Ivo Prandin continua a riflettere con i suoi pensieri virali in libertà ragionando su questa situazione che ci vede lottare ogni giorno di più contro un nemico invisibile. Pochi pensieri ma densi di spunti. Mentre gli ospedali ricominciano a riempirsi e i vaccini a tardare siamo alle prese con la zona rossa. Almeno fino a Pasqua. Il futuro? Tutto da scrivere ma intanto ecco cosa ci regala questa settimana.

Ecologia tragica
Circola in Italia un libro strano ma conturbante, scritto sotto la pressione epocale della pandemia e pubblicato durante l’espandersi dell’infezione coronavirus: è “L’assemblea degli animali”, e ne è autore un italiano misterioso che si nasconde sotto il nome di Filelfo (editore Einaudi). Qui se ne parla perché nelle sue pagine tumultuano tanti pensieri propriamente virali e dunque si lega a noi, gli umani del pianeta Terra oggi in lotta contro un animale infinitesimo ma pur sempre un essere terrestre, cioè coinquilino della nostra specie. Leggo Filelfo: “C’è una parentela fra la terra e il cielo, la psiche e la carne, il corpo e lo spirito, e questo universo si regge sui loro legami. Speravamo che l’uomo imparasse….” Naturalmente, è un animale che parla, esattamente come nelle fiabe classiche: ma il suo discorso contiene una oscura anche se improbabile minaccia: mai pensato alla rivolta delle bestie?
Casa la vita
Rifugiarsi non è propriamente un nascondersi: è un difendersi, e gli appartamenti, le villette, i grattacieli condominiali non ospitano persone sfollate, anche se il loro chiudersi è una fuga. Proviamo a guardare meglio: il rifugio domestico – pensiamo agli studenti, agli universitari, ai dipendenti pubblici che “producono” per sé e per gli altri – è uno spazio protetto, che evoca in qualche modo le operose celle dei benedettini amanuensi. In effetti il confinamento, dove è necessario, non nega la creatività: è come vivere un tempo provvisorio, o, come si dice, senza dar troppo peso al suo significato, tempo bloccato. In realtà, quello spazio è stato costruito per essere abitato, e infatti “sente” la presenza del nostro respiro, e le voci che lo fanno risuonare. Qualcuno potrebbe dire che, nell’epoca della tempesta pandemica, la nostra casa coincide con la vita: ristretta, e cosciente.

L’ignoranza in trono
La scena in presa diretta è questa: Mestre, Museo del Novecento, mattina. Un uomo attaccato al telefonino parla a voce alta, e dice: “Son davanti a l’M9, sì: bisognaria darghe fogo. Co’ tuto quel che n’è costà…”. Il livore così esibito, insieme all’odio incontrollato contro un edificio che richiama la cultura, si congiunge in un osceno abbraccio con l’ignoranza: nel suo eloquio da ubriaco, quell’uomo sta dicendo al suo interlocutore (anche) una bugia clamorosa: infatti, il Museo M9 – patrimonio culturale e memoria del Veneto – è finanziato da una Fondazione privata, non dai schèi di quel trumpista in salsa veneta. Pensiero triste: la malastirpe degli odiatori ha adepti ovunque: odiano la cultura, e così facendo odiano la bellezza. Ma senza bellezza, dice il saggio, che vita è?
Haiku
Pareva, sul muro
incandescente,
un’ombra di farfalla.
Ma era una foglia
che svolazzava.
(Anonimo)
Molto bella l’immagine evocata…. Dello spazio “abitato”, dove poterci ritemprare e creare bellezza, speranza!
Grazie signor Ivo