Forse non è stata un incidente la morte del primatista mondiale della Maratona, il keniano Kelvin Kiptum, 24 anni. E’ deceduto domenica notte con la sua auto assieme all’allenatore Gervais Hakizimana; sopravvissuta una ragazza che viaggiava con loro. Saranno proprio le dichiarazione della ragazza, quando le sue condizioni lo permetteranno, a far luce sulla tragedia. Per il padre dell’atleta, che ha spinto per un’inchiesta, non si sarebbe trattato di un incidente, ma di un vero e proprio sabotaggio. Ha raccontato agli inquirenti che il figlio sarebbe stato minacciato e ricattato da alcuni personaggi, forse per la mancata accettazione di fare testimonial di un marchio di abbigliamento. Insomma, una vicenda legata a questioni economiche e al mondo delle sponsorizzazioni. Le prime inchieste, va detto, non hanno fatto emergere prove in contrasto con la tesi dell’incidente.
Kiptum e il nuovo record del mondo della maratona
Kiptum aveva stabilito in aprile a Londra il nuovo record del mondo della gara più antica della storia: 2 ore 1 minuto e 17 secondi. Aveva promesso di far scendere il tempo sotto le due ore, primo uomo al mondo, trovando la sponsorizzazione di un colosso dell’elettronica. La vittoria nelle due maratone più famose, quella di Londra e quella di Chicago, aveva fatto di Kiptum un uomo ricco e i bonus riscossi col primato del mondo e le conseguenti offerte pubblicitarie ne avevano fatto nel suo paese un uomo molto invidiato. Tutti elementi che ora gli inquirenti dovranno valutare. L’atletica mondiale ha perso un fenomeno.
Atletica, la morte di Henri Rono, keniota
Dal 78 iniziò con lui la tradizione degli africani degli altipiani dominatori del fondo olimpico e mondiale. Henri Rono fu detentore del record mondiale dei 5mila metri dal 1978 al 1981, dei 10mila per sei anni e dei 3000 siepi per oltre un decennio. Aveva 72 anni, era in ospedale a Nairobi.
Raisport, la magia degli sport vari, olimpici
Gratis, con buoni commenti, i mondiali acquatici e della neve. Luca di Bella da studio, in genere era Franco Bragagna. L’oro di Lisa Vittozzi, il primo della carriera. Dorothea Wierer è nona, l’aveva sofferta tanto. Era la numero uno, la sappadina, la crescita dell’altoatesina l’ha mortificata, facendola andare un po’ anche in depressione e adesso l’oro mondiale. Il primo, individuale. Troppo facile accostarla a Simona Quadarella oro mondiale nei 1500 stile libero, secondo in carriera, degna erede di Federica Pellegrini, antipersonaggio, rispetto alla divina.
La mia intervista nel 2018
Pallanuoto, una delle più grandi imprese nella storia del Settebello
Da 8-10 a -2’25” a 11-10 alla Grecia, a 42″ dalla fine. E’ semifinale. Un gol annullato agli ellenici, sull’8-9, Echeniche entra in acqua in anticipo, sono in 8, arriva il rigore contro. Era persa.
Tre gol a zero in due minuti e mezzo in acqua sono un’enormità, un’enormità, del resto siamo i migliori al mondo e abbiamo il miglior ct al mondo: campione olimpico nel ’92, a Barcellona, ai due supplementari in Spagna, con la sua palombella, allenatore azzurro dal 2000 al 2003, poi due olimpiadi con la Grecia, per 5, quindi il ritorno, dal 2008, ininterrottamente. In tutto, 19 stagioni da ct.
Ma ci pensate? L’esempio della pallanuoto, per l’intero sport italiano.
Per tutti quei presidenti dall’esonero facile, quei ds ridicoli, nella gestione, yesman di presidenti insulsi, di ricchi scemi
19 stagioni da ct. Argento e bronzo olimpico, due ori e un argento mondiali, due argenti e due bronzi europei. E anche arbitraggi mai favorevoli, clamorosa l’ostilità finale a Spalato, Europei ultimi.
Una partita eroica, a Doha, terra di mondiali. Con tanta gente sugli spalti.
Sandro Campagna, persona serissima, super, con la tendenza pure a ingrassare, unico. Peccato perchè l’Italia perde il mondiale ai rigori, con la Croazia. Era in vantaggio 11-10, si è fatta raggiungere allo scadere. Del lungo aveva parato un rigore, poi due errori azzurri.
Il parallelo tra il festival di Sanremo e il superbowl
Come lunghezza dell’evento, galleria di vip, solo che il nostro festival non è seguito all’estero, a differenza del football americano. Che resta di difficile interpretazione, ancora più del baseball e del rugby.
Vince Kansas in rimonta, esulta in tribuna Taylor Shift, fidanzata di Travis Kelce. I baci fra bellissime e campioni, nella storia. La Spagna campione del mondo nel 2012, il portiere Iker Casillas del Real Madrid e Sara Carbonero, volto della tv, al lavoro nella finale con l’Olanda. La coppia si è lasciata un anno e mezzo fa.
Dunque, Kansas city vince al supplementare San Francisco 49ers per 25-22, la partita è molto emozionante, dopo un primo tempo quasi senza punti, chiuso sullo 0-10. Decidono il td di Hardman e Mahomes, per la terza volta mvp.
Per i Chiefs, tre anelli in 5 stagioni.
Il superbowl si gioca dal 1967, se lo aggiudicano 28 squadre, franchigie diverse, in 57 anni. Pensate la differenza con il calcio italiano, che dal 1967 ha visto appena 11 club campioni.
Atletica, Leonardo Fabbri è il secondo europeo indoor di sempre, 22,37, naturalmente primato italiano
Parliamo di Champions
Avevamo la voglia di una grande impresa, in Lazio-Bayern Monaco, l’1-0 su rigore più espulsione che ci sta. Contropiede di Felipe Anderson, innesto di Immobile, respinta, sinistro di Isaksen, il difensore prende il piede in pieno, dopo il tiro, sino a 3 anni fa neanche era rigore.
Maurizio Sarri meriterebbe di passare, i tedeschi sono invincibili, almeno in bundesliga, la vincono da 11 stagioni di fila. Ora sono a -5 dal Bayer Leverkusen ma sono convinto che vinceranno ancora. Carlo Ancelotti da loro meritava molta più pazienza.
Psg-Real Sociedad 2-0, lo sceicco e l’orgoglio basco. I ricchissimi francesi mai ad alzare la Champions e San Sebastian espressione degli Euskadi, di suoni, di cultura unica. A chi paragoniamo, i Paesi Baschi? Nel 2019 avevano 2 milioni e 100mila abitanti, la cifra più vicina, in Italia, è il milione e 800mila persone della Calabria.
Se Daniele de Rossi allena subito la Roma, allora capisco Walter Zenga
Che a 64 anni non allenerà mai l’Inter: era idolo tale che nel 2000 avrebbe potuto avere quella panchina, il budget non era tanto inferiore a quanto spendono i Friedkin. Ma capirei anche il rammarico di Claudio Gentile e Marco Tardelli, nel non avere mai allenato la Juve, mentre Mauro Tassotti volutamente faceva il vice. Se Shevchenko avesse fatto bene al Genoa, il Milan l’avrebbe probabilmente ingaggiato. Penso a Giancarlo Antognoni, quanto era rammaricato per essere uscito dalla Fiorentina. Immagino Francesco Totti, fuori dalla Roma, mentre Paolo Maldini tornò al Milan ma non in panchina. Ancora, la galleria di soddisfazione, per un ex calciatore. Allenatore è il 100%, ds 50%, ad 40%, dg 30%, team manager 5%, presidente 15%, brand manager 5%.