Gennaro “Ringhio” Gattuso è dunque il nuovo c.t. della Nazionale. Da queste colonne non abbiano nascosto, anzi siamo stati fra i primi a invocare la “soluzione Ranieri” subito dopo la lezione di calcio incassata ad Oslo (3-0 dalla Norvegia) e ancor prima del brodino casalingo con la Moldova (2-0 di addio con Spalletti). Ma Sir Claudio – acclamato dalla stragrande maggioranza dei tifosi – dopo averci pensato un paio di giorni ha detto “No, grazie!” per gli impegni presi con la Roma dei Friedklin, più probabilmente per l’oggettiva difficoltà di far approdare ai Mondiali 2026 una barca azzurra che fa acqua da tutte le parti a cominciare dai vertici federali. https://www.enordest.it/2025/06/08/inizia-il-valzer-dopo-il-disastro-italia-la-gente-invoca-san-ranieri/ e https://www.enordest.it/2025/06/15/almeno-un-ringhio-nel-tramonto-azzurro/
Gennaro e lo staff

Per tentare l’impresa e col contratto di un solo anno (già questa un’anomalia per i ct della Nazionale) ecco la scelta Gattuso, che sarà affiancato da uno staff di ex azzurri a cominciare dalla new entry Bonucci e con altri 5 un po’ più esperti che lavoreranno con lui: Prandelli, Perrotta, Zambrotta, Viscidi oltre naturalmente al capodelegazione Buffon.
L’obiettivo dichiarato è chiaro (almeno quello): costruire una squadra che nel marzo prossimo arrivi a disputare il doppio playoff come seconda del girone ormai ipotecato dalla Norvegia: prima partita sulla carta più semplice (ma ricordiamo il flop casalingo con la Macedonia), poi la sfida decisiva contro Serbia o Polonia.
Al di là delle stucchevoli discussioni se Ringhio sia o meno un simbolo della Nazionale, vediamo invece di capire i pro e i contro della scelta.
Gennaro allievo e maestro


Gattuso è un allievo di Marcello Lippi e col suo maestro ha ammesso di essersi subito confrontato, ma accostarlo al tecnico viareggino campione del Mondo appare fuorviante. In verità per carattere e curriculum sembra più assomigliare all’indimenticato Enzo Bearzot che fu più selezionatore che vero e proprio allenatore: meno lavagne e più motivazioni è la sintesi di questa scuola peraltro vincente ovvero più gestione del gruppo che attenzione ossessiva alla tattica. Se saprà convocare i migliori e motivarli al massimo può sperare nell”impresa.
Questo va ascritto fra le note positive della scelta di Gravina, presidente Figc davvero all’ultima spiaggia: con queste premesse la scelta Gattuso è senza dubbio la migliore.
I lati negativi

Sull’altro piatto della bilancia per il 47enne ex mastino azzurro di Corigliano Calabro ci sono però la scarsa esperienza internazionale e un palmares che in oltre 11 anni di panchine in giro per l’Europa può vantare una sola Coppa Italia vinta in periodo Covid con il Napoli in finale ai rigori contro la Juve. Non granchè insomma per guidare la Nazionale e ci vorranno davvero le migliori congiunzioni astrali per arrivare ai Mondiali negli States e, in quel caso, staccare la conferma sulla panchina azzurra.
Per Gennaro strada in salita

Insomma la strada è in salita, ma non spaventa il nuovo ct (che ha firmato un contratto da 800mila euro netti più bonus), ma che francamente fa capire come il progetto – parola davvero abusata dai vertici federali – sia davvero minimalista: arraffare il pass mondiale e poi… basta. Per un sistema calcio in piena crisi come il nostro appare davvero un tirare a campare.
C’è poi una considerazione che viene spontanea dopo aver sentito Gattuso parlare del 68% di giocatori stranieri della nostra Serie A, ovvero evidenziare un dato certamente non nuovo dimenticando oppure non considerando – e sarebbe ancora più grave – i tanti nostri talenti che giocano all’estero: Donnarumma, Vicario, Udogje, Tonali, Calafiori, Jorginho, Coppola (appena ceduto al Brighton), Chiesa e Ogbonna tanto per citarne una decina oltre agli Under 21 Gnonto, Pirola e Zanotti.
Inno di Mameli e Under 21

Il neo ct ha anche detto ai microfoni Sky in sede di presentazione: “Sentire l’inno di Mameli per me era come risentire mia mamma chiamare dal balcone di casa quando ero piccolo: tutti pensano che i giocatori al giorno d’oggi siano viziati, ma mentalmente sono invece più professionisti dei miei tempi, è gente che fa le cose senza lasciare nulla al caso, io ho una considerazione di loro molto alta. Bisogna essere bravi a trasmettere il fatto di riuscire a stare bene insieme, perché poi nei momenti di difficoltà il compagno ti può sempre aiutare”. Insomma una teoria non proprio lineare e spiegata in gergo “gattusiano”. Tutti noi ovviamente ci auguriamo che possa essere compresa dai convocati, ma molto difficilmente potrà bastare per migliorare il livello di questa nostra Nazionale.
Gennaro e uno sguardo all’Under 21

Resta infine un piccolo segnale di speranza: la prima “uscita” del neo commissario tecnico sarà domenica 22 in Slovacchia per seguire i ragazzi dell’Under 21 di Nunziata contro la Germania, nei quarti di finale dell’Europeo di categoria. Le prime tre partite degli azzurrini – contro Romania, Slovacchia e Spagna – sono state incoraggianti mettendo in mostra buone individualità a centrocampo (Casadei, Fabbian, Baldanzi e Pisilli su tutti) e una difesa solida a cominciare dal portiere Desplanches con le solite lacune in fase offensiva (peraltro orfana del bomber dello Spezia Pio Esposito, ma con Camarda e Pafundi ai box tanto per fare un’altra mezza dozzina di nomi).
Per guardare al futuro si dovrebbe partire da loro anche se l’orizzonte temporale fissato dalla Figc è invece a breve scadenza. In ogni caso se il nuovo ct saprà dare qualche indicazione in questa direzione avrà segnato dei punti a suo favore, altrimenti saremo punto e a capo anche in caso di qualificazione mondiale. Comunque Buon Lavoro e Forza Azzurri.
