E’ pioggia, o marea, addirittura tsunami: così sono stati definiti i finanziamenti Ue da destinare alla rinascita economica dopo la catastrofe virale. Si parla con foga leggera di tanti miliardi di euro che vengono dall’Europa (e richiamano gli storici aiuti post ’45 inviati dall’America col Piano Marshall). Pensierino: in tanti articoli e notiziari radiotelevisivi non ho mai sentito un giornalista o opinionista esprimersi come vorrebbe la loro appartenenza, e dire almeno una volta “la nostra Europa”. O, semplicemente, “noi europei…”
Giocare con pedine cieche
L’ignoranza è un dato di natura: se coltivata, però, è peggio di uno sciame di virus incoronati, replicanti e micidiali. La mente dell’ignorante assorbe il nero dell’ottusità, lo digerisce e produce rutti sonori che i medesimi titolari dell’ignoranza, orgogliosi di sé, riciclano come pensiero. Nel complicato gioco (della vita) sono le pedine cieche e servili che i furbi raccolgono e se le giocano.

Invasati e invasori
“Il nemico invasore”: ho appena letto, dopo cinque mesi, questa espressione che sta tornando uguale, ciclicamente, e si completa sempre con l’aggettivo “l’invisibile”. Un nemico non cercato: in effetti siamo invasati e ciechi di fronte a questo pericoloso assassino, e lo siamo a volte ancora oggi. Ma il coronavirus, se ci pensiamo, non è la sola minaccia invisibile e strisciante che attenta alla nostra vita: ci sono virus umani che abbiamo cercato, che addirittura sono invocati e così facendo ne rafforzano la morbilità. Come sono? Meditate, gente, meditate dice il saggio.

L’ombra che cammina
Il tempo scorre e il virus è sempre qui. Eppure c’è chi ne parla come fosse l’ombra staccata dal corpo e la minaccia torna a invadere cronache e pensieri come fosse senza peso, come se la minaccia virale fosse una nuvola estiva che naviga al disopra della realtà. Come fosse appunto l’ombra del virus e non lui, concreto, annidato nei nostri corpi inconsapevoli, innocenti. La verità è che siamo aggrediti da un microrganismo che, per vivere, può uccidere organismi milioni di volte più grandi di sé: il non vederlo non riduce la sua “letalità”.
Il color angoscia

Fra i vari colori in cui la carta geografica d’Italia è stata spezzettata, secondo una scala virale flessibile, ce n’è uno diverso da tutti ma non ufficialmente classificato. In effetti è invisibile ai nostri occhi, per quanto fortissimo: è il colore della paura. Le sue gradazioni o sfumature sono l’angoscia, il terrore sotto pelle, lo spaesamento, la sospensione del tempo percepito. Nell’insieme, raccolti in una speciale tavolozza psichica, si possono classificare come macchie cicatrizzate dell’anima. Gialle, arancioni e rosse.