Buco nero, non è espressione puramente astronomica. Non è necessario avventurarsi nello spazio, per finire in un buco nero. A volte è sufficiente uscire di casa, per passare una tranquilla domenica, come avrebbero voluto fare le buranelle Paola Costantini e Rosalia Molin. Rosalia e Paola, zia e nipote, ma soprattutto amiche. Vivono a Burano, l’isola dei mille colori, dei merletti, dei bussolai buranei, del buon pesce. Un’isola tranquilla, come erano tranquille Paola e Rosalia. In realtà la vita di Rosalia Molin aveva conosciuto qualche turbolenza. Aveva interrotto, da poco, una relazione tormentata con Nicola Alessandro. Ma Rosalia aveva superato questa relazione e ritrovato serenità.
Le buranelle e quel 27 ottobre

Il 27 ottobre 1991, Paola e Rosalia, prendono un vaporetto e lasciano Burano. Vogliono raggiungere Treporti, dove è parcheggiata la Fiat 126 di Rosalia. Con la macchina avrebbero raggiunto un cinema, per vedere un film. Arrivano a Treporti verso le 17.40, con loro anche Nicola, il fratello di Rosalia, diretto invece al lavoro in una pizzeria di Ca’ Savio.
La tranquillità delle due ragazze finisce quando si avvicinano alla 126. Una ruota è stata manomessa, qualcuno ha svitato tre bulloni. Un grosso guaio. Di domenica sera non è una situazione facile da gestire. Improvvisamente arriva in soccorso Nicola Alessandro, l’ex di Rosalia. Non è solo, è accompagnato da un amico che guida una Citroen Dyane celestina. Nicola Alessandro offre un passaggio a Paola e Rosalia, che rifiutano. Nicola Molin invece accetta un passaggio in pizzeria.
Lasciate sole

Le due ragazze rimangono sole. Alle 19:45 prendono un taxi, che le accompagna in direzione Ca’ Savio. Di loro nessuna notizia, nessuno vedrà più Rosalia e Paola. Difficile credere alle coincidenze, tanto difficile da portare ad indagare Nicola Alessandro per duplice omicidio. Alessandro si difende, lui è stato a casa del fratello, militare del reggimento Lagunari di Venezia. La proprietaria dell’appartamento dove vive Nicola Alessandro, racconta una verità molto diversa. Alle 20:30 vede Rosalia a bordo della Citroen Dyane celestina, riconosce anche Alessandro e l’amico che guidava l’auto, M. S., in servizio presso il reggimento Lagunari. Sempre la stessa testimone, dichiara di aver visto, verso le 22:30, Paola Costantin seguita da Nicola Alessandro. Due pregiudicati indicano alla Polizia il luogo della sepoltura di Rosalia e Paola: il camping militare di Punta Sabbioni, nelle fondamenta di un edificio in costruzione. La Procura di Venezia indaga, cerca i corpi. Nulla, non viene trovato nulla.
Le buranelle. Il delitto perfetto?
Il caso viene archiviato. Omicidio perfetto? No, non esiste perfezione nell’imperfetta natura umana. Fortuna forse, complice silenzio sicuramente. I corpi, probabilmente custoditi nel cemento, non potranno fornire indicazioni. Il silenzio complice, invece, può essere infranto. Parlando alle coscienze. Ricordando due ragazze serene, portate via da una maligna nuvola di passaggio.
