Non era certo un’idea per tutti eppure è diventata realtà. Una start up veneziana della Riviera del Brenta ha deciso di investire nel settore moda (e non solo) utilizzando gli scarti della pelle usata dalle concerie. E di farlo nel pieno rispetto ambientale. Con emissioni di Co2 uguali a zero e senza l’uso di sostanze chimiche. Da questo lavoro che rilancia alla grande l’arte dell’artigianato a 360° nascono pochette, scarpe, accessori di moda e non solo. Il tutto grazie a un brevetto internazionale che solo loro hanno. Ma esattamente cosa fa Repelle? Per capirne un po’ di più abbiamo parlato con i due ideatori: Evelino Leandro e Patrizia Fanton.
Quando nasce l’idea di usare la pelle di scarto e quindi REPELLE?

“Questa idea nasce per diversi motivi fra i quali, i più importanti sono la produzione selvaggia creatasi cercando di dare al consumatore finale un prodotto perfetto senza difetti a scapito dei consumi e dello spreco; la certezza che questi scarti oltre ad essere interrati vengono anche bruciati; l’ aumento dei costi dello smaltimento. Questi i 3 motivi che hanno scosso le nostre coscienze su come riutilizzare questi scarti dedicando inizialmente parte del nostro tempo libero poi di seguito giornate intere”.
Voi operate nella Riviera del Brenta, famosa per l’uso della pelle nel calzaturiero. Vi siete ispirati a loro?
“Sicuramente attraverso le collaborazioni con le aziende della Riviera hanno incentivato ad accendere la scintilla per iniziare la nostra invenzione/progetto”.
REPELLE idea è brevettata a livello internazionale. Primi in Italia e nel mondo a cercare di rivoluzionare il mercato. Non male per una start up
“Si, la nostra intenzione è estendere il brevetto anche all’estero nei paesi fuori dall’UE come Cina, Hong Kong, USA, con lo scopo di rivoluzionare il mercato essendo i primi al mondo”.
Cosa ottenete come lavoro finito dallo scarto della pelle?

“Attraverso il nostro progetto utilizzando scarti e rimanenze di pelle esce la REPELLE, materiale composto tutto di pelle il quale dopo essere stato sottoposto a determinati test , ha caratteristiche per le quali permettono di essere utilizzato per la produzione di scarpe, borse ed altro ancora”.
Perchè Repelle?

“Con gli avanzi per produrre tutto questo vengono riciclati nuovamente e reimpiegati in altri settori importanti come edile ed arredamento; c è ancora molto da sperimentare. Il nome? Recupero/riciclo pelle Leandro, semplice no?”.
Possiamo dire che REPELLE è una start up al 100% green. Ci spiegate come mai?

“In effetti è proprio così per diversi fattori in quanto non abbiamo bisogno di scaldare l’acqua nel ciclo di lavorazione, quindi zero emissioni di C02 in atmosfera; vengono utilizzati prevalentemente collanti bio provenienti da fonti rinnovabili evitando così lo sradicamento della pianta raccogliendo solamente il frutto; nessuna aggiunta di altri agenti quali cromo, tanini e fibre di alluminio, mantenendo l’originaria conciatura del pellame; non viene utilizzato alcun diluente o solvente per la pulizia degli utensili e dei macchinari. Infine il materiale inutilizzato e destinato alla distruzione ottiene un secondo ciclo di lavorazione e può essere impiegato in altri settori merceologici”.
Quanto conta per REPELLE l’ambiente?
“Moltissimo infatti il nostro progetto innovativo e rivoluzionario anticipa di 10 anni le richieste della comunità europea in tema di sviluppo sostenibile (agenda 2030) in particolare per quanto riguarda l’ obbiettivo 12 ( garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo) declinato nell’ azione ridurre i rifiuti in modo sostanziale attraverso attività di prevenzione, ridurre gli sprechi, riciclo e riutilizzo”.
Con voi il vero senso di “artigianato” si riscopre più vivo che mai

“E’ vero, noi come tanti altri artigiani diamo vita ad un sacco di idee, le quali comportano sacrifici e sacrifici non solo di natura economica per portarle alla realtà”.
Dite che REPELLE è totalmente a “emissioni zero”. Ci spiegate come fate?
“Si proprio così per i fattori descritti nelle precedenti domande”.
Cosa distingue REPELLE dai colossi della moda in una nicchia di mercato ancora libera?

“Nel trasmettere serenità, trasparenza e consapevolezza al consumatore finale attento più che mai sull’ acquisto di oggetti moda pelle prodotti a scarso impatto ambientale, meglio ancora se dallo scarto esce una risorsa che nella fattispecie ha lo stesso principio come il vetro di murano; ossia tutti gli oggetti creati sono simili ma non uguali come le Murrine”.
Complimenti a questa strabigliante idea che toglie dalla natura tonnellate di rifiuti
di scarto altrimenti non riciclabili e destinati alla discarica.
COMPLIMENTI.👍👍