Caro direttore, sono Verena Filippini, insegnante e direttrice artistica dell’a.s.d. Ricerca & Danza, una scuola di danza ad indirizzo professionale di Mestre, precisamente Campalto. Non insegno solo danza, spesso insegno sogni. E non si uccidono i sogni.
I sogni e la danza
Siamo chiusi dal 23 febbraio , solo alcune scuole sono riuscite ad aprire con tutte le precauzioni nei mesi estivi ma la maggior parte spera di poter aprire a settembre. Scrivo questa lettera anche a nome di tanti colleghi che si ritrovano ora tra mille incertezze e dubbi: “chissà se la scuola statale riprenderà il 14 settembre, chissà chi dei nostri allievi tornerà a causa della paura di potersi contagiare o addirittura perchè molti genitori hanno perso il lavoro, chissà che adeguamenti dovremo adottare, chissà se fra qualche mese ci sarà un altro lockdown…….” tante domande e tante paure……
Le spese
Tante spese da dover sostenere, affitto dei locali, bollette, sanificazioni, acquisto di materiale per l’igiene, termometri, mascherine…….oltre tutto il senso di responsabilità nei confronti dei nostri collaboratori che si sono trovati da un giorno all’altro senza un lavoro. Tutta l’arte ha subito importanti danni, un intero ambiente è in ginocchio: costumisti, scenografi, tecnici audio e luci, organizzatori di eventi, ballerini, coreografi, musicisti, cantanti ,fotografi, videomaker, tutte professioni altamente qualificate che si sono dovute bloccare. In tutto questo, nessuno ci ha aiutato anzi, siamo state figure invisibili, poco tutelate e nominate. Sicuramente siamo fortunati a fare come lavoro ciò che amiamo ma per amore sopportiamo mesi estivi senza lavorare, non abbiamo maternità o malattia pagate per non parlare che ogni settembre ricominciamo tutto da capo, senza avere certezze di chi verrà a frequentare i corsi. Ricordiamoci che oltre ad essere insegnanti di danza siamo degli educatori, e svolgiamo un ruolo importante per i nostri allievi.
Non si uccidono i sogni né gli educatori
Siamo un punto di riferimento e non poter ancora comunicare i progetti per i prossimi mesi ci fa sentire impotenti. Mi auguro di poter tornare alla normalità al più presto per svolgere il nostro lavoro con tanta passione e dedizione che ci contraddistingue. Chi ci potrebbe dare una mano?
Verena Filippini (Presidente, direttrice artistica ed insegnante dell’a.s.d. Ricerca & Danza).
La risposta del direttore
Gentile lettrice,
il mondo dello spettacolo e dell’arte, tutto, non ha avuto le dovute attenzioni da parte di chi governa. Non si tratta di un settore secondario e i suoi lavoratori non sono di serie B. Spesso a questo mondo non sono state nemmeno applicate le protezioni adottate per altri settori, a incominciare dalla cassa integrazione. Da mesi cinema, teatri, sale, palestre, scuole di ogni genere sono chiusi con gravissimi danni per l’economia del settore e con effetti spesso disastrosi. Forse l’attenzione della politica e degli amministratori si sta destando e sarebbe il momento giusto per affrontare il problema. Non sarà la soluzione, ma certo potrà essere un aiuto serio atteso da cinema, teatro, danza, scuole, musica, spettacolo in tutte le sue forme.
Non si uccidono i sogni con i ritardi
Ma questi ritardi riflettono anche la poca cultura di un Paese verso l’arte e lo spettacolo, c’è chi continua a guardare da quella parte come a un lavoro che non costa fatica o che vive soltanto di assistenzialismo. E’ il momento di rovesciare i luoghi comuni. Qualsiasi cosa ci faccia sorridere, emozionare, piangere, applaudire, fischiare, cantare, arrabbiare è il frutto di fatica e di professionalità e merita rispetto e retribuzione.
La forza della danza
Abbiamo stretto i denti in una lunga quarantena che l’imbecillità di qualcuno rischia di prolungare, in quei giorni abbiamo imparato che non c’è niente di dovuto, che strappare un sorriso è un mestiere più difficile, che raccontare un sogno è ancora più difficile. Che certi mestieri hanno alle spalle curiosità e scuola, sudore e entusiasmo. E’ il momento che chi deve si muova e affronti questo settore con le armi giuste. Nessuno chiede elemosine, ma quello che spetta. A patto che arrivi in tempo utile, non ha senso aiutare quando il settore muore di fame e di disperazione.
Non si uccidono i sogni
Ripeto, penso sia il momento giusto per tanti aspetti: ci sono i finanziamenti, c’è la volontà, c’è l’attesa. Salviamo i sogni, sono la sola cosa che ci restituisce la certezza del futuro. Sarà per questo che tanti politici uccidono i sogni.