogato misteriosamente, forse dopo un tuffo (quanto sono importanti i tuffi in questa storia!), non sono mai stati ritrovati. Due giovani vite perdute tragicamente, due destini che legano diverse persone, ognuna chiusa nei suoi segreti, ognuna muta di fronte a sensi di colpa pesanti come macigni che ne schiacciano l’esistenza.
I flash back
Corinne ricorda durante il suo viaggio di avvicinamento “a casa” quanto è avvenuto durante quella maledetta estate, diciotto anni prima, mentre Roux, portato in Bretagna dal padre e affidato ai nonni, vive un’altra estate di nuove amicizie, primi batticuori d’amore, sfide pericolose e raggelanti scoperte.
Un paesaggio selvaggio, sferzato dal vento e dalla pioggia così frequente da quelle parti, fa da sfondo potente alle vicende che si susseguono ricche di colpi di scena e di rivelazioni che non danno tregua al lettore, fino al sorprendente epilogo.
Alla fine, cosa ci insegna il mare?
Roux durante quell’estate vissuta intensamente a Douarnenez imparerà molte cose, che riassumerà in una sorta di decalogo. Le ultime due: perdonarsi è più difficile che perdonare; lasciare, a volte, è un modo per ritornare. Per scoprire le altre otto dovete leggere il romanzo.
Chi è Lorenza Stroppa

Lorenza Stroppa si è innamorata della Bretagna durante i suoi studi universitari di filologia romanza, incantata dal mito arturiano e dallo sviluppo della lingua – come ci svela nella nota che conclude il romanzo – e appena ha potuto è andata a conoscere quella terra, vi si è immersa esplorandola a fondo per possederla: ce la restituisce con precisione e forti suggestioni attraverso una scrittura raffinata e densa di immagini, profumi e dettagli sensoriali.
Lorenza Stroppa è nata nel 1974 a Pordenone, dove vive assieme al marito, due figli e un cane. Fin da piccola ha amato i libri e la scrittura, ed è riuscita a fare di questa passione un lavoro. Ha scritto su diversi quotidiani e riviste e, in qualità di ufficio stampa e di organizzatrice eventi, ha collaborato con enti e associazioni del Triveneto. Tiene corsi di scrittura per ragazzi e adulti. Collabora con la Scuola Macondo e la Scuola del Viaggio ed è docente al Master in Editoria dell’Università Cattolica di Milano.
Dal 2003 lavora come editor per la casa editrice Ediciclo. Ha tradotto diversi libri dal francese e dall’inglese. Ha scritto a quattro mani con Flavia Pecorari la trilogia urban fantasy Dark Heaven, edita dal 2012 al 2014 da Sperling & Kupfer. E uscita con lo pseudonimo Bianca Leoni Capello, il libro La città portata dalle acque (Bottega Errante Editore, 2017). E il romanzo Da qualche parte starò fermo ad aspettare te (Mondadori, 2020).
Lorenza Stroppa, Cosa mi dice il mare, Udine, Bottega Errante Edizioni, 2022
Grazie Annalisa per la ricostruzione accurata della trama, per i collegamenti illustri, per il bel commento al mio libro.
Grazie, Lorenza, ho letto il tuo romanzo con vero interesse.