Di recente la Terraferma veneziana è diventata oggetto narrativo di diversi scrittori, più che ambientazione pura e semplice. Pensiamo ai romanzi Il club dei perdenti di Giulia Rossi (Milano, Editrice Nord, 2022) e Dentro la gabbia di Stefano Cosmo (Venezia, Marsilio, 2023) entrambi recensiti da questo giornale (https://www.enordest.it/2022/02/20/quando-un-libro-segna-una-vita/ e https://www.enordest.it/2023/03/26/dentro-la-gabbia-marghera-il-lato-oscuro-di-venezia/). Storie noir che raccontano e indagano una realtà dura e violenta. Si aggiunge a questo filone il nuovo romanzo di Francesco Ferracin che sintetizza nel titolo, Feroce (Padova, Linea edizioni, 2023) un orizzonte sociale e morale che mette davvero i brividi.
Perché i protagonisti non vivono e si muovono a Los Angeles o Albuquerque, ma percorrono e si muovono tra strade, locali notturni, abitazioni, scuole che fanno parte della quotidianità di tutti noi. Potrebbero essere i nostri vicini di casa, gli studenti che vediamo ogni mattina in autobus, gli avventori del bar dove andiamo tutti i giorni a bere il caffè prima di entrare al lavoro. Potremmo essere anche noi.
Feroce in un solo weekend

Tutta l’azione si svolge durante tre giorni, un lungo weekend, dal venerdì alla domenica, con un prologo che narra un crimine cruento e crudele avvenuto qualche anno prima e diversi flashback che chiariscono il passato di alcuni personaggi.
Mestre, il Veneto orientale dei locali di lap dance e delle imprese, più o meno legali, gli ambienti degradati dove si svolgono incontri clandestini di MMA (arti marziali miste), le villette e i casali dove studenti del Liceo Franchetti, i nostri “bravi ragazzi” trascorrono serate a bere, “farsi” di cocaina, sono scenari di diverse storie che finiscono per incrociarsi in una progressiva caduta verso l’inferno.
Tutti destini legati a un sicario ucraino, Sergej che, durante una tragica rapina, per salvare una donna e un bambino decide, suo malgrado, di uccidere i suoi complici, ed è di conseguenza costretto a nascondersi per sfuggire alla mala e alle Forze dell’Ordine.
La pioggi bagna il weekend di Ferracin
Una pioggia battente, incessante, accompagna questo lungo e tragico weekend, ricordando l’atmosfera grigia e disperata di Blade runner. Anche in questa storia fatta di tante piccole storie i protagonisti camminano sul filo del rasoio facendosi e facendo del male, con una ferocia a volte intollerabile.
Nelle 369 pagine che compongono il romanzo sono racchiusi molti aspetti della nostra società contemporanea: la corruzione, le morti sul lavoro, la clandestinità degli immigrati, le minorenni costrette a prostituirsi e tenute praticamente prigioniere da “insospettabili”, il traffico degli stupefacenti, i festini in cui si offrono bibite “rinforzate” con la droga dello stupro. Trovano spazio anche riferimenti alla storia europea recente come la “rivoluzione arancione” in Ucraina.
Ferracin e la cultura come arma

In questo quadro disperante e davvero feroce, solo una figura cerca di opporsi a un sistema perverso, ed è un professore di storia e filosofia, quel professore che tutti avremmo voluto avere in classe. Un uomo che riesce a trovare il modo di affrontare l’evidente disagio dei suoi studenti, con intelligenza e mano ferma, senza concessioni. Fermezza e attenzione che le famiglie non sono in grado di agire e praticare nei loro confronti.
Ferracin, senza troppi giri di parole ma anche senza retorica, ci vuole dire che senza la cultura nessuno si potrà salvare, nessuno potrà superare gli inevitabili errori che tutti noi possiamo commettere nel corso della nostra vita. Un monito per gli adulti che devono recuperare il loro ruolo educativo tornando ad essere figure di riferimento soprattutto nel travagliato periodo dell’adolescenza.
Francesco Ferracin dimostra di saper maneggiare questo materiale incandescente con una scrittura dalle tinte forti e qualche compiacimento nelle scene, molte, di feroce violenza e di sesso non consenziente, che sono tuttavia aderenti allo stile hard boiled prescelto.
Chi è Ferracin
Francesco Ferracin nasce a Venezia nel 1973. Dopo una lunga collaborazione con riviste internazionali di moda e costume, fra le quali Uomo Vogue e Vogue Italia, fonda a Londra nel 2004 la compagnia di produzione cinematografica “Silk and Steel Productions”. Il suo debutto letterario avviene nel 2008, con il romanzo hard-boiled Una vasca di troppo (Fanucci). Nel 2009 comincia la sua collaborazione con Franco Battiato con il quale ha co-sceneggiato il film Handel e portato in scena il melologo L’incubo della farfalla, liberamente tratto dal suo omonimo poema.
Sempre per Linea edizioni ha scritto inoltre i romanzi Technoshock (2018) e Venezia Sunrise (2019). Nel 2020, è uscito sulla piattaforma Audible, l’audio-sceneggiato Paganini, scritto a quattro mani con Matteo Strukul. Fra i suoi lavori saggistici, Storie segrete della storia di Venezia (Newton Compton, 2017). Francesco vive fra Berlino e Venezia e si dedica allo sviluppo e alla scrittura di romanzi, film, serie televisive, opere teatrali, videogame e progetti trans-mediali.
Francesco Ferracin, Feroce, Padova, Linea edizioni, 2023.
Davvero una bella recensione! È vero, senza la cultura nessuno si potrà salvare!
🙂
Grazie per questa recensione a un libro che sicuramente ha molto da dire sulla nostra natura e sul contesto che ci forgia e condiziona, pagine che sono una scossa al quieto vivere e al voltare lo sguardo da un’altra parte, grazie! Lisa Marra, Linea edizioni