Paolo Ongaro, nato a Mestre 77 anni fa, trevigiano d’adozione, uno dei maestri del fumetto non soltanto italiano, esordisce in questi giorni come autore di uno dei personaggi più amati dal pubblico internazionale e più longevi del mondo dell’avventura: “Dago” nato dalla penna di Robin Wood e creato dalla matita di Alberto Salinas. Il protagonista è un nobile veneziano del Cinquecento tradito da una congiura, dato per morto, sopravvissuto come rematore e poi come schiavo, arrivato a conquistarsi un ruolo di protagonista della storia da soldato, rinnegato, diplomatico, amico di imperatori e pontefici, di grandi artisti.
Ongaro, cosa significa per un veneziano disegnare Dago?
“Dago è veneziano, ma dai veneziani suoi coevi ha subito torti gravissimi tanto che nelle sue storie sembra quasi a voler rinnegare la sua origine, se non rimuginare a volte pensieri di vendetta. Ebbene, se ora un veneziano si appresta a disegnare le sue avventure, la situazione potrebbe essere vista quasi come un riavvicinamento del mostro eroe alla sua città, la città più bella del mondo”.
Da veneziano conosce certamente Venezia e la laguna molto meglio di tanti colleghi argentini e italiani…
“Ovvio che non sarei caduto in piccoli errori grafici di conoscenza dei luoghi, errori peraltro ampiamente giustificabili. Ma non sono imprecisioni che tolgono qualcosa alla grandezza di due formidabili disegnatori come Alberto Salinas ( figlio del grande Josè Luis) e di Carlos Gomez che in tanti anni hanno reso sempre più popolare Dago interpretando i formidabili testi di Robin Wood, uno sceneggiatore che non teme confronti”.
Com’è nato l’amore tra Paolo Ongaro e Dago?
“Dopo aver disegnato Diabolik, la Storia d’Italia di Enzo Biagi, Tarzan, Larry Yuma, Martin Mystere, L’histoire du Far West per Larousse, solo per citare i protagonisti delle mie tavole, davanti alla proposta di disegnare Dago ho inizialmente risposto con molto entusiasmo, ma con un’emozione che mi ha stupito perché quasi controllata. Poi, disegnando tavola dopo tavola, l’entusiasmo si è trasformato in vera passione . Devo dire che il personaggio è davvero coinvolgente”.
Cosa si prova a disegnare un “mito”?
“Una emotività che ti fa alzare al mattino con la prima idea di portare avanti la storia che hai sul tavolo da disegno”.
Ongaro, Robin Wood ha ambientato Dago a Venezia dopo essere venuto in città in viaggio di nozze. E’ davvero allora una città magica se poi Dago è venuto da te! A proposito come si è presentato: da veneziano Cesare Renzi o da rinnegato senza paura?
“Certo, Venezia non ha sedotto solo Wood , ricordo la bocca aperta di Al Williamson, quello che ha ripreso Flash Gordon, ogni volta che giravo con lui per una calle. Come guardava un ponte, un palazzo. Con accanto Hugo Pratt che ridacchiava. Quindi nulla di nuovo. Devo dire che la giostra del fumetto gira, e la sorte, ma chiamiamolo l’editore, ha scelto me per questo giro che ritengo fondamentale per il mio percorso. Certo per ora Dago con me si dichiara ancora rinnegato”.
Paolo Onngaro è sempre stato un fumettista bravo,in caso penso che si supererà.
Auguri
Paolo Ongaro è il Fumetto !
Un vero maestro per un grande fumetto!
Paolo Ongaro è un grande disegnatore e indubbiamente Dago è un grande personaggio che amo molto… Un’ottima accoppiata vincente.