A zigzag, la voce sta tornando. Colpa della polizia che mi ha tenuto fuori dal palazzetto dello sport di Monza, per troppo tempo la notte dello scudetto di Conegliano, Imoco.
L’Eintracht Frankfurt

42 anni dopo. Si aggiudica l’Europa league, all’epoca era Uefa, di mezzo però c’era la coppa delle Coppe, meno competitiva ma un pizzico più blasonata. L’equivalenza dei tedeschi di Franforte sul Meno con la Fiorentina, come blasone e palmares, come calore dei tifosi è unico e anche eccessivo, poichè spesso originano incidenti, come a Barcellona. I nerorossi nella storia: nell’80 batterono in finale Uefa il Borussia Moenchengladbach che in campo aveva Lothar Matthaus, 20enne, avevano l’austriaco Bruno Pezzey elegantissimo, in difesa, e già protagonista al mondiale del 1978. Mercoledì hanno superato ai rigori i Rangers di Glasgow, Scozia, dopo un bell’1-1.
Le volate, le combinazioni

La Roma rischia di passare dall’Europa league al fuori dalle coppe, se dovesse perdere la finale di Tirana e se non vince a Torino, nel caso in cui la Fiorentina batta la Juve, senza obiettivi, e l’Atalanta superi l’Empoli, senza obiettivi.
Lanerossi Vicenza

La magia dello stadio Menti, lo store dei Rosso, il terzo tempo modello rugby, della curva sotto la curva, per un’ora buona, a intrattenere i beniamini all’uscita. La religione del Lanerossi, i 12mila, i rimproveri degli anziani davanti agli errori.
Retrocedono le proprietà americane, il Venezia e il Genoa

Il Grifone si era qualificato due volte in Europa league, la seconda non disputata per debiti, comunque con Preziosi non aveva mai realmente rischiato la retrocessione. Dopo 15 anni arriva il fondo statunitense e retrocede con una giornata di anticipo. Il Venezia fallì due volte, l’ultima con i russi, con l’americano è arrivato in serie A ma nel girone di ritorno il rendimento è stato da record negativo.
La Fiorentina

40 anni dopo a teatro i vicecampioni d’Italia, arrivati a un punto dallo scudetto, a 6′ dallo spareggio. C’erano l’allenatore Giancarlo De Sisti, Daniel Bertoni arrivato dall’Argentina, naturalmente Pecci, Antognoni, Giovanni Galli e poi i tanti gregari, Monelli, Sacchetti, Casagrande. I videoracconti con Daniel Bertoni, Renzo Contratto, Roberto Galbiati, Francesco Casagrande: “Meglio secondi che ladri”, il motto che ha fatto la storia.
“Ma io preferivo vincere anche rubando”, sorride l’ex campione del mondo argentino, che con la nazionale chiuse con l’eliminazione al mondiale dell’82. “Era un altro calcio, 40 anni fa, avremmo meritato lo spareggio”. Mancavano solo Luca Moz e Pietro Vierchowod, Luca Bartolini e Daniele Massaro, Ciccio Graziani da Tiki Taka ha mandato due videomessaggi. C’era il presidente Ranieri Pontello, 74 anni.
Volley

A Milano la presentazione della stagione azzurra delle nazionali, Nations league con finale a Bologna e mondiali. Velasco: “Tutti gli uomini volevano giocare a calcio, in pochi a pallavolo. Abbiamo problemi di reclutamento, tanti sport ci portano via talenti, io stesso sono un calciatore mancato. Le donne hanno una enorme base di reclutamento”.
De Giorgi e Mazzanti, a www.enordest.it: “L’oro europeo non vale almeno un podio mondiale”. Il mondiale maschile sarà di nuovo in Italia, almeno in parte. Davide Mazzanti: “I mesi da ct, senza campo, non mi fanno stare male. In inverno ho rimesso a posto tanto, della mia vita”. Fefè: “Zaytsev torna convocato, ma il ricambio generazionale è fatto”. Il presidente federale Manfredi: “Limitiamo i giovani stranieri di talento medio, valorizziamo gli italiani”.
Volley, Stefano Recine

Ha mancato la Champions, a Civitanova e a Perugia, da oggi lascia il ruolo di ds in Umbria, a 65 anni, per diventare accompagnatore dell’Italia femminile. Decisione probabilmente per vivere più sereno, è un ruolo poco decisionale. In realtà ha vinto poco, rispetto ai budget di cui disponeva: uno scudetto a Modena, 20 anni fa, da dirigente, e una Cev a Palermo, con la presidenza del sindaco Leoluca Orlando.
Boxe, mondiali, l’argento di Irma Testa

Dopo il podio olimpico di Tokyo e i quarti a Rio, alla casertana manca solo l’oro. Ha fatto outing: “Non mi piace la parola lesbica, è una gabbia. Nel mondo dello sport essere omosessuale è un’imperfezione”, un titolo de Il Fatto quotidiano.