Anche se l’Italia è impegnata sulle tante notizie domestiche, i mass media nazionali si stanno occupando poco di quanto sta accadendo a pochi chilometri dal mare Adriatico, in quella parte del Mediterraneo dove è in atto un duro braccio di ferro tra la Grecia e la Turchia su alcuni tratti di mare.
Turchia e Grecia
La Grecia non intende che i suoi spazi giurisdizionali siano ridotti, rifacendosi a quanto stabilito già nel famoso Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920. La mossa della Grecia è scattata dal momento in cui la Turchia, alla fine dell’anno scorso, ha posto sul tavolo della Libia un memorandum d’intesa circa il limite della zona economica esclusiva. Su questo punto, la Turchia aspira alla pretesa di un’ampia visione del mare, in base alla teoria detta “Patria blu” nel dominio marittimo, quale simbolo per definire gli interessi del mare sul piano geopolitico e strategico.
La strategia
Le autorità greche hanno avviato già la propria espansione del mare con il nostro Paese accordandosi sul confine di quella che viene chiamata “zona economica esclusiva”, che si trova al di là del mare territoriale e ad esso adiacente, sottoposta allo specifico regime giuridico. Qualche mese fa, Atene ha firmato un accordo con Il Cairo per la delimitazione dei confini marittimi dei due Paesi nell’area del mare Mediterraneo orientale.
Le mire di Atene

La decisione di Atene di estendere il suo mare territoriale sino alle 12 miglia nautiche, ha fatto scattare la dura posizione della Turchia che, attraverso una risoluzione adottata dal Parlamento, potrebbe usare ogni azione coercitiva militare.
Crisi tra Turchia e Grecia
La crisi tra questi due Stati, entrambi membri della NATO, diventa sempre più complessa. Non si è a conoscenza di come si muoverà nelle prossime settimane la stessa Turchia. Che opta all’avvio delle ricerche in mare di giacimenti di gas e di greggio in aree marittime contese. Che hanno già generato confronti navali ravvicinati con lo Stato ellenico. Pare che le autorità turche, sull’allargamento delle acque territoriali dello Ionio, stiano valutando la possibilità di istituire una base navale nell’ancoraggio presso Valona. Ai sensi di un accordo di un trattato di cooperazione. Temo che l’Albania manifesterà il non desiderio di addivenire alla richiesta turca.
La questione Libano
Dopo l’accordo con le autorità del Governo libico, riconosciuto dalla comunità internazionale, Erdogan si è disinteressato di avere dei colloqui diplomatici con alcuni Stati che si affacciano nel Mediterraneo. Come l’Italia.
Turchia, Grecia e Patria Blu

Ritornando al criterio della Patria blu, va detto che tale teoria si fonda su due pilastri secondo i turchi. Il primo indica le zone di giurisdizione marittima della Turchia, sotto la sovranità nazionale. Il secondo ha come obiettivo quello di destare una visione del mondo, prima che una dottrina marittima per il popolo turco. Sempre allo scopo di difendere e tutelare gli interessi marittimi dello stato turco.