La loro “creatura” è stata messa in acqua giusto sabato. Silvia Scaramuzza e Francesco Stanghel, i due giovani maestri d’ascia che da due anni lavorano nell’antico squero Tramontin agli Ognissanti, guardano soddisfatti la gondola nuova fiammante, appena varata. Sono squeraioli da diversi anni, ma è la prima volta che si cimentano con la barca più complicata e storica della laguna. Hanno cominciato la sfida professionale, prima con il restauro e la manutenzione davanti a gondolieri gelosi ed esigenti del loro strumento di lavoro.
Poi sono passati alla costruzione di due sandali buranelli, ovvero da lavoro per il trasporto dei turisti, per poi cimentarsi con l’importante restauro della bissona Floreale, una delle imbarcazioni da cerimonia che sfila durante la Regata Storica. Infine, su commissione del Comune di Venezia, assessorato allo Sport, hanno costruito la prima “muta” di mascarete da regata. Dieci barche sportive passate al vaglio dei critici più esigenti, ovvero le regatanti e i regatanti.
L’emozione di una gondola che scivola in acqua
“Siamo già emozionati – ammettono Silvia e Francesco – mestrina lei, dell’isola di S.Elena lui – diciamo che il nostro particolare corso di studi è cominciato prestissimo alla Giudecca sotto i severi occhi del maestro Crea, ovvero il re del remo Gianfranco Vianello. Sono stati anni di apprendistato molto utili e Crea ci ha dato una mano fondamentale per prendere il volo da soli. Ma ciò non bastava, perché l’arte della gondola richiede studi e ricerche. Abbiamo analizzato i vecchi disegni di Nedis Tramontin. Con il figlio Roberto fu l’ultimo erede della tradizione ottocentesca di questa famiglia importante di squerarioli. Infine, nel nostro archivio abbiamo visionato i disegni originali di un altro grande artista, ovvero Giovanni Giuponi, detto Nino. Dal suo piccolo cantiere alla Giudecca sono uscite vere opere d’arte”.
Insomma, gli esami non finiscono mai, nemmeno a 40 anni?
“Quando costruisci qualche cosa di importante – dicono con sicurezza Silvia e Francesco – sai di avere gli occhi puntati addosso. I gondolieri sono una categoria molto attenta. Un tempo era come andare da un sarto. Nell’800, raccontano i libri, la gondola veniva costruita su misura del gondoliere, a cui riprendevano misure con il metro: altezza, lunghezza delle braccia, fisicità, peso. Abbiamo letto anche un vecchio biglietto da visita del mitico squero Casal a Cannaregio, aveva come slogan “Una gondola de Casal e po’ no più!”. Più originale di così…
Silvia Scaramuzza e Francesco Stenghel, si avvalgono nello squero Tramontin, di due collaboratori Marco Dordit e Gregorio Magnifichi, 28 anni, veneziano. Ovvero la continuità di un’arte secolare.