Si spengono le luci di Broadway, la via dei teatri a New York, si accendono quelle delle sale di Venezia, Padova e Treviso grazie al Teatro Stabile del Veneto. Il 2020, anno della pandemia, sarà ricordato anche per i suoi paradossi. Le luci della ribalta della Grande Mela, famose in tutto il mondo per lo sfavillio e i musical ma non solo e celebrate dal cinema, rimarranno spente fino al 1° giugno 2021. La “Great white way” resterà al buio, sospese le 31 produzioni in corso prima della serrata (mondiale) di marzo per il Covid.
New York e il teatro
New York è una delle metropoli con cifre spaventose di contagiati dal Covid. Va meglio in Italia, anche se i bollettini quotidiani sulla pandemia restano angoscianti. E il Teatro Stabile del Veneto, rispettando tutte le regole stabilite dal governo per la sicurezza, accende un lumicino di speranza e, tra novembre e dicembre, ospita quattro produzioni.

Il teatro stabile
Sarà il Goldoni di Venezia a dare il via il 29 ottobre con “Romeo e Giulietta. Una canzone d’amore”, il classico shakespeariano riletto dalla compagnia veronese Babilonia Teatri, in scena due grandi “vecchi”, Ugo Pagliai e Paola Gassman. Coprodotto con lo Stabile di Bolzano, “Romeo e Giulietta” sarà in scena anche al Verdi di Padova (11-15 novembre) e al Teatro Mario Dal Monaco di Treviso (20 novembre).
Il teatro stabile a Padova
Il 4 novembre, il Verdi di Padova, nel 250° anniversario della nascita di Beethoven, in collaborazione con l’Orchestra di Padova e del Veneto propone “Ludwig Van”.
Il classico goldoniano “I due gemelli veneziani”, regia di Walter Malosti, è al Goldoni dal 3 al 6 dicembre, al Verdi dal 9 al 16 dicembre al Verdi, dal 17 al 20 a Treviso. È Venezia a chiudere la ministagione dal 10 al 13 dicembre con “Peachum”, dall’ “Opera da tre soldi” di Brecht, con Rocco Papaleo e Fausto Paravidino.

Non è la stagione a cui siamo abituati, d’accordo, ma è un atto di speranza.