Di Rosanna Conte, Europarlamentare della Lega
La cronaca di questi giorni, con l’efferato omicidio di Giulia Cecchettin, ha profondamente scosso tutti noi perché un’altra vita, l’ennesima, di una giovane donna è stata strappata al futuro, al successo, alle gioie e alla libertà. Libertà di cui vengono private tutte le vittime di femminicidio e di violenza, sia essa fisica, psicologica o economica. A tal proposito, voglio riportare facendole mie le parole pronunciate a Strasburgo in apertura della Sessione Plenaria dalla Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola: “Le donne meritano di vivere libere dalla paura, non solo in Europa, ma ovunque nel mondo”. Per questo, oggi come ieri, abbiamo bisogno di una società che abbia un quadro di protezione adeguato che assicuri condanne agli assalitori, oltre a pene certe e severe, perché solo la giustizia potrà sostenere i familiari delle vittime e agire come deterrente per chi perpetua violenze.
Una società che non si deve fermare
Devo dire che nel mio ruolo di avvocato, prima ancora di quello di eurodeputato, ho raccolto tante, troppe confidenze di donne che mi hanno raccontato i soprusi subiti, soprattutto in ambito familiare e coniugale, a riprova che certe violenze possono essere l’epilogo di una vita di maltrattamenti o provenire da un partner apparentemente insospettabile. A prescindere dall’origine e dalla natura, però, ciò che è certo è che dobbiamo continuare l’opera di sensibilizzazione verso la lotta contro la violenza sulle donne e verso la necessità di assicurare parità di opportunità, diritti e libertà. La violenza sulle donne non è solo fisica, ma può assumere molte forme, come la violenza psicologica, sessuale ed economica. Queste forme di violenza possono avere conseguenze devastanti sulla vita delle donne, influenzando la loro autostima, la loro capacità di prendere decisioni autonome e la loro sicurezza personale.
Non è un problema delle donne ma un problema della società
È importante che tutti noi ci impegniamo a porre fine alla violenza sulle donne. Questo non è solo un problema delle donne, ma un problema di tutta la società. Alla base di tutto, infatti, c’è il rispetto della persona, ma anche dei principi di uguaglianza e democrazia che dovrebbero essere alla base della nostra educazione e del nostro vivere civile. E’ necessario agire a tutti i livello per promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza di genere.
Per farlo, dobbiamo iniziare dalla base, educando i giovani sul rispetto reciproco, sull’uguaglianza di genere e sulla prevenzione della violenza. Dobbiamo anche lavorare per garantire che le donne che subiscono violenza abbiano accesso a servizi di sostegno e protezione, così come a un sistema giudiziario che le supporti e le protegga. Inoltre, dobbiamo sfidare gli stereotipi di genere che perpetuano la violenza sulle donne. Smettere di giustificare o minimizzare la violenza e smettere di colpevolizzare le vittime. Creare un ambiente in cui le donne si sentano sicure di denunciare la violenza e in cui siano ascoltate e credute.
La lotta contro la violenza sulle donne richiede un impegno costante e continuo
Non possiamo permetterci di abbassare la guardia o di pensare che il problema sia risolto. L’Europa su questo drammatico problema è vero che ha già fatto tanto ma è altrettanto vero però che c’è ancora molto da fare e servono atti concreti con specifiche normative soprattutto per armonizzare le leggi degli Stati membri sulla violenza di genere, come la direttiva sulla protezione delle vittime di reati. L’UE può fornire fondi per programmi e progetti formativi e culturali che combattono la violenza sulle donne, promuovere campagne di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza sulla violenza di genere, promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza di genere e può lavorare con paesi terzi per promuovere i diritti delle donne e combattere la violenza di genere a livello globali.