Una lacrima sul viso, o meglio sulle Tofane. Se piangi se ridi, tanto ancora per ricordare le canzoni di Bob-by Solo di 60 anni addietro, di sicuro a Cortina non ridono. A metà settembre, ribaltando la decisione della maggioranza della Provincia di Belluno, votata nemmeno un anno fa (favorevole al ripristino della pista di bob Eugenio Monti), il consiglio provinciale opta per affidare le gare, in occasione delle Olimpiadi invernali del 2026 Milano-Cortina, alla vicina pista di Innsbruck. Da Belluno la palla passa a Roma. Se ne sta interessando anche il Parlamento.
Piccolissimo particolare
La pista da bob austriaca, già vecchia sede olimpica, non è più omologata e bisogna spendere un sacco di milioni (gli austriaci dicono 17-20 milioni) per ospitare i XXVesimi giochi. Diventerebbe così un perverso gioco a tre: Milano (pianura), Cortina (montagna), Innsbruck (estero).
Il Veneto e il bob
A mettere un po’ di sale nella ferita, un polemico presidente regionale Luca Zaia: “Il Veneto non governa e non finanzia la pista di bob per Cortina 2026”. Morale: si può fare l’olimpiade anche senza questo impianto.
Dunque di cosa parliamo? Il problema si fa serio, dopo aste andate a vuoto, e a nemmeno 30 mesi dalla inaugurazione, due imprese multinazionali sono state invitate dal commissario governativo, a consorziarsi, chiavi in mano, per concludere i lavori in circa 800 giorni. La WeBuild (ex Salini-Impregilo) e la Pizzarotti (quasi un miliardo di fatturato…) stanno ora riflettendo. Di sicuro nessuno vuole rimanere con il lumino in mano. Questo per riassumere in breve, una rogna (l’assegnazione olimpica) cominciata nel 2019 battendo i concorrenti svedesi, canadesi, giapponesi e turchi. Costo preventivato delle prossime olimpiadi 2026: circa tre miliardi. Mi ricordo che quattro anni fa Stoccolma perse in finale all’ultimo voto con Milano-Cortina perché aveva programmato il bob in Lettonia a Sigulta….Non sia mai! Anche il Veneto si oppose, il bob doveva restare in casa…Le memorie sportive spesso sono labili.
Storia recente del bob e la mia proposta
Comitati e indignati speciali si sono mobilitati nella Perla delle Dolomiti per non rovinare boschi e dintorni nel chilometro e mezzo della vecchia pista, comprese le sue 15 curve paraboliche. Dove oggi abbonda il muschio. Io una modesta proposta la farei. Perché non aboliamo direttamente questo sport elitario? Via il dente, via il dolore. Senza offendere i pochi atleti che lo praticano e senza far agitare nella tomba il campionissimo olimpico Eugenio Monti, mancato esattamente venti anni fa, le motivazioni non mancano e nemmeno i precedenti (storici) illustri. Nel 1960 le VI Olimpiadi invernali di Squaw Valley (lo scorso anno ribattezzata Olympic Valley per via della Cancel Culture…) i californiani non misero nella lista il bob, semplicemente perché costava troppo. Ne sa qualcosa Torino organizzatore nel 2006. La pista di Cesana (che costò circa 100 milioni..) è stata dismessa e non è la sola. Le abbandonate e dismesse ora in Europa sono ben sette: Sarajevo, Chamonix, Cervinia, Garmisch, Hammarstrand in Svezia, oltre a Cortina, non più in funzione dal 2010.
Le piste attive
Quindici piste di bob al mondo invece sono ancora effettivamente attive, per due tre manifestazioni a stagione. Ma i costi sono elevati. Si calcola che per la manutenzione ordinaria ci vogliono circa 400 mila euro all’anno. Per effettuare una discesa il costo per gli atleti si aggira sui 200 euro per pochi secondi di brivido. I bob, oggi sempre più sofisticati, costano come un’automobile di lusso.
Ma quanti sono i praticanti di questo sport non-nazional-popolare?
Sono circa una cinquantina divisi tra bobbisti, skeleton e slittino. Un bob a due pesa circa 4 quintali, quello a quattro, sei. Ci vogliono dunque mezzi e personale accessorio. Luigivalerio Sant’Andrea, commissario di Governo per la Fondazione Milano-Cortina 2026, avrà le sue gatte da pelare. Non solo per la viabilità olimpica in Cadore che ancora manca. Diego Dipol, ampezzano, già atleta di bob e istruttore federale, va un po’ controcorrente. “La pista è costosa, ma sarà una opportunità in più per Cortina, bloccata da troppi anni dall’immobilismo più duro. E poi: perché dobbiamo arricchire con i nostri soldi Innsbruck? Oltre a dover sistemare una pista non più omologata, dovremo anche pagare per l’uso e l’affitto degli impianti. Mi pare un delirio”.
Ma i conti oggi sono inclementi
Si parla di 124 milioni per rimettere tutto in funzione. Già a Pechino 2022 la nostra partecipazione sportiva con il bob, non fu esaltante, con una sola atleta presente, Giada Andreutti, con il suo monobob. Si piazzò al 15esimo posto. Ma importante è partecipare, come olimpicamente si dice. Il tempo stringe, il 2025 è alle porte, il febbraio 2026 poco più in là.