Jasmine Paolini non finisce di stupire: gli Internazionali di Roma sono i suoi, in due soli set (6-4 e6-2) si è liberata dell’americana Coco Gauff numero tre al mondo, due posizioni davanti all’azzurra. Ad applaudire la Paolini in tribuna, tra i diecimila spettatori, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha tifato e gioito.La Paolini ha vinto mettendo in mostra un tennis essenziale, efficace, non per questo meno spettacolare, una tenuta mentale all’altezza del grande appuntamento. Un atleta azzurro trionfa a Roma dopo 40 anni; l’ultimo successo femminile italiano risale al 1985 con la Reggi, allora il torneo si disputò a Taranto.
Jasmine vera campionessa

Paolini strepitosa a confermare che non si tratta di una meteora ma di una vera campionessa. A confermare anche che il 2024 non è stato un lampo. Oggi Jasmine ha l’occasione per superarsi, sarà impegnata infatti nel doppio con la Errani contro la russa Kudermetova (e la belga Mertens. Il doppio azzurro per confermarsi e la Paolini per doppiare il trionfo romano.
Ma soprattutto oggi può diventare una data storica per il tennis italiano perché nel pomeriggio sarà in campo per la finale maschile Jannik Sinner contro Alcarez. Il numero uno al mondo ritornato dopo tre mesi di sosta per il noto patteggiamento, ma da subito all’altezza della situazione e in grado di confermarsi sempre numero uno.
Peccato per Musetti

Peccato per Lorenzo Musetti, ora 8° nell’Atp, superato in semifinale in due set dallo spagnolo Alcaraz. Il 6-3 del primo parziale è inequivocabile, nel finale dopo un errore grossolano scaglia con violenza la racchetta contro la terra rossa del Centrale: warning. Nel secondo si porta sul 3-1, poi reagisce bruscamente, con un’occhiataccia eloquente, al commento di uno spettatore prima di una battuta sul 40-0: “Finiscilo Lollo”. Incassa un penalty point per aver spedito con forza la pallina in orbita verso il pubblico. Alcaraz si riporta in parità e chiude al tiebreak a 4. Per il carrarese è stata la terza semifinale di fila in un torneo masters 1000, dopo Montecarlo (finale vinta da Alcarez) e Madrid.
Come Sinner e gli altri big azzurri, andrà al Roland Garros (25 maggio-8 giugno, terra rossa), poi sono probabili i tre tornei sull’erba: Atp 250 Stoccarda (9-15 giugno, il 500 di Londra (16-22 giugno) e Wimbledon (30 giugno-13 luglio). Percorsi che dovrebbe rafforzare anche il primato di Sinner, resistito ai 3 mesi di inattività.
Il trionfo di Jasmine

Ieri Jasmine Paolini ha trionfato, nell’èra open è la terza azzurra a conquistare la finale nel torneo di tennis più popolare del nostro Paese, l’unica vincitrice fu la faentina Raffaella Reggi nel 1985 e allora la finale fu a Taranto, poi Sara Errani, superata nel 2014 da Serena Williams, potente anche più di Gauff.
Negli anni ’30 un successo e tre finali per Lucia Valerio, milanese.
Jasmine e Sara anche nel doppio

Sara Errani e Jasmine Paolini disputano oggi la finale del doppio, hanno battuto le russe Mirra Andreeva e Diana Shnaider in due set, già superate nella finale olimpica di Parigi, se le vedono con la Kudermetova e con la Mertens. Vinsero l’anno scorso, sono all’ottava finale del circuito.
Sono stati comunque i giorni di Sinner, dopo quei due mesi senza neanche potersi allenare, per il discusso patteggiamento con la Wada, e l’ultimo mese a riprendere la condizione. Resta molto più facile ritornare rispetto a un grave infortunio, lo stop forzato gli è servito per staccare mentalmente, per ritornare a divertirsi con gli amici.
I commenti su Jasmine

L’attesa è stata raccontata per settimane su Repubblica da Massimo Calandri, firma del rugby, autore di libri, da questa stagione erede di Paolo Rossi nel tennis.
“Sullo schermo compare la parola “rosso”, ma è scritta in giallo: falso. Ora appare “verde”, in verde: giusto. Parole e colori si alternano per un centinaio di volte in un paio di minuti. Non sbagliare, Jannik. Il gioco in realtà è un allenamento: deve rispondere schiacciando il più rapidamente possibile un tasto: in maniera automatica, senza pensare troppo. Gli hanno applicato dei sensori per monitorare il consumo cerebrale: se è basso, vuole dire che la mente è “pulita”, l’atleta è tranquillo. I risultati del cardiofrequenzimetro confermano”.
Sono tecniche molto moderne, che partono da lontano. L’uso dei colori in psicoterapia era già applicato dal professor Leonardo Alloro, di Albinea, 40 anni fa. Specialista di tecniche nel training di sportivi è anche Alessandro Calderoni, già giornalista a radio Monte Carlo e 105.
C’è anche Sinner

“Sinner è sottoposto anche a controlli cognitivi – spiega ancora Calandri -, esercizi che permettono di entrare in un sorta di stato di meditazione, o ancora degli esami per esplorare al tempo stesso la fase automatica e quella cognitiva. Ha allenato il cervello attraverso i test di Riccardo Ceccarelli e la sua mental gym, alla ricerca della massima efficienza cerebrale. Jannik ormai è autonomo nella gestione delle proprie risorse mentali. È diventato il leader di se stesso».
A Roma l’Italia non vince dal 1976, da Adriano Panatta in rimonta sull’argentino Vilas. L’anno dopo l’unica finale ai massimi livelli per Tonino Zugarelli, il quarto uomo della coppa Davis vinta nel ’76, sconfitto da Vitas Gerulaitis, il biondo americano. Nel ’78 Borg battè Panatta in 5 set, all’epoca erano entrambi all’apice della popolarità. Come talento Panatta somigliava a Musetti, non era applicato quanto Sinner, caratterialmente era molto più estroso.
E’ stata anche la settimana dell’udienza di Sinner.
Mercoledì papa Leone XIV ha ricevuto il tennista Jannik Sinner con un’udienza in Vaticano.
Privata che diventa pubblica, nel senso che l’incontro è ampiamente fotografato e ripreso. Robert Francis Prevost, il nuovo papa, è un appassionato di tennis, sport che ha praticato da giovane, e ha detto di considerarsi un «tennista dilettante».
In avvio settimana il papa aveva detto sorridendo che non avrebbe mai potuto giocare con un “sinner” inteso come “peccatore”, la traduzione in inglese del cognome…
“E per noi tennisti è bellissimo avere un Papa che ci segue e ha giocato”, dice il numero uno al mondo.
Di sicuro la federtennis sogna di portare Roma a diventare il quinto torneo del grande slam. L’ostacolo più grande è avere la benedizione del Grand Slam Committee, l’organismo che governa i quattro Slam da oltre 130 anni.