Paolo Ongaro nasce a Mestre (Venezia) il 22 giugno 1946. Disegnatore autodidatta, esordisce, appena diciassettenne, come inchiostratore per Vladimiro Missaglia. Nello stesso periodo, si cimenta anche nella scrittura per una storia pubblicata da un settimanale missionario milanese, anche se la sua vocazione principale resta il disegno. Alla fine degli anni Sessanta, lavora per Universo e Sansoni, per proseguire poi con “Diabolik”, “Corriere dei Ragazzi” e “Il Giornalino”. Collabora al mondadoriano “SuperGulp” nel 1975, mentre, tre anni dopo, partecipa al grande progetto di Enzo Biagi “Storia d’Italia a fumetti”.
Ongaro e gli anni ’80 fino a Lucca Comics

Nel 1980, inizia a scrivere e disegnare, dapprima per il “Gazzettino dello Sport” e poi per “Guerin Sportivo”, una storia a fumetti della Nazionale italiana, “Azzurro”, una serie di biografie dedicate ai grandi campioni, e una “Storia delle Olimpiadi”, ristampata in volume dalla Mondadori nel 1996. Dopo una lunga parentesi lavorativa per il mercato francese (1980-1987), Ongaro ritorna alla Universo con “Xenio” e “Rally”, due serie apparse su “Intrepido”, quindi, nei primi anni Novanta, l’incontro con Castelli, da cui prenderà avvio la sua collaborazione con lo staff di Martin Mystère. Un successo che lo porta a vincere quest’anno un prestigioso premio a Lucca Comics per una sua avventura ambientata a Venezia. Siamo andati a sentire la sua impressione.
Ongaro, che effetto fa ricevere un premio a Lucca Comics, la più prestigiosa rassegna fumettistica d’Europa?

“Non è il primo riconoscimento al mio lavoro, ne ho ricevuti altri che mi hanno gratificato, anche a Lucca, ma questa volta il mio orgoglio è stato sottoposto ad uno scossone positivo poiché è arrivato non da una giuria o una votazione di addetti, solitamente poche persone, ma tramite un referendum tra i lettori per il miglior albo 2021, influenzati solo dalla qualità del disegno.WOW doppio WOW”
È tanto difficile disegnare Martin Mystère?




“Difficile non è la parola più significativa, la difficoltà consisteva nel rispettare il format bonelliano che, per quanto mi riguarda, limitava molto le scelte delle inquadrature e prospettive che mi sarebbero piaciute. Al di là di questo, problema che ho sempre superato, ho disegnato con passione ogni tavola e il personaggio mi ha appassionato e mi è rimasto ” appiccicato”. Parlo al passato perché ora ho fatto altre scelte con altri editori che continuano ad arricchire la mia professione”.
Ongaro, come è nata la storia ambientata a Venezia?

“La storia è nata da uno spunto di Toso Fei, dal successivo soggetto di Artusi e Zilio che hanno anche sceneggiato, dopo di che Alfredo Castelli mi ha proposto di realizzare i disegni. Penso sia la storia della serie dei miei albi di MM più impegnativa, ma che ho amato più di tutte, che mi ha dato grande soddisfazione per ogni giorno di lavoro, soprattutto per la scelta della colorazione (ahimè molto mal riprodotta nella stampa … per fortuna i lettori non lo sapevano) che ho effettuato”.
Quali sono i progetti futuri ora?

“In questo periodo sto lavorando per la Gran Bretagna. Si tratta di una collana storica di gran successo che tratta di argomenti bellici del Novecento, dalla prima guerra mondiale in poi. C’è anche in progetto un libro a colori da pubblicare nel 1923, vedremo…”
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