Ci sono persone che non hanno bisogno di sottotitoli per comunicare, possiedono il dono del linguaggio universale. Eleonora Duse appartiene a questa rarissima categoria. La Divina continua a stupire per la sua modernità. In vista del centenario della morte, avvenuta a Pittsburgh il 21 aprile 1924, si sono già aperte le celebrazioni con importanti iniziative nelle città che lei ha immensamente amato come Asolo e Venezia. Quello che scrisse Anton Čechov può farci comprendere al meglio le sensazioni che Eleonora sapeva trasmettere a teatro: “Ho proprio ora visto l’attrice italiana Duse in Cleopatra di Shakespeare. Non conosco l’italiano, ma ella ha recitato così bene che mi sembrava di comprendere ogni parola; che attrice meravigliosa!”
Un ritorno da Elonora
Ho deciso di tornare nella “città dai cento orizzonti” come la definì Carducci, per partecipare all’inaugurazione della nuova sala museale a lei dedicata: da questo mese di ottobre sino a tutto il 2024 Asolo sarà fulcro di iniziative, manifestazioni teatrali, incontri e conferenze. Il miraggio dei cento orizzonti è l’effetto ottico straordinario definito dai profili collinari asolani che sembrano sovrapporsi all’infinito, tra boschi, ulivi, vigneti, cipressi. Scenario naturalistico che ha incantato artisti e letterati come Robert Browning, Malipiero, la scrittrice inglese Freya Stark, caposcuola del genere letterario “travel writing” scomparsa a cento anni proprio in questa terra meravigliosa. Sembra che il numero “cento” voglia inseguirci in questo racconto sospeso tra le colline, quasi un frammento di immortalità.
Eleonora e Asolo
Eleonora Duse arriva ad Asolo per la prima volta nel 1892 e subito sente il desiderio di avere una residenza nel borgo incantato. Nel 1920 prende in affitto Casa Morrison nota come Casa dell’Arco. L’aveva concepita come rifugio dell’anima disponendo che alcuni bauli con libri e oggetti teatrali venissero portati a Asolo. Non farà in tempo a prenderne possesso pienamente, lei era una nomade sempre in giro per il mondo con i suoi leggendari spettacoli. Apparterrà per qualche tempo alla figlia Enrichetta che nel 1933 dona allo Stato italiano e alla città di Asolo tutto il prezioso materiale dell’attrice: oggetti, arredi personali, abiti e calzature di scena, ritratti e lettere autografe. Per volontà della Duse la sua tomba si trova nel cimitero di Sant’Anna. Scrisse che voleva essere seppellita rivolta verso il Monte Grappa per amore dell’Italia e dei soldati che aveva assistito durante la Grande Guerra.
Il Teatro
Il suo nome è legato indissolubilmente ad Asolo, dal Teatro Duse al Museo Civico da sempre testimone prezioso di ogni istante che la riguardi. In occasione del centenario il Museo ha inaugurato un nuovo spazio: “Una casa per Eleonora” stanze interamente dedicate a lei che sembrano un fantastico viaggio nel tempo tra gli oggetti più celebri e intimi dell’attrice. Dagli arredi, agli eleganti abiti parigini, alle boccette del suo profumo preferito che aleggia nell’aria “Eau de Colonia Impériale di Guerlain”. Ci sentiamo davvero a casa sua tra dipinti, ritratti e fotografie. C’è anche la “Stanza del Viaggio” in relazione alle tournée dell’attrice e il suo camerino perfettamente ricreato con la voce di Ottavia Piccolo.
Ecco come Eleonora descriveva la città dai cento orizzonti: “Mi piace Asolo perché è bello e tranquillo, paese di merletti e di poesia; perché non è lontano da Venezia che adoro; perché vi stanno buoni amici che amo; perché si trova fra il Grappa e il Montello. Questo sarà l’asilo per la mia ultima vecchiaia, e qui desidero essere seppellita”.
Tornare ad Asolo seguendo le sue emozioni è impareggiabile, indubbiamente uno dei posti più belli al mondo, un piccolo borgo incastonato tra le colline con il respiro architettonico di una grande città. Tantissimo pubblico al Museo Civico per l’inaugurazione della nuova sede museale.
Il progetto DUSE-2024
Un progetto interamente dedicato a lei davvero prezioso a partire dalla brochure DUSE-2024 con il profilo di Eleonora che si staglia nel colore da lei tanto amato: il viola. Lo portava con sicurezza e disinvoltura a dispetto di tutto l’ambiente teatrale che da sempre lo considerava sfortunato. Superstizione legata al fatto che fosse il colore dei paramenti liturgici usati in Quaresima e gli attori non lavoravano durante la Quaresima.
Eleonora Duse nasce il 3 ottobre 1858 a Vigevano, quindi il mese giusto per dare il via alle future celebrazioni del prossimo anno con un calendario fitto di appuntamenti consultabili sul sito www.duse2024.it.
Eleonora tra Asolo e Venezia
Sono molte le città coinvolte nell’avventura del centenario, possiamo dire che tutto è cominciato nella città lagunare lo scorso anno: “Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso” primo di una serie di appuntamenti dedicati alla Divina all’Isola di San Giorgio. Teatro degli eventi la Stanza Duse, spazio permanente dedicato alla sua memoria. L’Istituto per il Teatro e Melodramma, diretto da Maria Ida Biggi, ha preparato una serie dimostre in occasione della grande ricorrenza del 2024, indagando su un particolare aspetto della sua vicendabiografica e artistica: il rapporto con Venezia e il Veneto, il successo in Italia nel contesto teatrale nazionale e la famainternazionale. Affascinanti le immagini esposte: Eleonora Duse in gondola e un ritratto.
Il suo volto andava oltre gli schemi, una bellezza diversa dai canoni classici del periodo, lei andava fiera dei lineamenti marcati, tralasciando il trucco sia nella vita che in scena. Analizzava ogni cosa con estrema lungimiranza, anche il lavoro dei giornalisti: “È una fatica e anche ingrata. Quella di rispondere a coloro che si presentano al mio albergo e che mi rivolgono cento domande indiscrete, sotto pretesto che un’attrice appartiene al pubblico. A me pare invece che l’attrice debba arrivar sulla scena, senza far vedere prima agli spettatori di che è fatto il giocattolo col quale si divertiranno”.
La Divina e il Vate
Essere divine è meraviglioso a tutti i livelli, mai in amore. È una vita dura, costellata da passioni travolgenti e cuori infranti. Come la sua storia con Gabriele D’Annunzio. “Gli perdono tutto perché ho amato” scrisse la Duse. Il poeta utilizzava per lei un soprannome affettuoso: Ghisola.
Ho scoperto che è anche il nome di un dolce squisito fatto con farina di mais, mele antiche di Monfumo e ciliegie di Maser, fragrante e morbido come una nuvola.
Lasciamo a Gabriele D’Annunzio le ultime parole di questa peregrinazione tra i colli asolani aspettando il centenario del 2024.
“Dal viale chiamavo l’unica mia compagna, gridavo l’amore col più tenero dei nomi: Ghisola, Ghisolabella! Ero folle di lei, oblioso, incolpevole. L’infedeltà fugace dava all’amore una novità inebriante: la sovrana certezza. Ghisola, Ghisola, ti amo, ti amo, e per sempre te sola”.
Dott.ssa Elisabetta, che articolo bellissimo che ci fa ricordare una delle più grandi attrici di ogni tempo, l’epigona di Adelaide Ristori. Non sapevo che fosse sepolta ad Asolo, la conoscevo solo per la sua grandezza d’attrice e per il rapporto con Gabriele D’Annunzio. Ora scopro che a Lei è stato dedicato un Museo e per fortuna la figlia aveva pensato bene di donare allo Stato i suoi cimeli per organizzare un percorso biografico per le generazioni successive. Guardando le belle fotografie vedo che l’esposizione è degna, forse andrà allargata con altri spazi. Ho scoperto ora che la Duse aveva avuto anche una relazione con Arrigo Boito, figura straordinaria di librettista e musicista, basti pensare al Nerone. Mi è piaciuta molto la citazione con la scelta di Asolo come ultima dimora, tra Venezia e i monti della prima GM, tra cultura e patria. Mi piacerebbe che questo Museo dedicato alla Duse sia incrementato con nuove acquisizioni perchè è nostro dovere ricordare sempre i grandi personaggi della storia d’Italia.