Jean Paul Belmondo (Bebel per tutti i suoi fan) era una leggenda del cinema francese e mondiale, al punto da sembrare immortale e tale rimarrà anche se ha lasciato la vita terrena. “Le figaro” nel salutarlo gli ha dedicato una foto a tutta pagina con la frase “L’As des As” (l’asso degli assi) e riservato la bellezza delle prime nove pagine del giornale.
Bebel, amante del cinema e della vita
Amante del cinema come della vita, vivendo entrambi con la stessa passione, forse proprio per questo era così bravo, perché trasportava sullo schermo questa sua irrefrenabile vitalità. Ma, sopra a ogni passione, amava le donne.
L’amico/rivale Alain Delon

Conquistatore ineguagliabile, ancora di più dell’amico rivale Alain Delon, ebbe flirt, relazioni stabili, fugaci o anche solo chiacchierate con tutte le più belle colleghe dei suoi anni: Ursula Andress, Laura Antonelli, Jean Seberg, Brigitte Bardot, Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli, Elodie Costantin (una splendida ballerina che fu la prima moglie e con la quale ebbe tre figli) e la modella, sposata in terze nozze, Barbara Gandolfi. Una più bella dell’altra.
Non solo amante delle belle donne

Ma Bebel, questo era il suo soprannome, non è stato solo un rubacuori, è stato un grandissimo attore, probabilmente il più grande interprete della Nouvelle Vague. A lui, infatti, ricorrevano i maggiori maestri del movimento cinematografico francese: Francois Truffaut, Alain Resnais, Claude Chabrol e Jean Luc Godard.
Bebel, dall’amore per il cinema italiano all’accoglienza in Francia
La sua bravura fu notata anche oltralpe. Nel nostro Paese era di casa, sia perché i genitori erano italiani sia per le conquiste sentimentali, ma anche per motivi lavorativi. Recitò in pellicole indimenticabili come “La Ciociara” di Vittorio De Sica o altre meno nobili come “La Viaccia” di Mauro Bolognini, solo per citarne alcune. Di certo, la sua popolarità è legata al meglio del meglio della storia del cinema francese.
I capolavori di Bebel
Capolavori unici come “Fino all’ultimo respiro” di Godard, il regista che meglio di chiunque altro esaltò le sue doti, o “Borsalino”, dove fa coppia con Alain Delon, e “La mia droga si chiama Julie” di Truffant, dove recita in coppia con Catherine Deneuve e tocca, secondo molti critici, la sua vetta più alta come attore.
Attore a 360°

Belmondo è stato capace di girare film drammatici (“La Ciociara”), gialli introspettivi (“La mia droga si chiama Julie”), alternandoli a polizieschi, film leggeri e noir, genere nel quale era considerato un interprete cult (consigliamo di vedere, o rivedere, “Lo spione” di Jean-Pierre Melville). Oltre al cinema era popolarissimo anche a teatro, grazie alla sua formazione all’accademia di arte drammatica, esibendosi in prove memorabili sui palcoscenici francesi.
Ciclista e calciatore per passione

Appassionato di sport, leggeva tutti i giorni il quotidiano sportivo “L’Equipe” (l’equivalente della nostra Gazzetta dello Sport) ed era amante del calcio e del ciclismo. Si narra che per seguire una tappa di montagna del Tour de France poteva interrompere qualsiasi attività, ad eccezione di quelle amorose. Ma era anche uno sportivo praticante, il suo naso schiacciato era infatti figlio di un incontro di pugilato praticato in gioventù.
Quel naso storto e schiacciato su un viso irregolare, quasi di gomma, dove si apriva un sorriso contagioso, lo rese ancora più affascinante. Irresistibile per le donne e indimenticabile per tutti gli appassionati di cinema.