Un viaggio alla scoperta della splendida Villa di Modolo situata nel bellunese. Iniziamo da un po’ di storia. Dati certi raccontano che la famiglia Miari trae le origini in Vicenza da dove provengono i figli di Felice Miari che hanno dato vita nell’ XI secolo alla stirpe bellunese. La prima attestazione storiografica del cognome si riferisce ad Andrea Da Miaro che rivestì la carica di capitano di Feltre nel 1110. Da lì in poi i membri del ramo principale occuparono nei secoli le cariche più significative e ruoli da protagonisti. La famiglia ha dato i natali a numerosi canonici, cavalieri, giudici, giuristi, notai, studiosi storici, ingegneri.
La Villa di Modolo nel medioevo


Nel 1248 Alessandro Miari è tra i difensori della città di Belluno; nel 1391 Andrea Miari riceve in dono da Giangaleazzo Visconti, per i servigi prestati, il castello di Zumelle mentre nel 1404 è Bartolomeo Miari a battersi in favore di Venezia e a piantare lo stendardo di San Marco sul ponte levatoio del castello di Belluno. Nello stesso periodo il canonico Clemente Miari scrive i suoi famosi “diari di cronaca bellunese”.
Nel 1412 Giovan Antonio Miari viene insignito del titolo di Conte di Palazzo dell’imperatore Sigismondo d’Ungheria.
Il legame tra i Miari e la Villa di Modolo
Di seguito alcune delle date più significative della storia della famiglia:
1617: Benedetto Miari viene incaricato dalla repubblica veneta di testare il granoturco e di introdurre la coltivazione prima nel bellunese e poi in tutta la repubblica.
1644: data a cui risalgono le parti più antiche della Villa di Modolo; questa verrà, a cura dell’ingegner Andrea Miari, terminata nella sua attuale configurazione nel 1806 diventando una tra le maggiori ville della provincia di Belluno ed uno degli esempi più belli di villa veneta nell’area alpina. Una delle caratteristiche della villa è proprio la presenza di due facciate principali, quella seicentesca che oggi affaccia sullo splendido giardino romantico con vista Dolomiti e quella tardo settecento di stile palladiano che è rivolta a sud.
1778: sono i natali del musicista Antonio Miari (M. 1854)
1815: Antonio Miari, omonimo del musicista, cavaliere dell’ordine di Malta, divenne ministro plenipotenziario e partecipa per il suo ordine al congresso di Vienna divenendone un attore di primo piano; poco dopo diventerà anche ciambellano dell’imperatore d’Austria;
1815: Andrea Miari ottiene l’ordine nobiliare (austriaco) della corona di Ferro;
La Villa di Modolo e l’Unità d’Italia
Nel 1855 (+1929) nasce Francesco Miari che unirà, nel 1862, alla morte del marchese Fulcio de Fulcis, al cognome Miari il cognome Fulcis. Francesco fu apprezzato professore di astronomia all’università di Padova. A lui si devono le belle meridiane disegnate sul fronte della chiesetta di Modolo e sui magazzini all’interno del parco della Villa. Insieme al fratello Tommaso fu progettista delle due strade che portano al Nevegal dette “Calmada” e di “San Mamante.”
Francesco si sposò nel 1886 con la contessa Maria Agosti. I due non ebbero figli così come non ebbe figli Tommaso che morì giovane. Il casato proseguì quindi con il solo fratello Fulcio (m. 1904) che ebbe ben 6 figli tra cui Francesco (1898), Carlo (1899) (che sposarono due sorelle, le contesse Isabella e Laura De Franceschi) e Maria Miari Fulcis andò invece sposa al conte Lucheschi di Colle Umberto. Gli altri tre figli non ebbero invece discendenza.
La Villa di Modolo e le guerre mondiali


Francesco e Isabella dovettero lavorare moltissimo per ripristinare la Villa di Modolo, il palazzo a Belluno e tutta l’azienda dopo il passaggio della prima guerra mondiale, periodo durante il quale la Villa di Modolo fu trasformata in ospedale da campo prima dei tedeschi (a loro si devono le razzie di mobili, quadri, libri e dell’archivio di famiglia) e poi degli italiani.
Tra il 1920 ed il 1940 il borgo di Modolo fu, grazie a Francesco ed al suo zio Tommaso, interamente ricostruito ex novo introducendo modernissime tecniche costruttive.
Dalla fine degli anni ‘40 Giacomo (1928- 2003) succeduto molto presto al padre Francesco, ed al fratello maggiore Fulcio (1927-1951) prematuramente scomparsi, ha proseguito l’opera innovativa nel campo agricolo introducendo la mungitura sottovuoto con annessa latteria. Nel 1958 installa il primo impianto in Italia per la disidratazione dell’erba medica mentre negli anni “70” sviluppa l’allevamento dei cavalli purosangue. Negli anni “80” vede la luce l’allevamento intensivo dei bovini da carne e negli anni “90” un importante allevamento biologico brado di suini ancor oggi riportato come esempio nelle riviste di settore.
La Villa di Modolo oggi
Oggi la Villa di Modolo con il borgo e la campagna circostante continuano a vivere grazie alle nuove generazioni che con Francesco (primogenito di Giacomo) ed i suoi 4 figli hanno deciso di aprire le porte della villa, del borgo e dell’azienda ad attività dove il turismo, arte e sperimentazione agricola saranno motori su cui basare il prossimo futuro.
Nel borgo sara’ realizzata un’ospitalità diffusa di alta qualità e in quello che era il complesso agro-industriale per la produzione di latte e formaggi realizzato tra il 1920 ed il 1930 caratterizzato da bellissime stalle e fabbricati, verrà ospitato un centro per l’arte contemporanea.
La Villa ed i saloni della nuova barchessa saranno destinati – ed in parte sono già operativi- ad eventi privati ed aziendali oltre a visite guidate.
L’intervista a Francesco Miari Fulcis
Nella campagna circostante invece prenderà forma un parco di 22 ettari che dovrà rappresentare la biodiversità della Valbelluna. A breve verrà realizzato il primo step con la piantumazione di un vigneto sperimentale formato dalla presenza di 90 filari da 25 metri che rappresenteranno 45 varietà diverse di vitigni resistenti a bacca bianca, rossa, rosata. Questo avrà una forma architettonica inusuale caratterizzata da un percorso ad anello per permettere al visitatore un “full-immersion” inaspettato.
Abbiamo intervistato in esclusiva per https://www.enordest.it il conte Francesco Miari Fulcis che ci ha raccontato dei progetti in cantiere.
In cosa consiste il progetto relativamente alla Villa di Modolo?


“L’attività che andremo a realizzare nella Villa di Modolo ricalcherà grosso modo quello che già stiamo facendo, con grandissimo successo, nella Fattoria di Maiano a Fiesole, adattando quelle che sono le soluzioni fiorentine alle caratteristiche del bellunese, quindi la biodiversità nel parco, una villa per gli eventi, ma anche qualche stanza molto particolare per l’ospitalità e le attività nel borgo. Il tutto si dovrà inserire in un contesto più ampio di sviluppo della Valbelluna, che mi auguro possa avere molto successo come sembra che si stia avviando. Attualmente nella Valbelluna c’è pochissima ospitalità e siamo un po’ tagliati fuori dalle rotte. Sicuramente l’aver creato un sito Unesco nelle colline del prosecco, la vicinanza col sito Unesco delle Dolomiti e il parco delle prealpi bellunesi potranno essere un’attrazione fortissima, senza dimenticare la bellezza della città di Belluno”.
Parlate anche di arte?
“Io mi aspetto anche una risposta molto forte delle aziende che lavorano nella Valbelluna. Che immagino possano ritrovare qui quella identità territoriale che fino ad oggi è mancata. L’inserimento della Fondazione per l’Arte Contemporanea dovrebbe contribuire qualitativamente per internazionalizzare la nostra vallata. E dare quell’attrattiva in più che ora manca. Certamente anche la vicinanza all’aeroporto di Venezia potrà contribuire a portare in zona un pubblico internazionale. Vista la distanza di soli 50 minuti, distanza che risulta minima anche solo per una visita di mezza giornata. L’obiettivo è quello di farne un punto di incontro tra la valorizzazione della biodiversità di questi luoghi, le aziende della zona e i migliori prodotti tipici della Valbelluna”.
E il borgo e la Villa di Modolo come entreranno nel progetto?
“Ho la fortuna di avere una famiglia molto coesa, dei figli che mi seguono e che ormai lavorano intensamente in azienda. E’ garantita quindi la continuità nel lavoro intrapreso. Devo anche aggiungere che è notizia di poche settimane fa l’accordo con l’associazione industriali per far conoscere nei dettagli la nostra attività. E per proporre agli industriali un appoggio fattivo presso il borgo e la villa. Partiremo con un vigneto sperimentale già in questo mese di maggio, un’esperienza unica al mondo. Nel grande vigneto inseriremo 45 varietà di vigneti resistenti in un disegno architettonico e artistico inusuale. Tra un anno, inoltre, è prevista l’apertura delle prime 7 suite della Villa di Modolo.”