Paolo Zabeo lavora in CGIA dal 1994 e dal 2002 è diventato responsabile dell’Ufficio sindacale. Dal 2010 coordina l’Ufficio studi dell’Associazione che approfondisce, in particolar modo, i temi più sensibili per il mondo delle piccole imprese. Dal fisco alla burocrazia, al credito. In attesa delle feste natalizie ci sono molti e motivati timori da parte del mondo dell’economia ed in particolare delle piccole imprese legate al commercio e all’artigianato viste le continue restrizioni imposte dai vari decreti del Presidente del Consiglio. Il Covid ha già messo in ginocchio da marzo a giugno il sistema imprese, dopo l’estate siamo ancora in pandemia. Il timore degli assembramenti, il fatto che le Regioni impongono altre restrizioni potrebbero per esempio determinare e favorire nei consumatori la voglia degli acquisti online. Che futuro si prospetta per i piccoli negozi?
Zabeo, anche pensando alle nuove misure, quanto inciderà il Covid sulle festività natalizie e soprattutto sui tradizionali doni?
“E’ difficile stabilirlo, anche perché la situazione è in costante evoluzione e cambia di settimana in settimana. Tuttavia, stimiamo un calo del 15% rispetto l’anno scorso. Ciò vuol dire che la spesa natalizia quest’anno dovrebbe oscillare tra gli 8,5 e i 9 miliardi di euro. Sono già stati persi dei fine settimana, tra l’altro soleggiati, come Pasqua-Pasquetta, il Primo maggio, il 25 aprile ed il 2 giugno. Se saranno introdotte ulteriori restrizioni durante Natale e Capodanno per gli artigiani e i commercianti sarà una catastrofe? Oltre tutto nel Nordest qualche migliaia di persone ha purtroppo perduto il lavoro, non dimentichiamolo. Premesso che lo Stato, le Regioni e i Comuni hanno il diritto/dovere di introdurre delle misure restrittive alla mobilità per tutelare la salute pubblica, è altrettanto un diritto che le attività che vengono chiuse per decreto siano rimborsate. Il problema, comunque, riguarda anche le attività che seppur aperte è come fossero chiuse, perché all’interno dei negozi non entra nessuno. Tuttavia, la confusione normativa che si è venuta a creare in questi ultimi mesi sta mettendo in grave difficoltà tante imprese. Con danni altrettanto significativi di quanti ne ha creati il Covid”.
In questa emergenza anche economica cosa chiedere al Governo?
“Le aziende che sono penalizzate da questo mini lockdown devono essere rimborsate, non solo una parte della perdita di fatturato, ma anche i costi fissi che, purtroppo, continuano a correre anche quando le attività sono chiuse. Dopo bisogna pensare ai grandi interventi che si potranno realizzare quando arriveranno i soldi del Next Generation EU: ovvero gli investimenti nelle infrastrutture materiali, immateriali, nell’istruzione e nella ricerca”.
Zabeo, secondo lei quando si potrà parlare di ripresa?
“Molto dipenderà da quando sarà disponibile il vaccino. In linea generale, una netta ripresa da questa situazione di crisi che non ha eguali negli ultimi 75 anni la registreremo non prima del 2022”.