Per meglio conoscere le strategie per la tutela e la migliore gestione della risorsa idrica nella nostra regione, abbiamo incontrato l’ingegner Massimo Cornaviera, direttore tecnico di Viveracqua.Viveracqua associa i dodici gestori pubblici del servizio idrico integrato che operano in Veneto, servendo circa 5,6 milioni di abitanti (residenti e fluttuanti) in 581 comuni (551 in Veneto e 30 in Friuli Venezia Giulia): ogni anno vengono distribuiti 360 milioni di metri cubi di acqua potabile e vengono depurati oltre 400 milioni di metri cubi di acque reflue, estraendo da queste oltre 230.000 tonnellate di fanghi.
Viveracqua nasce nel giugno 2011 ed è la prima e tra le più importanti aggregazioni di gestori pubblici idrici. L’obiettivo è mettere a sistema le singole potenzialità, in modo da moltiplicare il patrimonio di abilità e competenze e ottenere economie di scala e di scopo,pur mantenendo ciascun gestore la propria autonomia organizzativa e il rapporto diretto con i propri utenti. I dodici gestori soci lavorano in completa cooperazione per lo sviluppo di progetti e opere di interesse comune, spesso innovativi(l’aggregazione di finanza, la rete di laboratori, ecc).
Ingegner Cornaviera, negli ultimi anni la siccità è andata intensificandosi e anche le organizzazioni internazionali prevedono un continuo peggioramento: tutelare e gestire la risorsa idrica è una sfida globale anche per il nostro territorio?
Nel 2022 abbiamo avuto la chiara percezione della severità delle conseguenze di condizioni siccitose nella gestione del servizio idrico. I gestori hanno dovuto affrontare carenze idriche nelle sorgenti collinari e montane e, dato ancora più critico, alcuni di loro hanno dovuto fronteggiare lo stato di carenza idrica dei grossi fiumi (Livenza, Brenta, Adige, Po), che hanno subito anche l’intrusione del cuneo salino. Viveracqua ha allora avuto un ruolo di coordinamento tecnico dei gestori, lavorando a stretto contatto con il Commissario regionale, formulando un piano di azione emergenziale che, grazie al sostegno finanziario dato dalla Protezione Civile e alle competenze dei gestori in prima linea, ha consentito di superare la situazione.
Cornaviera, quali sono i più gravi problemi che Viveracqua ha affrontato e sta affrontando?
Siamo consapevoli dei rischi che potrebbero presentarsi, visto che assistiamo ad una intensificazione degli eventi meteorologici estremi, dalla siccità alle precipitazioni intense. Per questo abbiamo collaborato con i gestori per l’individuazione di interventi di carattere strutturale per il potenziamento delle aree di produzione, l’interconnessione degli acquedotti, l’aumento dei volumi di accumulo e riserva.
Gli investimenti sono stati suggeriti ai Consigli di Bacino, a cui spetta la proposta di intervento per l’inserimento nel quadro strategico nazionale che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sta costruendo. I gestori sono inoltre fortemente impegnati nella riduzione delle dispersioni dalle reti acquedottistiche, un tema sottoposto ad una regolazione precisa e puntuale con la quale ci confrontiamo quotidianamente.
Cornaviera quanto preoccupano i fenomeni meteorologici estremi che comportano precipitazioni torrenziali concentrate in pochissimo tempo? In Veneto a che punto sono i grandi e piccoli invasi? Quali misure si adottano per raccogliere e conservare l’acqua piovana?
Gli eventi siccitosi sono destinati a diventare più frequenti, ma allo stesso tempo assistiamo ad una intensificazione delle precipitazioni e ad una loro accentuazione. Frequenza, durata e intensità delle precipitazioni sono i parametri che determinano, assieme alla permeabilità del terreno, la risposta e la generazione di deflussi rilevanti, talvolta critici. Il governo del territorio e la creazione dei volumi necessari a laminare le piene dei corsi d’acqua non è una competenza dei gestori del servizio idrico integrato che subiscono nelle reti fognarie gli effetti dei deflussi superficiali eccezionali o importanti.
È evidente però che quelli che una volta erano eventi rari, ora non lo sono più e anche le reti di fognatura devono essere adeguate alle nuove necessità. Abbiamo realizzato a tale proposito uno studio sulle precipitazioni intense: analizzando con un metodo innovativo le precipitazioni registrate dall’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), sono stati ridefiniti i più severi e aggiornati parametri per la stima delle precipitazioni future. Il lavoro è a disposizione di chiunque (amministrazioni pubbliche, professionisti, gestori) abbia interesse o necessità professionale di confrontarsi con il tema della previsione delle precipitazioni.
Cornaviera, quali sono le sfide normative che devono essere risolte a breve per una efficace tutela e gestione dell’acqua?
La tutela dell’acqua per la tutela della salute e dell’ambiente è la colonna portante di ogni iniziativa legislativa, a partire da quelle europee, sulle quali poi ciascun Stato membro sviluppa le proprie. È dei primi mesi di quest’anno l’emanazione di un decreto che recepisce una recente direttiva che stabilisce più stringenti regole sulla qualità dell’acqua destinata a consumo umano. Essa impone anche l’adozione dei piani di sicurezza della risorsa idrica, ovvero di processi di quantificazione e riduzione dei rischi che gravano sugli aspetti qualitativi dell’acqua potabile, dalla loro presenza negli acquiferi sino al punto di consegna agli utilizzatori finali.
Ma è in valutazione anche una proposta di nuova direttiva sulle acque reflue, che prevede nel testo (elaborato dalla Commissione europea ed emendato dal Consiglio) un quadro di riferimento per la depurazione impegnativo e sfidante per i gestori. Per la prima volta si introducono controlli e limitazioni a sostanze inquinanti emergenti che ora sono rilevabili in bassissime concentrazioni, grazie allo sviluppo delle tecnologie degli strumenti di analisi. Sotto il profilo della qualità, quindi, siamo inseriti in un processo che impegnerà ulteriormente i gestori ed assicurerà più alti livelli di sicurezza, sia delle acque potabili che degli scarichi
Cornaviera, quali sono invece le sfide della governance per adeguare sempre più il sistema idrico all’evoluzione climatica e normativa?
Lo sviluppo degli investimenti -ai quali sono associate risorse finanziarie ingenti, da garantire con tariffe adeguate o contributi gravanti sulla fiscalità generale- è condizionato ora anche dalla loro sostenibilità ambientale, sociale e di governance, secondo gli obiettivi delle Nazioni Unite e le regole che, di conseguenza, l’Europa si è data. Lo sviluppo di investimenti sostenibili e di finanziamenti che ne tengano conto è un altro importante fronte sul quale, già da ora, i gestori del servizio idrico si misurano e che sarà sempre più rilevante.
I recenti fenomeni siccitosi hanno fatto emergere la necessità di una gestione coordinata dei diversi usi della risorsa (che è unica), si tratta di un processo che può essere facilitato riducendo la frammentazione delle competenze e arrivando ad una visione di insieme che sia in grado di contemperare le esigenze dei diversi utilizzi: acquedotti, irrigazione e produzione energetica. Sul fronte dell’organizzazione della gestione della risorsa, abbiamo margini di miglioramento e ampia libertà di azione.
Cornaviera, cosa vi ha spinto a contribuire all’avvio di un Master per formare nuovi professionisti del settore?
La gestione del servizio idrico integrato è complessa. Gli accenni fatti alle conseguenze delle variazioni climatiche illustrano una variazione di condizioni sulle quali sviluppare la progettualità inedita. Queste nuove condizioni, una sempre maggiore sensibilità agli aspetti qualitativi, un’attenzione sempre più forte del regolatore agli interessi dell’utenza, l’impiego di metodi e strumenti sempre più sofisticati per la misura delle diverse grandezze (consumi, perdite idriche, caratteristiche chimiche e microbiologiche delle acque, potenzialità degli acquiferi), prendono corpo, forma e dimensione nel momento in cui si combinano nella gestione quotidiana del servizio idrico integrato.
Come può descrivere i professionisti della risorsa idrica, di cui oggi c’è bisogno?
I gestori posseggono competenze e conoscenze che integrano gli aspetti teorici (il sapere), garantiti dalla formazione scolastica e universitaria, con quelli più strettamente operativi (il saper fare), in un contesto gestionale orientato alla tutela dell’utenza e ad una corretta ed efficace gestione delle risorse economiche e finanziarie necessarie. Sono necessari a questo scopo professionisti che abbiano a cuore la finalità del servizio, prima ancora che figure con competenze adeguate.
Abbiamo creduto, a ragione, alla possibilità di contribuire a formare le sensibilità per questo affascinante mestiere, che si declina in numerose specialità, con il sostegno al Master organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, nel quale abbiamo anche avuto modo di trattare i temi gestionali, forti della nostra specifica esperienza. Il valore del master è quello di fornire una visione di insieme sui vari temi che riguardano la risorsa idrica e la sua gestione a persone dotate di forti competenze specialistiche, arricchendo il loro bagaglio culturale e professionale, e allo stesso tempo formando, in modo stimolante, anche chi risulta privo di esperienza specifica.
Cornaviera, il Master è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia dell’Università Ca’ Foscari: l’approccio all’acqua non è quindi soltanto una questione tecnica, scientifica e normativa, ma anche umanistica?
La scuola, anche un master quindi, nutre la mente e la coscienza. Forma persone, non si tratta solo di preparare i lavoratori. Una visione umanistica è sicuramente un valore aggiunto, quasi un sollievo nella quotidiana immersione in questioni tecniche, che non dovrebbero mai esaurirsi nel tecnicismo. Una auspicata maggiore capacità di collocare le sfide attuali in un contesto sempre più vario, può trarre linfa vitale da una visione generale e umanistica che intreccia le competenze.
Possiamo descrivere in breve i requisiti richiesti per l’accesso al Master, ma anche le materie di studio e le finalità? Nel 2023/2024 ci sarà la seconda edizione? Finora quanti sono stati partecipanti?
Il Master è aperto a persone in possesso di almeno uno dei seguenti titoli universitari: diploma universitario, laurea del vecchio ordinamento (ante D.M. 509/99), laurea, diploma accademico di primo livello, titolo di studio conseguito all’estero equiparabile, per livello, natura, durata e contenuto.
In chiave interdisciplinare e di comparazione, le attività didattiche sviluppano tematiche giuridiche nazionali e sovranazionali, economiche e finanziarie, profili di ecologia e analisi chimica, progettazione strutturale, profili gestionali e di regolazione ma anche aspetti etici.
In sintesi, il Master Universitario di I Livello in Tutela e Gestione della Risorsa Idrica è uno strumento pensato per formare esperti per la tutela della risorsa idrica e per la gestione del servizio idrico integrato; si tratta di una figura attualmente assente dall’ambito delle professioni giuridico-scientifiche e tecniche fornite dai tradizionali corsi di laurea e post lauream.
Alla prima edizione del Master sono iscritte 23 persone. La seconda edizione del master è prevista nel 2023/2024.
Quale consiglio darebbe ad un giovane professionista che voglia dedicarsi alla risorsa idrica? E cosa può raccomandare ai professionisti già da tempo al lavoro sul fronte della tutela e della gestione dell’acqua come bene pubblico più prezioso?
Cornaviera è sicuro. “La gestione del servizio idrico integrato è ricca di temi da affrontare con conoscenze e competenze diverse. Possono trovare soddisfazione gli appassionati di materie tecniche, gestionali, economiche e finanziarie, giuridiche, ecc. Suggerirei ad un giovane di avvicinarsi alla gestione delle risorse idriche con grande disponibilità a lavorare in squadra, poiché la multidisciplinarietà dei temi gestionali necessita di unire competenze diverse. I colleghi già esperti possono essere dei preziosi tutor per i colleghi più giovani. A loro suggerisco di mantenere una visione aperta al nuovo e di affinare la capacità di ascolto anche nei confronti delle persone con minore esperienza, che spesso apportano valore con idee nuove”.