Un solo padrone del Giro d’Italia, Egan Bernal. È il verdetto della Sacile-Cortina che dall’essere il tappone dolomitico da quasi 6000 metri di dislivello si è trasformato in una frazione corta e intensa con la cancellazione del Passo Fedaia e del Pordoi a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Il colombiano della Ineos Grenadiers ha attaccato nella parte finale del Passo Giau – diventato Cima Coppi di questa edizione – e si è lanciato con coraggio nella picchiata verso Cortina d’Ampezzo anticipando di mezzo minuto uno specialista come Romain Bardet e Damiano Caruso (Bahrain Victorious) che ora sale in seconda posizione della generale.
Tagliati Fedaia e Pordoi
Dagli originali 212 chilometri si è tagliato il percorso di quasi un terzo fino ai 153 km finali: dopo la salita de La Crosetta i “girini” sono scesi verso Agordo e si è tagliato direttamente verso le pendici del Passo Giau tagliando il Fedaia e il Pordoi.
In fuga sul Cansiglio anche Nibali

Sulla prima salita del Cansiglio sono evasi Nibali, Bouchard, Vervaeke, Tesfatsion, Izagirre, Tratnik, Fabbro, Großschartner, Almeida, Fortunato, Hirt, Bouwman, Vanhoucke, Pedrero, Rubio, Villella, Kangert, Roche, Brambilla, Ghebreigzabhier, Formolo e Ulissi.
La maglia rosa è inarrestabile

Il primo a staccarsi dal gruppetto è stato Ghebreigzabhier, poi è toccato a Izagirre che ha rischiato tantissimo in discesa uscendo fuori strada a causa di una foratura. Sulle prime rampe del Giau ci hanno provato prima Formolo e poi Pedrero, ma sono servite poche centinaia di metri a Egan Bernal per accelerare, recuperare sui fuggitivi e andarsene via da solo. Nessuno è stato in grado di tenere il ritmo della maglia rosa che è passato da solo al GPM davanti a Caruso e Bardet e poi si è lanciato nella lunga e impegnativa discesa.
L’italiano Caruso è secondo in classifica
Ha preceduto Bardet e Caruso di 27″, poi Ciccone di 1’17” con Carthy e Almeida, Vlasov di 2’10”, quindi Izagirre, Formolo e Foss con Yates che ha finito a 2’36”. Giornata nerissima per Remco Evenepoel che è stato respinto dal Giro d’Italia e si è staccato presto accumulando un ritardo abissale sul traguardo, pari a 24’05”.
Bernal: “vincere in maglia rosa è speciale”

“Non vinci tutti i giorni, e vinci ancora meno in Maglia Rosa. Quando ho capito che avevo un po’ di tempo per togliermi la mantellina ho pensato che era un dovere farlo: volevo vincere indossando questa Maglia speciale. Tappa accorciata o meno, noi eravamo pronti a tutto. Sapevamo che non dovevamo lasciare troppo spazio alla fuga. Forse con il percorso originale sarebbe stato più facile controllare la corsa perchè alla fine oggi abbiamo fatto le salite a tutta. Stavo pensando a questa frazione già da un paio di giorni, volevo fare qualcosa di speciale. Per questo ho deciso di attaccare sul Giau e provare a vincere in Maglia Rosa. Ho detto più volte che questa Maglia mi ricorda Marco Pantani. Non ho nessuna foto mia in bici a casa ma ne ho una di Marco. Adesso so di avere un buon vantaggio sul secondo in classifica. Una giornata difficile in una tappa di montagna può capitare a tutti ma, qualora capitasse, dovrei essere in grado di gestirla”.
Ordine d’arrivo

1 Egan Arley Bernal Gomez (Col) INEOS Grenadiers 04:22:41
2 Romain Bardet (Fra) Team DSM 00:00:27
3 Damiano Caruso (Ita) Bahrain Victorious 00:00:27
4 Giulio Ciccone (Ita) Trek – Segafredo 00:01:18
5 Hugh Carthy (GBr) EF Education – Nippo 00:01:19
6 João Almeida (Por) Deceuninck – Quick-Step 00:01:21
7 Aleksandr Vlasov (Rus) Astana – Premier Tech 00:02:11
8 Gorka Izagirre Insausti (Esp) Astana – Premier Tech 00:02:31
9 Davide Formolo (Ita) UAE Team Emirates 00:02:33
10 Tobias Svendsen Foss (Nor) Jumbo – Visma 00:02:33
Classifica generale
1 Egan Arley Bernal Gomez (Col) INEOS Grenadiers 66:36:04
2 Damiano Caruso (Ita) Bahrain Victorious 00:02:24
3 Hugh Carthy (GBr) EF Education – Nippo 00:03:40
4 Aleksandr Vlasov (Rus) Astana – Premier Tech 00:04:18
5 Simon Yates (GBr) Team BikeExchange 00:04:20
6 Giulio Ciccone (Ita) Trek – Segafredo 00:04:31
7 Romain Bardet (Fra) Team DSM 00:05:02
8 Daniel Felipe Martinez Poveda (Col) INEOS Grenadiers 00:07:17
9 Tobias Svendsen Foss (Nor) Jumbo – Visma 00:08:20
10 João Almeida (Por) Deceuninck – Quick-Step 00:10:01
Mercoledì si torna subito in salita a Sega di Ala

Le ultime cinque tappe decisive del Giro sono tre arrivi in salita, una tappa per velocisti o fughe, la cronometro finale. Si parte con un arrivo inedito a Sega di Ala: siamo in Trentino, non lontano da Rovereto. Salita scoperta dall’allora Giro del Trentino 2013 e vittoria di Vincenzo Nibali. Ci sono 3.400 metri di dislivello, tutti concentrati però negli ultimi 50 km, dal passo San Valentino al traguardo. La prima parte è interamente in discesa. Si percorrono in sequenza la Val di Fassa, la Val di Fiemme e l’altopiano di Pinè. Raggiunta Trento, la corsa si dispone sulla riva destra dell’Adige. Dopo Mori si affronta (da Avio) il Passo di San Valentino: 14,8 km alla media del 7,8%, punte del 14%. Poi Sega di Ala, un’ascesa di 11,2 km al 9,8% medio, 1098 metri di dislivello e punte del 17%. Ma siccome l’ultimo chilometro e mezzo è al 5%, la media è dell’11%: Sega di Ala è davvero una delle salite più dure del Giro. Dopo gli ultimi tornanti si entra nell’altopiano del Passo Fittanze, dove le pendenze si addolciscono fino alla linea di arrivo.
Rovereto-Stradella
La frazione più lunga del Giro, per riprendersi prima del gran finale. Ma non è banale, anzi. I velocisti se la devono conquistare sui saliscendi (e anche qualche strappo tosto) nei 30 km finali prima del traguardo nella città della fisarmonica Stradella.
Il sindaco di Cittadella vince la maglia rosa

L’azienda veneta Castelli, sponsor delle maglie ufficiali del Giro d’Italia, ha voluto omaggiare il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon e tutta l’amministrazione comunale con la prestigiosa Maglia Rosa per celebrare la prima città veneta che ospita una partenza del Giro d’Italia quest’anno. È stato Matteo Montaguti ex corridore professionista e ora responsabile vendite della Castelli, azienda di Fonzaso, a consegnare la maglia rosa al primo cittadino, accompagnato dall’assessore allo sport, Diego Galli. La consegna è avvenuta sabato prima della partenza tappa, sopra il palco della grande kermesse ciclistica che sarà uno dei tanti eventi del comune per celebrare gli 800 anni della città murata.
Conversus, un bicchiere che diventa tappo per unire i tre patrimoni veneti dell’Unesco

Conversus è un bicchiere nato dall’idea dell’artista Roberto Bertazzon e realizzato nelle fornaci della prestigiosa vetreria muranese Carlo Moretti. L’opera è stata patrocinata da Silvana Curto e Massimo De Nardo, grandi mecenati di cultura e arte. Ma chi ha compreso la forza evocativa di questo pezzo d’arte sono i fratelli Alberto e Marco Stocco, che hanno fatto del concetto di leisure il cardine del successo delle strutture ricettive di famiglia: Ca’ del Poggio, a San Pietro di Feletto, sorge nel cuore delle colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, diventando così il perfetto punto di raccordo dei tre Patrimoni Unesco.
Conversus è un prezioso pezzo di artigianato muranese in cui la trasparenza del vetro asseconda, per un attimo, l’idea della coppa. Ma è nel gesto del capovolgerlo, cambiandole il verso, che si svela una forma nuova: il bicchiere assume così la fisionomia del tappo del Prosecco.

Non solo: per il vincitore della tappa del Giro d’Italia, Eagan Bernal (che e pure maglia rosa) è stata disegnata una coppa di dimensioni straordinarie: 35 centimetri di altezza di vetro soffiato e lavorato con una forma in legno massiccio di pero dagli abili maestri vetrai della Carlo Moretti che hanno eseguito alla perfezione, nella loro “fabbrica d’autore”, l’idea nata e disegnata da Roberto Bertazzon.
Il cuore della onlus conquista anche Abbiategrasso

Il cuore fatto all’uncinetto dalle volontarie della Onlus De Leo Fund di Padova, dopo Vo’ Euganeo e Bergamo, è stato esposto a Cortina d’Ampezzo in occasione della tappa del Giro d’Italia. Il capolavoro è stato montato sulla facciata del Vecchio Comune in corso Italia dove c’è stato l’arrivo. Un cuore solidale di 20 metri quadri, realizzato all’uncinetto da 14 donne con 26mila metri di filo e 1.200 ore di lavoro e che rappresenta un simbolo di rinascita dal coronavirus ma soprattutto la volontà di dare un aiuto alle persone colpite duramente dalla pandemia. Lo stesso cuore poi è arrivato fino a Bergamo, esposto sulla facciata del palazzo della Ragione, in piazza Vecchia, nel giorno (il 18 marzo scorso) in cui tutta l’Italia ha commemorato le vittime della pandemia. Il cuore sarà il simbolo della partenza ad Abbiategrasso venerdì.