“Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo, perché là è stato e là vuole tornare”.
(Leonardo da Vinci). La volta celeste non smette di stupire grazie alla magica similitudine tra le possenti ali degli uccelli in volo e l’ingegno tecnologico patrimonio dell’aviazione fin dai suoi albori. Quando poi arriva l’occhio magico del fotografo la perfezione è assoluta.
Il viaggio virtuale di “èNordEst”, dopo il fascino del Museo del mare della scorsa settimana, vi porta a contemplare il cielo e i mitici aerei di un tempo, macchine alate protagoniste delle imprese del Barone Rosso, di Francesco Baracca e di altri “Cavalieri del Cielo” della Grande Guerra.
Zuccon
A documentare la bellezza di questi aerei, un fotografo d’eccezione: Antonio Zuccon. Il suo è uno stile creativo inconfondibile, di grande sapienza e impatto emotivo. Innumerevoli esposizioni nei maggiori musei e gallerie e recensioni nelle riviste specializzate. Nel 2011 il Museo Nazionale della Fotografia di Brescia gli ha assegnato il premio come “migliore fotografo italiano dei piccoli borghi”. Magnifici i suoi racconti per immagini di Cibiana di Cadore con i murales, Bordano il paese delle farfalle, Burano con i suoi colori accesi, il Vajont con Erto e Casso.
La mia esperienza
Conobbi Antonio Zuccon, negli anni ’90, lo invitai nella mia trasmissione televisiva, mi colpirono subito la sua gentilezza e una mitica Leica. Infatti, come tutti i grandi, si avvale di apparecchiature Leica per fotografare. Personaggio geniale e poliedrico, laureato in matematica (un giorno lo intervistai proprio per le olimpiadi della matematica) e cantante lirico, una splendida voce baritonale.
Il suo primo volume: “Quadrigrafie” è un inno al colore e alla bellezza della composizione astratta. Grazie alla sua originale creatività nel 1992 è stato insignito dell’onorificenza Excellence de la Fédération Internationale de l’Art Photographique (EFIAP).
Chi è Zuccon
Il suo occhio sapiente osserva la terra dei borghi, gli oggetti di tutti i giorni che ha la capacità di nobilitare. Uno sguardo che va lontano, verso il cielo, quello stellato e quello colorato dalle macchine volanti. È così che nasce “L’alba del volo”, prezioso volume fotografico, inviato ai più importanti Musei aeronautici del mondo, realizzazione di un desiderio: immortalare in volo o su pista i velivoli ricostruiti da Giancarlo Zanardo.
Nato a Conegliano, definito “il barone rosso del Piave”, Giancarlo Zanardo, è un pilota per passione, al suo attivo oltre 2500 ore di volo. Con grande abilità ha realizzato personalmente riproduzioni di aerei d’epoca come il leggendario Flyer dei fratelli Wright (il primo aereo al mondo che volò nel lontano 1903). Anche le sue imprese sono mitiche, dal raid in solitaria di 5000 km su tutta l’Italia, all’attraversamento della Manica. Nominato Pioniere del progresso aeronautico dall’Associazione Pionieri dell’aeronautica di Roma. Fondatore e Presidente della Jonathan Collection Aerei Storici Famosi.
Volo e fotografia
Si tratta della più famosa collezione volante attiva in Italia, un luogo unico al mondo per gli amanti della storia del volo. Si trova a Nervesa della Battaglia, nel punto in cui la valle del Piave si apre nella pianura veneta.
In questa particolare località posta ai piedi del Montello, sorge un campo di volo la cui esistenza si intreccia in modo profondo con la storia dei luoghi che lo circondano e che sono stati il teatro di sanguinose battaglie aeree durante la Prima Guerra Mondiale. Il campo di volo Francesco Baracca è la base operativa, 1100 metri completamente in erba con andamento parallelo al corso del fiume Piave.
In questo contesto storico si inserisce lo sguardo fotografico di Antonio Zuccon che ha saputo unire il fascino dell’aviazione all’incanto del volo delle cicogne. Splendidi esemplari che hanno scelto Fagagna come loro habitat naturale, uno dei borghi più belli d’Italia, luogo collinare in Friuli-Venezia Giulia.
L’alba del volo
“L’alba del volo” è anche un video, le immagini di questi aerei unici al mondo sono accompagnate dalla Romanza di Luigi Denza “Occhi di fata”, canzone dei primi del Novecento dedicata dall’aviatore alla donna amata e interpretata dalla splendida voce baritonale di Antonio Zuccon. Un mosaico di suoni e immagini con straordinarie atmosfere agli albori del volo.
O begl’occhi di fata,
O begl’occhi stranissimi e profondi…
Voi m’avete rubata
La pace della prima gioventù.
Bella signora dai capelli biondi
Per la mia giovinezza che v’ho data
Mi darete di più.