Il virus è moribondo. La guerra è quasi finita. Usciamo dai rifugi e ricominciamo a lavorare per rivedere ciò che muove il sole, i fiumi, la vita del mondo. Il lavoro. Ricominciamo a vivere nelle stanze dove l’attività degli uomini spinge avanti tutte le cose.
Una guerra strana
È stata una strana guerra. Non ci sono città distrutte dalle bombe. Le case sono in piedi. Si è solo spezzata la catena del movimento. Durante questi lunghi mesi ci siamo accorti che coloro che noi pensavamo sapessero, non sapevano niente. O quasi. Molti che erano addetti al comando ci hanno derubato. Della Libertà. Il microscopico e invisibile Covid ha preso in giro i sapienti. Ha giocato come un navigato guerriero saltando gli ostacoli nello sterminato fronte dell’aria che respiriamo. E non ha solo vinto sui corpi. E’ anche riuscito a far cambiare i nostri pensieri.
Quando ci hanno tolto il sorriso

Ai suoi ordini gli uomini si sono trasformati in soldati pronti a combattere gli uni contro gli altri. L’amicizia sbloccata solo se c’era la mascherina. Chi la portava era buono chi non la portava un assassino. Quella mascherina che ha cancellato il sorriso. Il minuscolo distendersi delle labbra che ci distingue dagli animali. Così stiamo rinvenendo dopo la guerra. Con il sospetto di ritrovarci tutti untori.
Riapriamoci alla speranza

Abbiamo sviluppato una doppia personalità. Siamo il nemico e contemporaneamente il nemico. Per godere della pace c’è un disperato bisogno di ricominciare a vivere tra noi. Assieme. Riapriamo le nostre porte il primo giorno di giugno. Pieni di voglia e di speranza per fare quello che ci hanno insegnato per tutta la vita. Servire.