Il programma del Padova Jazz Festival 2024, giunge alla sua 26° edizione (dal 16 ottobre al 7 novembre) e si presenta come un vasto affresco di stili musicali e di generazioni a confronto, dove trovano spazio glorie intramontabili come Billy Cobham, artisti che stanno emergendo con slancio nella scena internazionale, nomi come: Lakecia Benjamin, Pablo Held con Nelson Vera. Altri musicisti nel pieno della loro maturità espressiva come Richard Bona, Anat Cohen, Donald Harrison, Jonathan Kreisberg, Mauro Ottolini e giovanissimi talenti incredibili vista l’età, un esempio Hakan Başar. Interessate e colorato è la fusion storica pensando alla solida tradizione post bop, di Rosario Giuliani con Pietro Lussu, fino alle sonorità brasiliane di As Madalenas, arrivando a innumerevoli combinazioni che mettono in contatto mondi sonori anche distanti tra loro come nel caso di Aliendee, Daniele di Bonaventura, Enrico Morello, Duo Hana.
Tanti nomi che disegnano un panorama musicale jazzistico di pregio e molto atteso dagli amanti del genere, i quali potranno anche godere dei numerosi e prestigiosi palcoscenici che il festival ha selezionato per le loro peculiarità architettoniche: a partire dalle location di importanza storica come il Teatro Verdi e la sua Sala del Ridotto, la Sala dei Giganti al Liviano, il Caffè Pedrocchi, il Centro Culturale Altinate/San Gaetano e le aule dell’Università degli Studi di Padova.
Il Padova Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Miles presieduta da Gabriella Piccolo Casiraghi, con il contributo dell’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Padova e il sostegno del Ministero della Cultura.
Tre generazioni di stelle nelle tre serate conclusive
Il palcoscenico più prestigioso del Padova Jazz Festival sarà anche quest’anno il Teatro Verdi, che ospita le tre serate conclusive, con star jazzistiche che innescano un confronto tra generazioni diverse.
Apice artistico sarà Billy Cobham con la Time Machine Band (16 novembre). Classe 1944, Cobham è uno dei padri fondatori oltre che il più emblematico batterista della grande stagione fusion degli anni Settanta, eseguirà infatti molte composizioni di album storici dell’epoca, a partire da Spectrum.
Altrettanto predisposto agli innesti stilistici è il bassista e cantante camerunense Richard Bona (14 novembre). Il suo trio amalgama stilemi jazz, afro-cubani e africani, trovando affinità musicali tra mondi assai distanti tra loro. L’anagrafe (classe 1967) fa di lui un ponte verso la più giovane protagonista dei concerti al Verdi.
La sassofonista newyorkese Lakecia Benjamin (15 novembre) affronta la musica jazz nel modo più ampio e trasversale. Lakecia (classe 1982) è travolgente, impetuosa, rinnovatrice ma senza bisogno di contestare la tradizione, anzi costruendo su di essa e ponendosi come erede della memoria afroamericana. Il suo sound è innovativo, cangiante e poliedrico, ritmicamente incalzante, iniettato di funk per lo slancio e di R&B per l’espressività.
L’arte del trio jazz
Uno dei format fondamentali del jazz moderno, il trio con pianoforte (in un caso con organo-chitarra), sarà al centro dei concerti del primo fine settimana del Padova Jazz Festival 2024.
Il 31 ottobre, nell’Aula Rostagni del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università degli Studi di Padova, l’inaugurazione del festival sarà, letteralmente, nelle mani del newyorkese Jonathan Kreisberg. Uno dei chitarristi jazz più influenti della sua città, ergo a livello internazionale, Kreisberg con il suo trio combina un melodismo senza tempo con tessiture sonore avveniristiche, frutto di una passione equamente suddivisa tra modernità e tradizione. Vi poi è il trio del pianista tedesco Pablo Held, che il 1° novembre all’Auditorium Centro Culturale Altinate/San Gaetano accoglierà come special guest il chitarrista brasiliano Nelson Veras, una collaborazione in perfetto equilibrio tra linee jazz moderne e radici brasiliane.
Oltre ad accogliere i grandi protagonisti del jazz internazionale, il festival padovano si muove però sempre anche alla ricerca di giovani talenti, che ancora non hanno raggiunto l’attenzione del grande pubblico, ma che sono molto interessanti e meritevoli di essere presentati al grande pubblico . È il caso del turco Hakan Başar: pianista giovanissimo (appena maggiorenne) e a dir poco fenomenale (come appurò Chick Corea, il cui entusiastico giudizio gli ha aperto le porte della carriera internazionale). Il trio di Başar affronta un repertorio di classici del jazz rinnovandone l’espressività, con nuovi ritmi. (il 2, Auditorium Centro Culturale Altinate/San Gaetano).
Nel cuore (moderno) della tradizione
Come nell’alta cucina basata su ingredienti tipici ma accostati in abbinamenti inediti, esplorativi, tali da rilasciare sapori mai provati prima: i concerti della seconda settimana del Padova Jazz Festival trasformano ciò che è musicalmente familiare in qualcosa di mai sentito prima.
Il sassofonista Donald Harrison è la quintessenza della musica di New Orleans, jazz e non solo. Esuberante solista nell’ambito dell’hard-swinging-bop più puro, è però anche un mago del meticciato sonoro col suo ‘Nouveau Swing’, una miscela di jazz, R&B, hip hop, soul, rock, musica latina e caraibica. Il 7
Sempre alla Sala dei Giganti l’8 si esibirà la clarinettista Anat Cohen, uno dei nomi più prestigiosi nel panorama dei clarinettisti jazz in attività. Nella sua musica convivono senza soluzione di continuità il jazz tradizionale, la sperimentazione, la musica classica e la tradizione sudamericana.
Un altro talento visionario nel combinare tra loro gli elementi musicali è il trombonista Mauro Ottolini, che suo personale eclettismo, Ottolini fa convivere ricerca sonora e amore per le tradizioni, utilizzando strumenti ancestrali e popolari
Le Matinée domenicali
I concerti della domenica mattina, tutti alla Sala Rossini del Caffè Pedrocchi, scandiscono, chiudendole, tutte e tre le settimane del festival, con ascolti che vanno dal jazz all’altrove.
Il bandoneonista Daniele di Bonaventura si esibirà il 3 novembre in un solo che evoca canti sacri e passi di danza di sapore mediterraneo, creando l’impressione emotiva di un rito celebrativo.
Domenica 10, il batterista Enrico Morello, punto di riferimento per le varie formazioni di alto profilo del jazz nazionale, si presenterà come leader del quartetto “Cyclic Signs”, la cui musica parte dalle fondamenta ritmiche, che fungono da tracciati multiformi e inattesi per lo sviluppo dei brani.
Per l’ultima matinée domenicale, il 17, il Duo Hana (la cantante e percussionista albanese Hersi Matmuja e la liutista vicentina Ilaria Fantin) viaggia attraverso le musiche tradizionali dei paesi mediterranei e non solo, con la loro peculiare strumentazione in parte arcaica in parte etnica.
Pomeriggi per orecchie curiose
L’ultimo fine settimana del festival, la Sala del Ridotto del Teatro Verdi ospiterà tre concerti pomeridiani che faranno da riscaldamento per i grandi live serali al Teatro Verdi. Arditi accostamenti stilistici caratterizzano questi appuntamenti.
Prologhi
In attesa del festival, il 16 ottobre il Caffè Pedrocchi ospiterà una band di altissima rappresentanza del jazz modern mainstream, i Soul Chemistry del sassofonista Vincent Herring con la partecipazione speciale della sassofonista Erena Terakubo.
Sarà una sorta di ‘riscaldamento’ anche il concerto pomeridiano itinerante per le vie e le piazze del centro storico di Padova del 19 ottobre, con protagonista la MagicaBoola Brass Band: un prologo in forma di marching band con tanto di coreografie.
Jazz da vedere attraverso le arti figurative
Come da tradizione, i concerti principali del Padova Jazz Festival saranno affiancati anche da diversi appuntamenti che esplorano i rapporti tra il jazz e altre forme artistiche da esso influenzate. Le Scuderie di Palazzo Moroni dal 31 ottobre al 1° dicembre ospiteranno una mostra di Elena Carminati, una delle più prestigiose firme della fotografia jazz in Italia. Una seconda esposizione fotografica sarà allestita nella Sala Verde del Caffè Pedrocchi dal 22 ottobre al 30 novembre, con gli scatti di Giordano Minora.
Anna Piratti creerà per il festival un happening di arte visiva rivolto agli studenti dell’ateneo patavino, “Cum Grano Salis” (7 novembre, Torre di Archimede – Dipartimento di Matematica).
Per chi desidera conoscere in modo dettagliato il programma della rassegna può fare riferimento alle seguenti info : Associazione Culturale Miles, Tel.: 347 7580904, e-mail: info@padovajazz.com web: www.padovajazz.com