16 maggio 1948 stadio comunale di Torino va in scena una famosa amichevole di lusso ovvero Italia-Inghilterra. Gli azzurri in buona parte derivanti dal famoso grande Torino contro i “maestri” del calcio, la squadra che impartisce lezioni balistiche in tutto il mondo senza però aver mai vinto nulla d’importante. Ma oggi non c’è in palio solo il titolo di campioni d’Europa.
Prima che venisse fatto un campionato per i campioni d’Europa
All’epoca i precedenti recitavano un pareggio a Roma nel 1933 per 1 a 1 e una vittoria inglese nel 1939 col punteggio di 3 a 2. A Torino gli inglesi agli ordini del mister Walter Winterbottom arrivarono spavaldi come non mai e si schierarono con Swift, Scott, Franklin, Aston, Wright, Cockburn, Mortensen, Pearson, Matthews, Lawton, Finney.
Il mitico Pozzo

Dal canto suo l’immarcescibile Vittorio Pozzo decise di mandare in campo buona parte dell’undici granata e qualche elemento di spicco proveniente da altre squadre. Ergo l’undici in partenza fu questo: Bacigalupo, Ballarin, Annovazzi, Grezar, Parola, Eliani, Loik, Monti, Gabetto, Mazzola, Carapellese. La partita purtroppo fu a senso unico a favore degli inglesi che vinsero con un sonoro 4 a 0. Mortensen (un autentico fuoriclasse), Lawton nel primo tempo e doppietta di Finney nella ripresa. Fece spicco il fisico statuario del portiere-capitano Swift in grado di bloccare i palloni con una mano (Chi scrive ha il racconto della partita da parte di mio padre che era quel giorno in tribuna per servizio).
63 anni da quella sconfitta. Ma oggi un titolo di campioni d’Europa cancellerebbe tutto
Sono trascorsi sessantatré anni da quella terribile sconfitta, però dopo sono arrivate delle note piacevoli dalle sfide contro gli inglesi a partire dall’amichevole a Wembley del 14 novembre 1973 dove l’Italia andò a vincere per la prima volta con il punteggio di 1 a 0 grazie ad un goal di Fabio Capello su assist di Giorgio Chinaglia.
Due partite d’altri tempi, epoche lontane che si perdono nella memoria, e oggi le due squadre s’incroceranno per contendersi il titolo di campione d’Europa che se vogliamo è quasi più importante del titolo di campione del mondo.
I precedenti
Ventisette i precedenti con dieci vittorie per l’Italia, otto per l’Inghilterra e nove i pareggi. Su questi risultati va detto che gli azzurri in partite ufficiali valevoli per mondiali o europei non hanno mai perso. Ora è difficile fare un pronostico, anche se l’Italia appare più concreta con un gioco più fluido e veloce, però gli inglesi giocano in casa e oltre al mondiale del 1966 (vinto proprio a Londra in finale contro la Germania) non hanno vinto più nulla. Novanta minuti o centoventi in caso di supplementari da giocare allo scacchiere.
Campioni d’Europa. Chi la spunta? Le difese, i centrocampo, gli attacchi

Entrambe le difese sono di ottimo livello. Inglesi con McGuire, Walker, Stone e l’Italia con i centrali Chiellini e Bonucci. A centrocampo balbettano i britannici mentre noi possiamo permetterci elementi come Barella, Jorginho (in odore di pallone d’oro), Verratti. In attacco il vero rebus loro con Sterling (grande acrobata e cascatore e Kane, noi esterni Insigne (se in giornata diventa un fuoriclasse), Chiesa e centro boa Immobile. Ce la giochiamo, ma senza paura nonostante lo stadio di Wembley sarà più inglese che italiano.
Sfida degna per assegnare il titolo di Campioni d’Europa

Una grande sfida che apre e riporta verso altri scenari quali il canottaggio dove abbiamo assistito alle sfide epiche tra i fratelli Abbagnale e la storica coppia Redgrave-Holmes (pazzesco il commento televisivo di Giampiero Galeazzi) Nel pugilato con Alan Minter e Vito Antuofermo. Nel teatro Shakespeare e Pirandello, nella moda le scarpe Church’s e le Berluti, le cravatte Holiday ma con tessuti Marinella, i coktail Negroni o Old Fashioned e poi il cinema, la poesia, l’arte. La sfida Italia-Inghilterra è aperta a trecentosessanta gradi, ma oggi alle ore 21 va in scena il calcio e non solo per il titolo di campioni d’Europa.