Il virus colpisce il mondo del pallone e ferma ancora una volta la Serie D, bloccata per il crescente numero dei contagi tra gli stessi calciatori. Il campionato riprenderà il 23 gennaio e offrirà l’occasione di recuperare i giocatori infortunati e alle prese con il COVID. Il Presidente Serena del Mestre, che attualmente ha sette giocatori positivi, dovrà così aspettare per vedere in campo alcuni dei nuovi arrivati.
Presidente, la pandemia ha ancora bloccato il campionato. È contrario allo stop?

“Da ormai due anni a causa della pandemia siamo ostaggi di un virus che ci mette nella condizione di non sapere cosa possa succedere domani. Così, purtroppo, è anche difficile programmare e si è costretti a ricominciare tutto da zero. Dovendo vivere e lavorare, nel prossimo futuro dovremo imparare a convivere con il virus ed è per questo che, salvo in casi eccezionali, sono contrario ad ulteriori stop del campionato”.
Che Mestre ci dobbiamo aspettare dopo la pausa?

“Una squadra che ha visto tanti movimenti e che al suo completo deve ancora farsi vedere. Nelle ultime due partite abbiamo avuto numerose assenze tra infortuni e squalifiche e va ricordato che alcuni innesti dobbiamo ancora vederli. Uno su tutti, Vittorio Fabris, un giocatore dal curriculum importante che è arrivato fine novembre e che si è infortunato al debutto. Dopo la pausa, la squadra recupererà anche i quattro giocatori attualmente colpiti dal COVID e due elementi come Salvaterra e Severgnini, pedine importanti che si rileveranno come dei nuovi acquisti”.
Presidente, il nuovo anno segnerà novità importanti per quanto riguarda il Baracca e il nuovo stadio?

“Conservare lo stadio Baracca penso che vada oltre l’aspetto sportivo e il Mestre, essendo un reperto storico che è un bene del Comune. Per diventare grandi, però, serve uno stadio in terraferma che, oltre ai progetti del Venezia, accolga anche quelli del Mestre. Spero che i fondi europei del PNRR di cui si parla possano permettere un investimento importante per la realizzazione di tali strutture sportive. In futuro il Venezia, che è già in Serie A, potrà lottare per obiettivi ancora più ambiziosi, mentre il Mestre sarà finalmente libero di crescere”.
Ph: Marco De Toni