Quella di mercoledì 27 ottobre 2021 è stata una giornata drammatica per le persone LGBT* italiane o residenti in Italia e per tutte e tutti coloro abbiano appoggiato l’iniziativa legislativa contro omotransfobia, misoginia e abilismo. Un disegno di legge che avrebbe uniformato l’Italia al resto dell’UE e a gran parte del mondo, oltre a colmare un vuoto legislativo per il quale le battaglie politiche del movimento LGBT* italiano proseguono da oltre trent’anni.
Il Senato ha affossato la legge celandosi dietro un, infingardo più che mai, voto segreto

A votazione avvenuta, il numero dei cosiddetti “franchi tiratori” ammonta a 16. Palese, in qualsivoglia interpretazione numerica, l’impatto devastante del cambio di rotta di Italia Viva, la cui origine risale a molto prima di oggi. Il PD era conscio dei rischi e ha deciso, stoicamente e forse per certi versi un po’ ingenuamente, di “tirare dritto”, per usare un gergo caro all’attuale governo.
L’Italia e il decreto

Il deputato del PD Alessandro Zan, primo firmatario della legge e suo relatore principale, ha dichiarato nel merito: “Patto di civiltà tradito da chi ha inseguito le sirene sovraniste. Adesso due anni di lavoro sono stati buttati nel cestino. L’Italia rimane uno dei pochissimi paesi d’Europa a non avere una legge sui diritti civili. La inseguiamo da quasi trent’anni”. Zan ha anche detto di voler essere ottimista.
Ma cosa prevedeva il DDL Zan?

In base al testo del DDL approvato alla Camera nel novembre 2020, i reati collegati all’omofobia sarebbero stati equiparati a quelli sanciti dall’articolo 604 bis del Codice Penale che contrasta il razzismo e l’odio su base religiosa, punendo con la reclusione fino a quattro anni le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Il disegno di legge avrebbe istituito anche una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, per promuovere una più diffusa “cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.
L’Italia e la Legge Mancino

La legge Mancino, 205 del 1993, è tuttora in vigore. Prevede l’aggravante per delitti compiuti con finalità o motivazioni circoscrivibili a razzismo e discriminazione religiosa o politica. Su questo nessuna persona, di qualsivoglia schieramento ideologico, ha mai avuto nulla da obiettare. La sua estensione all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità evidentemente disturba. Ma chi turba esattamente? La popolazione italiana nel suo insieme assolutamente no. Tutti i sondaggi svolti dalle principali agenzie del nostro paese hanno fornito risultati molto chiari: l’Italia è a favore di questa legge.
L’Italia al passo, i politici no

L’Italia è perfettamente al passo coi tempi. La sua classe dirigente è ferma a cinquant’anni fa, con le sue retoriche bigotte, le sue fake news sistematiche sul contenuto di tutte queste proposte legislative e le sue oscene esultanze da stadio, che tutto il mondo ha dovuto vedere mercoledì, a fronte di diritti umani negati.
Un esempio. Questa è l’Italia
Vi porto solo un esempio, al di là delle manifestazioni di disappunto da parte di personaggi connazionali quali Antonella Clerici, Alberto Matano, Emma Marrone e Mika. Brandon Flynn, attore statunitense famoso per aver interpretato Justin Foley nella serie Netflix “13 reasons why”, ha pubblicato nel suo profilo Instagram addirittura due status sulle esultanze sguaiate del Senato italiano di fronte all’affossamento del DDL Zan. Ci rendiamo conto? Stati Uniti d’America, fin lì siamo arrivati a esibire certe nostre figuracce.
Quindi ora ci avviamo verso altri anni bui
Per concludere vorrei citare un estratto del meraviglioso post di Saverio Tommasi (Fanpage.it):
“Il DDL Zan l’hanno ucciso quelli che dicevano “ma state sempre a occuparvi dei gay”.
Quelli che nella melma di questo Paese che non va avanti e ogni tanto torna indietro, hanno trovato il loro trogolo.
L’hai ucciso tu che non ti sei accorto che ogni diritto è legato all’altro, tu che non ti sei accorto che non è necessario essere gay per pretendere un’aggravante all’omotransfobia. E’ sufficiente essere umani.”
