Ma come funzionava la sanità durante la Repubblica Serenissima? E le politiche sociali? Le classi meno abbienti avevano alle cure? L’economia, la diplomazia il livello delle Istituzioni costituivano uno Stato già innovativo alcuni secoli fa. A queste risposte e a queste conferme ha lavorato Aristide Salvatici medico di professione ma con la passione per lo scrivere, per l’arte e la narrazione. Il suo ultimo lavoro “SERENISSIMA Storia e civiltà di Venezia” è stata presentata a Noale nell’ambito della rassegna culturale “Noale festival voci contemporanee”. Moderatore dell’incontro l’avvocato Paolo Dalla Vecchia ex assessore provinciale all’Ambiente, il vice sindaco e assessore alla Cultura Claudio Manente e la consigliera con delega alla pubblica istruzione e mostre Lidia Mazzetto.
Chi è Salvatici

Aristide Salvatici, veneziano di padre maremmano e madre chioggiotta, laureatosi a Milano, ha svolto pressoché l’intera carriera medico anestesista-rianimatore ospedaliero a Venezia con parentesi lavorative in Africa e in Iraq e negli ultimi tredici anni in giro per il mondo come Direttore sanitario in navi da crociera. Al di là di ingannevoli stereotipi sulla sua città, convinto che ogni prospettiva deve essere figlia di una buona conoscenza storica, dopo precedenti lavori, termina con questo volume l’intento di stimolare il rilancio dell’antica Serenissima.
Salvatici e lo studio di Venezia

Venezia, capitale del più duraturo Stato europeo (Chiesa a parte), oltre che mito politico, sociale, artistico e di libertà religiosa fu la città degli ospizi, ma anche della più sfrenata perversione, della preghiera, ma anche della bestemmia. Venezia fu irrepetibilmente Venezia. Sospesa tra sogno e realtà, vissuta tra sacro e profano da eroi e commercianti, storicamente sfugge a un’unica identità, potendo, di fatto, comprenderne molte altre. In politica raffinò la diplomazia fino a divenirne maestra, innalzandosi da piccolo Stato a grande potenza europea, tanto da meritarsi il titolo di Serenissima.
Lo splendore della Repubblica

Nel commercio, oltre aprire la via del Levante, insediò mercati in ogni porto del Mediterraneo orientale, ponendo Rialto come epicentro finanziario tra Occidente e Oriente. Nella marineria elevò il proprio Arsenale a livello mondiale. Nella religione, ponendo lo Stato al di sopra della Chiesa, assurse a faro di libertà e centro cosmopolita. Nell’arte produsse opere tanto eccellenti da procurarsi, insieme ai divertimenti, un prestigio che riuscì a nascondere, o meglio a mascherare, la propria decadenza, fino ai giorni nostri, quando viverla è un vero “atto d’amore”.
I commenti sul libro di Salvatici

“Un’opera completa e fondamentale per capire ancora di più l’importanza nel periodo moderno di cosa è stata una realtà come Venezia” ha sottolineato Dalla Vecchia
“Venezia già avanti nella funzione degli apparati dello Stato, nella sanità, nell’accoglienza e nelle risposte al popolo. Uno Stato tra i primi a mettere in piedi il sistema delle assicurazioni” ha concluso la consigliera Mazzetto.