Qualche giorno fa, per la prima volta nella storia dell’Unione Europea, la prima donna Presidente della Commissione UE, ha pronunciato il suo primo discorso sullo stato dell’Unione dinanzi all’assemblea del Parlamento UE. Leggendo il contenuto del suo intervento pubblico dinanzi all’assise europea in apparenza sembra interessante con ottimi propositi, ma che nella realtà parrebbero irrealizzabili. L’idea sarà realizzabile?
L’idea di Von der Leyen

L’intervento del presidente della Commissione è stato un messaggio a favore dell’Unione dinanzi alla pandemia del covid-19, accompagnato anche dal desiderio di rilanciare l’economia dell’Unione. Il suo discorso è stato un vero e proprio appello alla politica unitaria e coesa. Il passaggio più fondamentale, esposto da Von Der Leyen, è stato quello di concretizzare l’ipotesi di una politica sanitaria dell’Unione, che, come è ben noto, è ancora una materia di competenza degli Stati membri. Si può comprendere l’idea del Presidente della Commissione di istituire il criterio c.d. “principio di sussidiarietà sanitaria”.
L’idea di un salario minimo europeo
Altro punto affrontato, nel suo discorso, è stato il piano di oltre 700 miliardi di euro, denominato Next Generation, quale fondo del pacchetto di aiuti, come strumento alla pandemia coronavirus. Tale piano è anche accompagnato da una cassa d’integrazione europea, da cui, come ha sottolineato la Von Der Leyen, sarà possibile costituire un salario minimo europeo. Da qui, il numero uno della Commissione UE ha argomentato tre pilastri fondamentali. I primi due quello verde e digitale e il terzo quello globale.
Il primo punto
Partendo dal primo, nell’intervento della Der Leyen, si evince l’interesse ad avviare il c.d. Green Deal europeo in cui si valuta di investire una fetta di finanziamenti a favore delle future generazioni dell’Unione. Tale pilastro, di cui l’Ue stessa si prefigge di raggiungere, consiste nel raggiungere il traguardo sulla diminuzione delle emissioni oltre il 55%.
Il secondo
Il secondo pilastro verte sul parametro del digitale, attraverso un’identità digitale europea, l’istituzione di un cloud europeo, ossia un server sovrano dell’Unione ovvero una specie di sovranità digitale per evitare che tutti i nostri dati siano posseduti (e controllati) dagli Stati Uniti tramite i grandi colossi tech come Microsoft, Amazon, Google, Apple, Facebook e via discorrendo.
Il terzo punto dell’idea

Sull’ultimo pilastro, vi è il desiderio di creare una commissione che si occupi di geopolitica. Che si occupi delle crisi internazionali presenti in Siria, ad esempio, o in Libia, di rapporti con la Repubblica Popolare cinese, di ripristinare e di voltare pagina mediante un nuovo partenariato con gli Stati Uniti d’America.
Il problema Turchia
Nel discorso si è affrontato anche il grande tema che concerne l’area mediterranea orientale, in cui la Turchia, non membro dell’Ue, mira a conquistare alcuni tratti di mare in particolar modo della Grecia e di Cipro. Controversia su cui la stessa UE, manifestando la propria vicinanza ai due Stati membri, sta cercando di trovare una soluzione diplomatica con la Turchia di Erdogan. Nel discorso scritto dalla Der Leyen, posto in risalto il tema della Bielorussia e quale posizione da tenere nei riguardi della Federazione russa.
L’idea per una nuova politica estera
Ottimi propositi sulla politica estera dell’UE. Ma bisogna tenere presente se vi siano delle coperture finanziare per la politica estera. Difatti, prima che scoppiasse la pandemia covid-19, l’UE ambiva alla creazione di un fondo europeo della difesa, di un fondo militare e di un fondo per unno strumento europeo per il mantenimento della pace. A mio parere, d’accordo investire nei due pilastri argomentati sopra. Ma, visto le due grandi Potenze come la Cina e la Russia, sempre più forti sul piano militare, e Stati Uniti che non guardano più le spalle della vecchia Europa, non può l’UE affrontare le crisi che sono alle porte. Tuttavia è necessario che si investa molto sulla politica estera e di difesa comune.
L’Unione non può perdere questa occasione per farsi spazio tra le grandi Potenze se non vuole rischiare un insuccesso. La sfida è il nuovo capitolo di un’Europa a favore delle generazioni di questo XXI secolo.