Sandro Borselli, classe 1962, sposato e padre. Una vita dedicata alla consulenza sugli immobili e sul credito. Esperto in energie rinnovabili, qualifica che gli è valsa la presidenza dell’ANCEE (Associazione Nazionale per il Censimento dell’Efficienza Energetica) controllata direttamente dal Ministero dell’Ambiente, ha deciso di candidarsi alla carica di consigliere comunale della sua Padova nella lista che si presenta come avversaria al sindaco uscente Giordani. In esclusiva per i lettori di www.enordest.it ha deciso di rispondere alle nostre domande.
Borselli, come vede il mercato immobiliare cittadino dopo cinque anni?

“Lasciando perdere ogni e qualsiasi considerazione sugli effetti dei bonus per la ristrutturazione degli immobili che, in qualche misura apprezzabile, hanno rivitalizzato il mercato legato agli edifici usati e, possibilmente, in cattivo stato di manutenzione, resta da fare una considerazione di tipo differente, legata più al tessuto sociale che non al mercato immobiliare fine a sé stesso”.
Cosa intende?

“Alcuni quartieri della città e, in quelli più grandi quale l’Arcella (ma non solo), in alcune zone di questi quartieri, chi è proprietario di un’abitazione acquistata da un po’ di anni, si è trovato a subire una diminuzione del valore del proprio immobile, legato alla scarsa attrattiva che queste zone hanno per chi si avvicina all’acquisto della casa”.
Borselli, vede qualche responsabilità dell’Amministrazione?

“Scevro da ogni e qualsiasi considerazione di tipo razzistico, è di tutta evidenza che l’integrazione nel nostro tessuto cittadino di molti “nuovi” abitanti provenienti da Paesi diversi del Mondo non è cosa facile. Ci sono abitudini diverse, modi di vivere spesso lontani gli uni dagli altri e queste situazioni portano, purtroppo, a due fenomeni legati alla scelta della casa:
1. gli stranieri tendono ad acquistare gli uni vicino agli altri, probabilmente perché si sentono così un po’ più “a casa”;
2. chi straniero non è, cerca un’abitazione, specialmente se in condominio, dove vi sia la minor presenza di stranieri possibile. E questo, proprio per cercare di evitare di dover adattarsi a condividere spazi con persone che hanno abitudini diverse dalle loro. Attenzione: non ne faccio una questione di giusto e sbagliato ma, da operatore del settore di lungo corso (sono agente immobiliare da 35 anni), evidenzio dei puri e semplici dati di fatto”.
Borselli, Padova è città universitaria per eccellenza. Vuol dire anche tanti studenti da sistemare…

“Padova ha una popolazione studentesca che conta poco meno di 60.000 studenti iscritti, dei quali solo 16.000 risultano essere residenti in Padova e Provincia. Questo significa che, in città, ci sono circa 44.000 studenti fuori sede. Tra l’altro, di questi studenti fuori sede, quasi 3.200 sono studenti stranieri, provenienti da 121 Paesi nel Mondo!”
Borselli, come funziona allora la questione?

“Il sistema di assegnazione di alloggi gestito dall’ESU di Padova garantisce la possibilità di avere una sistemazione ottimale per solo poco più di 1.600 posti letto. Vero che il mercato immobiliare cittadino è molto presente ma, com’è logico aspettarsi, i costi e la qualità dei posti letto offerti non sono i più adeguati alle disponibilità economiche e alle esigenze di gran parte degli studenti che li richiedono”.
Cosa ha fatto l’Amministrazione per risolvere la questione?

“Questa situazione, alla quale l’attuale Amministrazione non ha ancora dato risposte soddisfacenti, potrebbe essere almeno in parte alleggerita, se la macchina burocratica che consente la trasformazione di edifici esistenti e, spesso, abbandonati e fatiscenti, non fosse totalmente “ingessata” da norme che potrebbero essere anche applicabili a questo tipo di trasformazioni. Ma che, per scarsa disponibilità da parte della politica cittadina, vedono invece la sterile imposizione di divieti e limiti (in verità, poco condivisibili) che cozzano contro ogni logica di trasformazione del territorio e recupero degli edifici. Interventi che permetterebbero la conseguente risoluzione di problemi abitativi effettivi”.
Le è mai capitato?

“Purtroppo, mi è capitato più volte di trovarmi difronte a proprietari che si approfittano dello stato delle cose per vessare gli studenti con richieste di canoni esagerati e, a volte, anche senza un regolare contratto di locazione”.
Un’ultima domanda. Da esperto in rinnovabili, una città come Padova ha fatto qualcosa?

“La risposta è su tutti i giornali: NO! Si candida a “Urba Picta” per prestigio e festeggia gli 800 anni del suo ateneo davanti al Presidente della Repubblica. Ma, dati alla mano, circolano mezzi inquinanti e obsoleti come i tram che producono un enorme quantità di Co2. E, cosa più importante, ora si parla dell’inceneritore. Senza guardare ai danni che potrebbe produrre: dalle emissioni di carbonio alle ricadute sulla salute. Bastano i dati medici che riportano un aumento di casi tumorali nelle zone limitrofe agli inceneritori. Siamo sicuri che sia un bene “green” per Padova”?