Di formazione fa la grafica ed è laureata in comunicazioni visive allo Iuav di Venezia, ma Francesca Vianello Moro, ha la passione per il lettering storico, ovvero le vecchie scritte e insegne di comunicazione. Una vera manna tra le calli veneziane.
A caccia delle vecchie scritte

E così Francesca armata di macchina fotografica ha girato tutti i sestieri di Venezia e analizzato le scritte antiche di salumerie, latterie, macellerie, ex cinema. Tutti esercizi o tristemente chiusi oppure trasformati. Il più eclatante è l’ex Teatro Italia, ovvero cinema. Un bellissimo edificio neo gotico trasformato in discount. Pensato dall’architetto Giovanni Sardi nel 1915, e affrescato dall’artista veneziano Alessandro Pomi, che oggi si rigirano entrambi nella tomba. Non entro mai per comprare pomodori o formaggi ma per vedere il bellissimo interno liberty, con decorazioni di Guido Marussig. Poi ci pensò il grande artigiano del ferro e del vetro Umberto Bellotto, a impreziosire il teatro con porte e lampadari stupendi.
Scusatemi se oggi è super….supermercato.
È così che è nato il libro “Venezia – Insegne storiche tradite” per i tipi della casa editrice Supernova. È scritto sia in italiano che in inglese.
Francesca e la passione per le vecchie scritte

“Fin da bambina – ricorda Francesca – avevo il vezzo di fermarmi a leggere le scritte e soffermarmi davanti ai negozi chiusi. Penso a quello in calle dell’Oca a Cannaregio, con la la scolorita titolazione gigante “latteria” con le due “a” che sembravano conchiglie. Arte pura. Anche il negozietto a Castello con le imposte in legno rosa e la piccola porta in verde scuro, sopra la scritta “parrucchiere”, sotto “barbiere”. Un gioiellino, purtroppo oggi degradato e umiliato”.
Per Francesca Vianello Moro: “le insegne storiche sono tesori visivi che ci trasportano indietro nel tempo, raccontando storie di commerci, mestieri e culture del passato; un terreno di osservazione artistico-culturale che rappresenta da sempre la base economica, ma anche l’identità stessa del luogo in cui le insegne sono inserite, ma che si stanno lentamente perdendo”. Questa la denuncia nell’introduzione del libro.
Tutto iniziò nel 1968







Tutto iniziò nel 1968. Ricordo personalmente la protesta dei “botegheri” del centro storico in occasione dell’apertura del primo supermercato a San Lio. Gridavano: così rovinerete la città! Venezia non ha bisogno di supermercati. Non siamo Mestre…
Furono degli indovini. Il centro storico ha oggi una ventina di supermercati tra Coop, Despar, Conad. E il futuro, previsto da Amazon, già si vede e non solo a Venezia. Stanno per sparire i negozi tradizionali. Sono decine anche a San Marco con la scritta “cedesi attività”, “affittasi”, “vendesi”. Si compera da casa on Line e si risparmia.
A Cannaregio, cuore di Venezia, c’è la scritta storica “Mobilificio Rogliani”, oggi b&b. Poi le insegne mosaicate in blu e oro (che lusso!): “Coloniali-confetture-conserve-liquori-vini”. E la più epica di tutte: “formaggi-biade-cere”. Nel senso di candele, non di cerette…
Quando le vecchie scritte parlavano della storia di Venezia





Rimanendo in Strada Nova, il celebre punto vendita Tigotà, per cosmetici e pulizia della casa, porta la gloriosa scritta liberty in marmo d’Istria: Cinema Teatro Progresso… Verrebbe da dire: sì, un vero progresso.
Stupenda nel sestiere di Castello la moderna scritta giallo-blu ATM, la multinazionale dei prelievi bancomat. Sotto esiste la vecchia insegna in marmo di Carrara: Macelleria. Sí, è vero: la vera macelleria dei contanti…
Curioso il negozietto a San Marco con le imposte logorare in legno: “Cardin sarto”. Ma è quello famoso parigino, o quello più povero di San Polo di Piave?
Significative in Calle Larga XXII marzo, già centro della finanza veneziana, le scritte liberty in ferro (forse del famoso artista Bellotto): “Camera di Commercio” e “Borsa”. Delusione completa quando entri: hotel, ristorante, cicchetti, negozio di vestiti.
Una nuova opportunità?


Cara Venezia, come sei cambiata.
Finale commovente: se non l’avete ancora capito la città ha un nuovo itinerario storico-artistico per le nostre guide turistiche: il giro delle insegne e dei negozietti storici chiusi. Con il libro di Francesca Vianello Moro in mano.